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Dica Dukkha!

Dica Dukkha!

L'artista attraverso la sua ricerca linguistica, altro non fa, che elaborare nell'arco di una vita, una tecnica per centrarsi, la sua tecnica mira a evitare quello che Budda chiama Dukkha, erroneamente tradotta per secoli come "sofferenza", Dukkha in realtà è una ruota con asse fuori centro, chiaramente con ruote decentrate si sbanda, si sussulta e si deraglia, insomma quello che accade all'umano usualmente.
L'artista visivo consapevole della propria unicità, ritrova sempre il suo centro, attenzione, centrarsi non vuole dire controllo, certezza e stabilità, perché questo vorrebbe dire perdere connessioni e legami con gli altri e con l'altro, centrarsi vuole dire sapere osservare e godersi l'alternarsi dei tempi e dei cicli, è il movimento tra centro e periferia, che gli concede il giusto equilibrio mobile per centrarsi, il centro non è lui, è il suo linguaggio che mette in circolo, lui si muove tra centro e periferia in cerca di un centro di gravità permanente, il centro è vuoto, non è lui in quanto identità, ma è ciò che determina con la sua produzione di senso.
Centrandosi osservandosi in movimento perpetuo, questa è l'autoriflessione che determina la consapevolezza del soggetto, il soggetto esiste in completa identità con l'oggetto che esperisce, non c'è inizio e non c'è fine, pare vuoto ma è pieno, pare pieno ma è vuoto, attraverso la simbiosi tra oggetto e soggetto, la propria periferia e il proprio centro cessano d'essere distinti: la realtà linguistica dell'arte diviene non divisa e non divisibile dall'umano che la determina!