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La mostra collettiva Senso Luogo/Senso Tempo del progetto "Omar" ad Alberobello

E' in programma fino al 7 ottobre 2023 la mostra collettiva Senso Luogo/Senso Tempo, in corso al Victor Country Hotel di Alberobello (Ba). L'esposizione, a cura di Francesco Buonerba, è frutto di una residenza artistica e corrisponde alla quarta operazione del progetto Omar, "fondato sulla coesione di artisti che intendono sperimentare una pratica basata sull’ibridazione e l'alterità, mantenendo l’eterogeneità delle singole ricerche". 

Comunicato stampa:

Il senso del luogo descrive la nostra relazione con i luoghi, espressa in diverse dimensioni della vita umana: emozioni, biografie, immaginazione, storie ed esperienze personali. l senso del tempo fluttua tra il presente e la memoria, la noia ed il desiderio, seguendo la percezione del mondo ma soprattutto un ritmo interiore.

Il tempo e il movimento sono sempre più importanti per la società, mentre il luogo e la permanenza lo sono meno. Il senso di comunità non deriva più dal luogo in cui viviamo o ci riuniamo, ma dagli orari di lavoro, dalle abitudini e dai costumi comuni. Tali “luoghi immaginari” costituiscono una parte potente delle pratiche individuali e sociali che le persone usano consapevolmente per trasformare il mondo materiale in regni di significato ed esperienza vissuta. I sensi del luogo e del tempo sono quindi il prodotto dell’immaginazione creativa dell’individuo e della società; le loro caratteristiche non sono quindi ricevute passivamente bensì attribuite da chi le attraversa.

L’occasione nata dalla residenza presso il Victor Country Hotel ha permesso ai sette artisti coinvolti di confrontarsi con la creazione di un proprio senso del luogo in uno spazio sconosciuto, da esplorare. Naturalmente, nel confronto e nella ricerca individuale, è emerso un pensiero sullo scorrere del tempo in questo soggiorno e come affrontarlo. Le opere realizzate sono diventate la lente attraverso la quale gli artisti hanno sperimentato e dato significato alle loro esperienze, relazionali e di ricerca nel e con il luogo.

Con questo breve testo vi invitiamo ad esplorare il luogo che ci ospita, scoprirlo, con i vostri tempi, e a lasciare che i lavori che troverete lungo il vostro percorso aprano una riflessione sul vostro spazio vitale.

Benvenuti. Entrate pure, non siate timidi. All’ingresso, sulla vostra destra vi aspetta l’intervento minino e quasi immateriale di Sebastian Contreras. Ci rivedremo ancora in primavera? (2023 29,7x42cm foto a colori). La domanda lasciata alle rondini in un corridoio della Casa Rossa crea un’analogia tra il passaggio degli uccelli migratori e quello delle persone che hanno transitato in questo luogo di reclusione. Il nido vuoto e il biglietto che suggerisce un possibile incerto ritorno di chi lo ha abitato si pongono come messaggio di speranza, nel migliore dei casi, nel tentativo di colmare il vuoto nell’edificio e nel nido.

Attraversate la sala, lasciate che il vostro sguardo incontri Wherever, whenever, whatever di Alessandra Cecchini (2023, 358 x158 cm immagine generata da IA su tela gommata) e fatevi condurre all’esterno dalla curiosità di osservarlo da vicino. Alessandra ci inganna. Il suo pensiero parte dall’aspettativa, tradita, di trovare dei cavalli nei grandi campi che circondano l’Hotel, e così lascia che un’intelligenza artificiale generi quel paesaggio immagina- rio. La vostra visione è bloccata ma allo stesso tempo ampliata da questo “luogo qualsiasi, ovunque, in qualsiasi momento”, l’immagine del luogo si rivela quindi determinata da chi lo attraversa, polisemica e instabile nel tempo.

