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La stroncatura nutre l'artista visivo!

La stroncatura nutre l'artista visivo!

Cosa crea il campo linguistico, e d'azione operativo culturale, di un artista visivo?

Su tutto la sua coscienza culturale, che cresce in proporzione a quanto sia rifiutato, dileggiato e osteggiato.

Cosa crea l'incomprensione tra l'artista e chi stronca la sua ricerca?

La mancata sincronizzazione culturale ed empatica, con la coscienza dell'osservatore.

Nel mondo delle arti visive, penso mi siano testimoni tutti gli artisti visivi viventi del globo, è impossibile che un linguaggio e una ricerca artistica visiva non siano criticate negativamente (follower ed hater ogni qualvolta si mostra un artista sui social lo dimostrano algoritmicamente).

 

La critica (o stroncatura) negativa, altro non è che da ricondurre alla coscienza critica dello spettatore, o della coscienza collettiva derivante da shitstorm virali che impongono un giudizio negando il libero arbitrio.

Critica e stroncatura dello spettatore, sono quanto di più propulsivo ci sia, per la libera ricerca artistica, alimentano connessioni e sincronizzazioni tra lo sguardo dell'artista e lo sguardo di chi osserva, il media di confronto è il linguaggio dell'arte, che consente l'interfaccia di coscienze culturali ed espressive.

La coscienza collettiva e connettiva per step evolutivi, di generazione in generazione, determina e stratifica consapevolezza artistica comune, la quale passa sempre per ciclici conflitti.

Risolto un conflitto tra artista e osservatore, se ne determina un altro, in questa modalità operano intelligenze creative come la mia, nella stessa maniera in cui si muove l'apprendimento evolutivo, che ciclicamente poniamo in essere nell'arco di una vita.

Pensate ai bambini: da un giorno all'altro, comprendono quello che non sapevano!
Il linguaggio dell'arte, ci consente una comunicazione spazio temporale a distanza, attraverso il cervello, ossia i nostri due emisferi temporali che riflettono in modalità speculare le azioni dell'altro.
L'emisfero sinistro, si occupa dell'analisi logica e razionale del linguaggio dell'arte, quella iconografica (cosa vedo? cosa leggo?), quello destro associa emotivamente in modalità creativa iconologica (cosa mi ricorda? cosa mi comunica nel suo insieme? perché mi emoziona?).
La parte destra è quella che attiviamo quando ci connettiamo creativamente per comprendere il linguaggio visivo dell'arte, la parte sinistra è quella che riproduce schemi piatti, omologati e ripetitivi, potremmo dire quella dell'artigiano.

Che il nostro cervello riproduca il bipolarismo della politica nazionale?

Il lobo destro elabora la forma, il lobo sinistro il significato creativo, pensateci:

 

c'è stato un tempo dove tutte le scritture erano ideogrammatiche, e le forme con il loro significato combinavano percettivamente la creatività , l'origine del linguaggio è da ricercarsi oggi nell'arte contemporanea fuori dal tempo.

I segnali dei due lobi, si connettono attraverso la vista, si sintetizzano attraverso il corpo calloso, che intermedia i segnali in un'area che connette il 20% della superficie dei due lobi.
Il lobo destro legge il tempo e il lobo sinistro lo spazio, la concettualizzazione cognitiva passa per la mente che intermedia le due visioni (se preferite prospettive), questo avviene nell'artista come nell'osservatore, si connettono attraverso il loro sguardo, attraverso un linguaggio movimentato dall'osservazione comune.