Kabuki , ma anche Noh. antiche xilografie del teatro giapponese a cura di Giulia e Carlo Beccaria Carlo
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Kabuki , ma anche Noh. antiche xilografie del teatro giapponese a cura di Giulia e Carlo Beccaria Carlo
Comunicato
GALLERIA ANTITESI ART SPACE E ASSOCIAZIONE CULTURALE FLY ART di Torino presentano:
KABUKI, MA ANCHE NOH. Antiche xilografie del teatro giapponese a cura di Carlo e Giulia Beccaria
presentazione di Roberto Borra
La galleria d’arte ANTITESI ART SPACE in collaborazione con l’Associazione Culturale FLY ART e con la Galleria Ai Tre Torchi di Torino presentano una collezione di oltre cinquanta xilografie e di (alcune) maschere dell’antico teatro giapponese che riflettono in modo significativo le differenze tra la tradizione teatrale noh, le cui stampe sono contraddistinte da una maggiore staticità e il kabuki, chiaramente orientato verso una maggiore libertà espressiva. La mostra a cura di Carlo e Giulia Beccaria appassionati e competenti cultori dell’arte e della storia del Giappone nonché titolari della Galleria Ai Tre Torchi di Torino, è patrocinata dal Museo Ugo Guidi 2 di Massa e dall’Archivio Storico Documentario Gierut di Pietrasanta(Lu). Durante il periodo Edo (1603-1868) l’ascesa sociale e culturale della borghesia urbana stimola in Giappone profondi cambiamenti. Una nuova concezione della vita, sintetizzata nel termine ukiyo ("mondo fluttuante"), si afferma in opposizione alla tradizionale visione ascetica e spirituale del buddismo. Questa visione non solo accetta la natura fuggevole e illusoria dell'esistenza, ma invita a celebrare ogni singolo istante attraverso la contemplazione della bellezza del mondo e il godimento dei piaceri effimeri. L’ukiyo ispira profondi cambiamenti culturali e artistici. La borghesia, pur sentendo la necessità di un confronto con le tradizioni della nobiltà, crea una propria cultura e nuove forme di intrattenimento. Tra queste, si evidenziano gli spettacoli del teatro kabuki, molto diversi dal tradizionale teatro noh. Quest’ultimo era un teatro ritualistico di matrice aristocratica, con scenografie statiche e minimali e una recitazione lenta e stilizzata fondata sull’uso delle maschere e su un simbolismo di non facile accesso. Il kabuki offre invece spettacoli più dinamici e coinvolgenti, graditi alla borghesia ma anche alle classi popolari. Rispetto al noh, le storie del kabuki erano più dinamiche e libere, con semplici canovacci di partenza il cui sviluppo scenico erano affidato in larga misura all’estro creativo degli attori. La recitazione del kabuki, accentuata anche dal kumadori (un trucco molto marcato che enfatizzava l’espressività emotiva dei volti), era più vivace ed eccessiva, mentre le scenografie, incentrate su fondali dipinti dai colori vivaci e attenti ai dettagli, cambiavano molto spesso durante lo spettacolo. Accanto al kabuki, la cultura ukiyo del periodo Edo incoraggia naturalmente anche l’affermazione dell’ukiyo-e (“immagini del mondo fluttuante”), un nuovo genere di stampa artistica che rappresenta visivamente ideali, temi e momenti tipici del mondo ukiyo (paesaggi, bellezze femminili, scene di vita quotidiana, scene erotiche ecc.). Il legame che si stabilisce tra ukiyo-e e kabuki è subito molto profondo e condiziona ben presto la maggioranza delle stampe prodotte in Giappone. Le xilografie, infatti, raffiguravano spesso scene di spettacoli kabuki ed erano apprezzate per come sapevano fissare momenti drammatici e iconici delle storie rappresentate sulla scena. Inoltre, quando presto gli attori del kabuki iniziano a essere riconosciuti dal pubblico al di là dei personaggi che interpretano, e diventano così delle autentiche celebrità (prefigurando per molti aspetti il moderno divismo cinematografico), le stampe propongono i loro ritratti in costume, passando dalla consueta rappresentazione in figura intera alla più originale mezza figura, una dimensione più efficace per catturare l’espressività emotiva enfatizzata dal kumadori. Quest’ultimo poteva addirittura costituire l’essenza del ritratto, nei casi in cui l’attore realizzava per gli ammiratori il cosiddetto oshiguma, impressionando i tratti del proprio trucco su un panno. Anche gli oshiguma erano non di rado rappresentati nelle xilografie, a conferma della stretta relazione tra questi due linguaggi artistici. Il kabuki, quindi, vede nelle stampe un formidabile mezzo di promozione, mentre il mondo artistico dell’ukiyo-e individua nel kabuki una costante fonte di ispirazione. Ciò non significa tuttavia che l’ukiyo-e non includa anche rappresentazioni del tradizionale teatro noh, anzi: queste iniziano a diffondersi proprio dalla seconda metà del periodo Meiji (1868-1912), quando la riapertura del Giappone alle influenze occidentali alimenta, per reazione, un rinnovato interesse verso la cultura tradizionale giapponese, incluso appunto il teatro noh. Le stampe dedicate al teatro noh riflettono chiaramente le differenze tra questa antica tradizione teatrale e il kabuki. Se le stampe legate a quest’ultimo rappresentano sia attori colti in pose drammatiche dinamiche e molto espressive sia scene spesso movimentate ed emozionanti, con scenografie accurate nei dettagli e colori vivaci, le stampe dedicate al noh presentano immagini più essenziali e statiche, rispecchiando la ritualistica sobrietà di questo teatro. Le scene sono meno movimentate, con scenografie ed arredi scenici ridotti all’essenziale o quasi assenti. Gli attori sono per lo più mostrati in pose ieratiche, con maschere che ne fissano stabilmente l’espressione. Proprio la diversa rappresentazione degli attori, d’altronde, è una delle principali differenze tra le stampe del kabuki e quelle del noh: nel primo caso, come si è detto, gli attori, ritratti in mezza figura, sono ben riconoscibili nella loro individualità, il che era funzionale a promuoverne ulteriormente la grande popolarità, mentre nelle stampe del noh gli attori sono rappresentati a una certa distanza, in campo totale e quasi mai da soli. Gli attori del kabuki hanno una vita (e, appunto, una celebrità quasi divistica) che va al di là dei loro personaggi (si veda, per esempio, la stampa di Kuniyoshi che raffigura gli attori di un dramma kabuki mentre si rilassano in una casa da te dopo la recita) mentre gli attori del noh non sembrano avere una concreta esistenza al di fuori delle loro maschere e delle scene che interpretano.
KABUKI, MA
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