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L'arte nasce in famiglia!

L'arte è processo linguistico quando sa connettersi alla vita, alla propria, altrimenti è solo un pesante cumulo di concetti Accademici inerti: l'arte può implementare novità soltanto quando è vita!
L'arte è primitiva e infantile, ma è il più prezioso bene di cui disponiamo, è coscienza essenziale per comprendere la realtà, l'artista in quanto osservatore è intrecciato con la realtà della natura, e per comprenderla ha solo uno strumento, la sua coscienza!
La coscienza è una questione fondamentale per osservare e comprendere la natura.

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L’artista Carla Sello espone nella collettiva “Libri d’Artista. Paesaggi che cambiano”, fino all’11 settembre al Museo dell’Orologeria di Pesariis, in Friuli

E’ in programma fino all’11 settembre 2022, al Museo dell’Orologeria di Pesariis, nel comune di Prato Carnico, in provincia di Udine, “Libri d’Artista. Paesaggi che cambiano – Changing Landscapes - Confini/Tempo/Natura/Muri”, la prima mostra del comitato friulano DARS – Donna Arte Ricerca Sperimentazione. L’iniziativa apre una serie di eventi in Friuli Venezia Giulia ed è finalizzata alla valorizzazione della Val Pesariana, chiamata anche Valle del Tempo, e del piccolo borgo di Pesariis, tra i più belli della Carnia, noto per la produzione di orologi fin dal XVII secolo.

L'arte è improduttiva!

L'artista visivo (quello che per me è l'artista maggiore), deve essere un poeta, un cerimoniere del linguaggio che utilizza come strumento, uno che rompe radicalmente con l'economia della produzione di senso.
Questo è il motivo per cui mi relazione al sistema sfuggendone al mercato.
L'arte in quanto poesia è improduttiva, è linguaggio che si rivolta contro se stesso, non è significante che si limita a essere significato, se questo avviene l'arte è solo informativa, l'arte deve sapere apparire priva di significato, un segno vuoto che sa tradursi in magia.

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L'artista ridotto a significato!

L'attuale sistema dell'arte sfrutta la morale traducendola in volgare mercanzia: ciò che è imposto passa per essere libero, quello che si legge come autentico è soltanto produzione neoliberale: s'iperproduce nell'illusione dell'autodeterminazione.
Volevo essere un artista, e forse avevo quella reale tensione in formazione: sono diventato un sito produttivo ad altissima efficienza, la presunta autenticità artistica se è simbolo di qualcosa, lo è di decadenza sociale.

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Altra comunicazione fuori dal tempo!

Il linguaggio dell'arte è sempre simbolico, e in quanto simbolico è sempre rituale, in quanto rituale in grado di determinare culturalmente una comunità senza imporgli una comunicazione imposta.
Il rituale ruota intorno al simbolo, il simbolo è un segno di riconoscimento tra gli ospiti: questo è il motivo per cui per entrare in una comunità, in un territorio artistico (macro o micro che sia), è fondamentale comprendere gli artisti e interagire con loro, senza l'interazione con gli artisti residenti in un territorio non può esserci accanimento.