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40000 anni fa era arte contemporanea!

40000 anni fa era arte contemporanea!

 

Il cervello di un artista lavora come un banale computer, questo vuole dire che più gli si commissiona lavoro, o più gli si danno cose da fare, più l'artista rallenta in termini di ricerca di senso personale.

La ricerca linguistica dell'arte visiva, è sempre una simulazione cognitiva, una formulazione di codici di rappresentazione virtuale che vivono in quanto esterne alla visione (anche quella dello stesso artista). Una modalità per capire il legame, che c'è tra un artefatto e come si relaziona allo spazio, è leggerlo nello spazio dove viene collocato, d'istinto si legge la sua simmetria.

Perché nella lettura dei linguaggi visivi dell'arte, ci muoviamo attraverso la simmetria?

Perché naturalmente, leggiamo e percepiamo l'universo come simmetrico, l'universo esterno a noi lo riversiamo nei codici di percezione linguistica dell'arte, e determiniamo una simmetria simbolica e ideica rispetto a qualcosa, il cervello di chi osserva i linguaggi visivi dell'arte, interpreta un istinto di lettura basato sull'archetipicità.

L'archetipo universale è una chiave di lettura percettiva che non si può mutare o influenzare, duale è per esempio nella cultura indiana, la simmetria tra Shiva e Vishnu, mediate da Brahma (la mente dell'universo che intermedia opposte simmetrie).

Questo per dire che la percezione linguistica dell'arte, fa capo a riferimenti archetipi che astraggono il linguaggio dell'arte, da una percezione temporale, gli artisti visivi, da decine di migliaia d'anni, raccontano gli stessi miti, frutto di una creazione umana di rappresentazione virtuale continuamente remixata. Vi faccio una confidenza, un sapiens di 40000 anni fa, capirebbe subito la nostra segnaletica stradale globalizzata e anche un quadro di Caravaggio, perché quel sapiens ha il nostro stesso codice interpretativo dell'arte.