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L'artista? Smartphone della coscienza connettiva!

L'artista? Smartphone della coscienza connettiva!

Il cammino che segue la consapevolezza dell'artista, o dell'osservatore, non è predeterminato:
chiaro che se non c'è produzione linguistica, non c'è potenziale linguistico definito da osservare.
Il nostro linguaggio, lo determina la nostra struttura e forza biologica, non abbiamo nessun controllo sulla nostra percezione linguistica dell'arte: stolto l'artista che lo pensa!
Il linguaggio dell'arte, ci muove e ci fa danzare su una musica misteriosa, suonata da un pifferaio lontano e invisibile: l'artista è un osservatore, un ascoltatore, uno che fa collassare e muovere un linguaggio o una ricerca, i suoi possibili stili linguistici sono in un albero ramificato, a ogni osservazione corrisponde un possibile cammino.
Il linguaggio dell'arte è uno strumento di consapevolezza della realtà esterna, qualcosa che rientra nella nostra percezione animale fatta d'illusione: in realtà è dentro di noi che c'è il linguaggio!
Il nostro linguaggio artistico è una questione biologica, è solo il nostro cervello a creare il senso del sé, la sensazione dell'identità, vi svelo un segreto: il linguaggio artistico come tutto ciò che ha una coscienza, non è separato da nulla, è solo manifestazione di un'unica coscienza!
L'artista in quanto osservatore è solo un localizzatole di coscienza, una coscienza collassata, come se ciascuno dei nostri cervelli vada considerato un modello di smartphone con tutte le sue applicazioni.