LOBODILATTICE

L'artista non è padrone del suo linguaggio!

Gli artisti, a prescindere dal tempo della storia che animano e vivono, non possono prescindere dal relazionarsi a un'identità collettiva!

Cosa è un'identità collettiva?

Un'identificazione creativa, dove la suggestione comunitaria, si relaziona direttamente al Divino, qualcosa che connette elitario e popolare nella scansione temporale della civiltà dell'umano!

Pensate al culto d'Osiride: in origine era questione che riguardava il faraone, poi dei nobili, nel Cristianesimo partecipa direttamente al culto Divino nel nome dell'anima immortale!

La magia del rinnovamento culturale, spirituale e artistico, passa per cicliche trasformazioni, la trasformazione si muove dalla partecipazione, la partecipazione è direttamente connessa all'esposizione!

Trasformazione è anche quella tecnica, l'artista trasforma il suo linguaggio nel tempo, attraverso l'esercizio reiterato quotidiano: il linguaggio dell'arte è quanto di più magico ci sia a disposizione dell'umano, consente d'indagare quello che non si conosce, i segni sulle pareti di una caverna cosa sono se non rappresentazione di quello che si vive e non si conosce?

Artista e linguaggio dell'arte, sono la coppia di Dioscuri: l'artista è mortale, il suo linguaggio no, paiono uniti in vita, in realtà non lo sono, il linguaggio dell'arte è un estraneo che determina perturbazioni nell'artista stesso.

Concludo: non è vero che l'artista è una biografia individuale, il linguaggio di un artista, nasce e muove soltanto dalla relazione con l'altro!