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Con l'arte viaggi nel tempo!

Con l'arte viaggi nel tempo!

Cosa sia realmente l'umano, lo si può desumer da come si relaziona all'arte.

La capacità di relazionarsi al linguaggio delle arti visive (che sarebbe il caso di chiamare maggiori), vuole dire avere la capacità d'individuarsi autonomamente nell'ambito di una moltitudine (o se preferite massa o gregge): osserviamo, riflettiamo e ci esprimiamo criticamente (e individualmente) in autonomia (si spera).

Quando siamo dinanzi alle arte visive (maggiori) altro non facciamo che utilizzarle rappresentando la nostra mappatura cognitiva, associativa e culturale.

L'arte contemporanea, nel suo antiaccademismo iconoclastico individuale, è lo strumento ideale per riflettere: partendo dal porsi al centro delle proprie problematiche.

Quando leggiamo i linguaggi dell'arte visiva (maggiore) contemporanea, stiamo affrontando i nostri irrisolti, per questo attrae tanto, per questo chi la produce dipende terapeuticamente dal suo linguaggio (io sono un artedipendente dichiarato).

Il nostro linguaggio artistico ha sempre un percorso circolare, lo stesso che tende a fare il bambino quando comincia a disegnare (o segnare), perimetrando e mappando la sua realtà, siamo fatti per orientarci con lui.

Il movimento circolare, il segno circolare, muove tutta la nostra essenza umana, biologicamente siamo programmati per orientarci con i nostri segni, riproduciamo il nostro cosmo connettivo.

Adesso, se vi chiedessi: 

A cosa serve realmente il navigatore del nostro smartphone?
Ci serve sul serio conoscere il nome di una strada per ritrovarla?
Quando viaggiamo, conosciamo sul serio guidati dai nostri navigatori cellulari o coltiviamo passivamente la nostra latente ignoranza animale?

 

La forza del linguaggio artistico muove sempre azioni e reazioni uguali e contrarie da parte di chi l'osserva, attenzione: mai fare l'errore di pensare che tra gli osservatori non ci sia anche chi determina il proprio linguaggio, quando un artista visivo (maggiore), mette in circolo linguaggio, quel linguaggio non è più di nessuno, diventa un connettore, un portale di comunicazione tra chi l'offende e chi lo difende, tra follower e hater, è così da millenni.

Il linguaggio dell'arte è "a planet in the making", il pianete in formazione che siamo riusciti con linguaggio artistico maggiore a globalizzare più di 40000 anni fa, è il microcosmo che ci orienta individualmente verso l'altrove.

Sul serio volete rinunciare a questo per il vostro navigatore satellitare, wikipedia e le tratte Ryanair? 

Pensate sul serio che viaggiare da fermi, voglia dire andare un fine settimana a Londra da Cagliari e poi tornare?

E se il mondo lo si comprendesse meglio abitando e ruotando intorno alle proprie superfici e i propri spazi?