“Io so di non sapere, e questo mi rende più sapiente di coloro che credono di sapere, ma non sanno”. Così parlò Socrate al cospetto dei giudici ateniesi che, nel 399 a.c lo condannarono a morte, come è riportato nell’Apologia dal suo discepolo Platone. La pittura contemporanea, concepita attraverso l’esercizio socratico del dubbio – metodo maieutico che segna la nascita del pensiero critico e della filosofia occidentale - costituisce il fulcro tematico della mostra collettiva “Non so, proprio non so”, che inaugura il 28 giugno alle 19.30 alla Galleria Galleria Orizzonti Arte Contemporanea, nel centro storico di Ostuni. Protagonisti dell’esposizione, a cura di Antonella Marino, sono tre artisti: Alessandro Passaro, Gianmaria Giannetti ed Enrico Pantani, accomunati dalla scelta del linguaggio pittorico neo-figurativo, assunto come strumento di ricerca esistenziale e di narrazione archetipica. Nell’era della modernità liquida analizzata da Bauman e caratterizzata dalla deterritorializzazione del potere, dall’illusione della libertà del singolo, dalla disgregazione della dimensione collettiva e dall’instabilità dovuta alla perdita del centro e dei valori, la pittura diviene “gesto critico attivo e generativo”, strumento per riaffermare con consapevolezza l’importanza del dubbio, della crisi, della domanda aperta e la necessità del pensiero critico che, come ricorda Baudrillard, nella società ipertecnologizzata dell’Iperreale non è più prospettico ma diviene “ombelicale”. “La pittura – scrive Antonella Marino - forse uno dei linguaggi più complessi da praticare oggi, diventa qui il luogo privilegiato non per rappresentare il reale, ma per metterlo in discussione, disarticolarlo, reinventarlo”. Ed ecco, dunque, la poetica visionaria e onirica di Alessandro Passaro (Mesagne, 1974), permeata - come si evince dall’opera in mostra “Tracce di umano” (2024), che raffigura delle peculiari piante carnivore - dall’ironia dissacrante e dalla critica al pensiero omologante. La pittura di Passaro rievoca una dimensione surrealista, intessuta da suggestioni Dada e potenziata dall’intensità cromatica. Gianmaria Giannetti (Milano, 1974), invece, indaga gli abissi dell’inconscio collettivo attraverso visioni paradossali, misteriose entità indefinite, interrogandosi sull’essenza stessa della pittura e ponendo quesiti esistenziali intrinsecamente aperti. In un dipinto esposto, tratto dalla serie “Fantasmi e verità”, si staglia, infatti, la scritta “Ditemi la verità”. Una domanda che rimane senza risposta. Il gesto universale dell’abbraccio ed il suo opposto, la rissa, sono invece i soggetti dei dipinti realizzati da Enrico Pantani (Volterra, 1975) che declina - come si desume dal suo “Abbraccio celeste” (2025) - l’universalità dei mondi interiori e le relative contraddizioni, creando un’atmosfera sospesa, rarefatta, atemporale.
La mostra, a ingresso gratuito, è visitabile fino al 18 luglio 2025. Orari: da lunedì al sabato ore 10.30-14.30 e 16.30-19.30, domenica solo mattina. Info: tel. 0831.335373; 348.8032506. Mail: info@orizzontiarte.it
Cecilia Pavone