Camminate, aprite gli occhi. Una struttura attirerà la vostra attenzione è un cantiere di crescita e cambiamento. Non lo potrete vedere più in questo stato.

Seguite la discesa del lungo corridoio e troverete Spezzare il tetto della casa (2023 AZIONE: cenere del focolare di casa, corda vegetale, INSTALLAZIONE dim. variabili mixed media) il santuario che Giuseppe Mongiello ha dedicato all’ineluttabilità del passare del tempo, testimonianza di un’azione e memoria del luogo, un camper, che ha sentito suo per molti anni. Ciò che dura si indebolisce, non si può riparare. Fato e Intenzione annientano, periodicamente, le cose. Continuando, fino alla ingresso di un sonoro ipogeo sarete accompagnati dall’intervento murario di Roberto Orlando, Gli alberi crescono mentre l’erba secca vicino al muro (2023, 27 x 3,50 m pittura parietale smalto all’acqua su muro, acrilico su tela di cotone occhiellata) che lungo la parete cadenzata da una cornice ritmica e quasi barocca di colonne e rappresentazioni botaniche sperimenta sul mutamento mettendo in scena i luoghi sentiti e vissuti durante la residenza, rendendo ambigue le forme, su una superficie che inevitabilmente sparirà durante i lavori in corso. Gli inserti policromatici sono effimeri: idee, aspirazioni e futuri possibili dei luoghi esplorati. Ciò che resta è la memoria. Ora voltatevi, avvicinatevi alla soglia di un sonoro spazio ipogeo. Troverete Matteo Costanzo, che con #epicfail_statement 02 [Samia Yusuf Omar] (2023 140x96 cm mixed media su forex) , un tributo all’olimpionica somala morta cercando di attraversare il Mediterraneo dalla Libia, ci mostra un altro aspetto della percezione individuale del tempo: la fascinazione per il fallimento e per la sconfitta che diventa fretta, estetica ed estatica, una spinta a non fermarsi per raggiungere una più profonda consapevolezza di sé. Lasciatevi attrarre da un grande fico che cerca la luce. In questo spazio ieratico sarete accolti dall’installazione di Flavia Carolina D’Alessandro, Benben con Zenit relativo (2023, dim variabili, 8 elementi, spolvero su carta arrotolata, 1 elemento, foratura su carta da lucido, Ø 7x150 cm ognuno). La sua ricerca, sullo scorrere circolare del tempo in questa cupola sotterranea richiama proprio il mito egizio del Benben, la prima pietra emersa dal Caos, il raggio solare solidificato. La consapevolezza dello scorrere del Tempo, una volta nascita della coscienza umana e opportunità scultorea, con Flavia diventa possibilità di conoscere e mappare un luogo nuovo e farlo proprio tramite la luce. Sul fondo della sala, tra l’eco dei passi, troverete La tentazione di esistere (2023, 588 x 28 cm succo di erbe spontanee su lino, 16x11,5cm 100 buste succo di erbe spontanee su lino) di Serena Grassi, che affronta lo scorrere ineluttabile del Tempo. Serena utilizza materiale organico recuperato in situ per una riflessione sullo sparire e sulle tracce che si lasciano dietro di sé. Parte centrale del lavoro è l’offerta al visitatore di seguire il proprio ritmo interiore, di avere potere sul proprio Tempo. Prendete una busta, scegliete con cura. Buona deriva.

testo di Francesco Buonerba

Il progetto Omar

Nasce nel 2021 durante la residenza artistica RAMO di Giulianova (TE). La prima operazione nel 2022 "OMAR da Mauro" è stato un instant show a cura di Elisa Cescon Tedesco nell'iconica trattoria di Roma, cui sono seguiti "OMAR al Trullo" a cura di MIXTA, residenza e mostra collettiva in un trullo di Francavilla Fontana (BR) e “PRIVATE DANCE” a cura di Francesca Rossi Minelli, una viewing room direttamente sul profilo di Onlyfans.