Visioni Estatiche
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Visioni Estatiche
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“La grande arte è fatta per suscitare, creare l’estasi.
Più fine la qualità di questa estasi, più fine l’arte.
Solo l’arte minore si contenta del piacevole.” — Ezra Pound
VISIONI ESTATICHE
L’Estasi, dal greco ex-stasis, uscir fuori di sé, è un esperienza della psiche umana, forse rara, ma di cui si trova ampia testimonianza in quasi tutte le culture del mondo, dai riti dionisiaci ai Santi padri del deserto, dagli asceti indiani ai dervisci danzanti, dai viaggi sciamanici alla psiconautica contemporanea.
In questo stato di coscienza il senso dell’io si dissolve in qualcosa di più grande, se non di immenso; la Natura, il Cosmo o Dio. È un’esperienza di disgregazione e di espansione che non può essere comunicata con il linguaggio ordinario. Talvolta può impregnare la prosa spesso oscura e metaforica dei mistici, ma è solo nell’arte, nella poesia, nella musica o nella danza che il senso di fusione con il Tutto può in qualche modo riverberarsi in una forma di linguaggio più piena e compiuta. In un’opera d’Arte, i molteplici elementi che la compongono vengono percepiti all’interno di una struttura unitaria, che è l’opera stessa.
Cogliere, o meglio contemplare, questa unificazione del molteplice, può suscitare nello spettatore una intensa emozione estetica.
E l’Estetica può divenire così un portale per l’Estatico.
A questo tema verrà dedicata una gioiosa mostra collettiva VISIONI ESTATICHE, a cura di Andrea Zucchi e Franco Luppis, che si terrà dall’11 al 26 ottobre presso la Galleria Francesco Zanuso in Corso di Porta Vigentina 26 a Milano.
Gli artisti invitati a partecipare pur provenendo da ambiti diversi, anche generazionali, sono accumunati secondo i curatori, da una ricerca spirituale autentica ed originaria in sintonia con gli strati profondi della loro anima. E che nella maggior parte dei casi sono approdati a un linguaggio figurativo molto rarefatto o esplicitamente astratto.
A latere della mostra, Franco Luppis, proporrà di fondare il Circolo Psichedelico Milanese, una psichedelia 2.0 che superi gli aspetti più distruttivi e tossici degli anni 60, per ricercare un approcio laico e libertario all’esperienza dell’estasi, sulla scorta del libro “La Mente Estatica” di Elvio Facchinelli.
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