PROROGA | ELPIS - Dove nasce la speranza
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PROROGA | ELPIS - Dove nasce la speranza
Comunicato
UNIVERSITA’ CATTOLICA DEL SACRO CUORE
MILANO
Largo Gemelli 1 e via Carducci 28/30
ELPÌS - Dove nasce la speranza
13 giugno - 30 settembre 2025
prorogata al 24 ottobre 2025
a cura di
Arianna Bono, Matilde Cauteruccio, Matilde Dante, Maria Laura Foti,
Sara Ravelli, Alessandra Mara Sartori di Borgoricco, Melania Sisinno
comunicato stampa 15.09.2025
E’ prorogata a venerdì 24 ottobre la mostra di Gianfranco Meggiato, allestita nei chiostri dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dal titolo "ELPÌS – Dove nasce la speranza".
Curata dalle studentesse Arianna Bono, Matilde Cauteruccio, Matilde Dante, Maria Laura Foti, Sara Ravelli, Alessandra Mara Sartori di Borgoricco e Melania Sisinno, con illustrazioni a cura di Francesca Iperico, l’esposizione, ambientata nelle due sedi limitrofe di Largo Gemelli 1 e di via Carducci 28/3, continua ad attrarre un pubblico numeroso con sculture monumentali che uniscono spiritualità, materia e metafisica,.
La rassegna si configura come un percorso ideato dagli studenti per gli studenti e aperto al tempo stesso alla collettività: un invito a vivere l’arte come sia come esperienza condivisa sia in quanto momento di intima riflessione. Le curatrici affermano: «Curare questa mostra, in qualità di studentesse, rappresenta per noi un’opportunità preziosa per avviare un dialogo intergenerazionale che metta in discussione le definizioni di speranza. L’intento non è quello di proporre un concetto già compiuto, ma piuttosto di frammentarlo e ricostruirlo collettivamente, a partire dalle singole esperienze vissute. In questo processo, la speranza diventa un territorio comune da abitare insieme, uno spazio aperto al confronto, alla riflessione e alla possibilità».
L’espressione artistica trasmette speranza, diffonde bellezza e genera possibilità di cambiamento; pertanto l’università, intesa come organismo vivente, diventa uno spazio in cui la creatività si manifesta in espressioni inattese. La poetica di Meggiato, interprete riconosciuto a livello internazionale per il dialogo tra arte e interiorità, offre così un punto d’incontro, un rifugio fertile, dove ognuno può ritrovare lo stimolo e la forza per guardare al futuro con fiducia, sentendosi parte di un’energia collettiva in grado di produrre positività di fronte alle difficili sfide del presente. Il titolo della mostra, Elpìs – dal greco speranza – trasmette l’idea di nuove possibilità mai realizzate, che vivono negli sguardi, nei sogni e nelle menti di chi, ancora oggi, vive la speranza come atto radicale.
Come in “Le Città Invisibili” di Italo Calvino, Elpìs non ha confini precisi: prendendo vita dall’Università Cattolica si costruisce tra un pensiero e un gesto concreto, traboccando verso l’esterno, oltrepassando i limiti istituzionali per farsi spazio condiviso, luogo di dialogo e azione. Intrecciandosi con il tessuto urbano e umano, in questo fluire, diventa così una fonte di sublimazione collettiva.
Il percorso espositivo mette in luce le forme fluide e meditative di Meggiato, stimola una riflessione sulla Speranza, invita i giovani ad aprire a uno sguardo personale e collettivo sul futuro. Nelle parole dell’artista: «L’arte, che è sopravvissuta a tutte le guerre, le calamità e le distruzioni della storia, ha da sempre rappresentato il picco culturale e spirituale dell’umanità. Nel suo perpetuarsi nel tempo, superando i secoli, malgrado tutto, l’arte è una manifestazione plastica della forza inarrestabile della speranza».
Le sculture, collocate tra chiostri e luoghi di ritrovo universitario in un percorso espositivo non convenzionale, esortano i visitatori a un’esperienza diretta e sensoriale, che concepisce le opere come elementi che possono essere toccati e ruotati, da esplorare fisicamente oltre che con lo sguardo. In Largo Gemelli si ammira la gran parte delle opere e precisamente: Il Soffio della Vita, Colpo d’Ala, Risveglio, Il Volo, Lo Specchio dell’Assoluto; mentre in via Carducci sono ambientate L’Incontro e Oltre il Finito. Realizzate in alluminio mediante fusione a staffa e rifinite con verniciatura a forno, le sculture si presentano interamente bianche, a sottolineare l’idea di trascendenza e leggerezza eterea. Con il loro linguaggio simbolico e visionario, accompagnano il visitatore in un percorso di rinascita e riflessione, evocano archetipi universali come il coraggio nel dolore, la tensione verso l’oltre, il risveglio dell’anima e l’incontro con l’altro.
Durante l’intero periodo espositivo si svolgono visite guidate e attività collaterali, pensate come momenti di socializzazione e condivisione. Il pubblico è invitato a lasciare una propria riflessione sul tema della speranza, attraverso testimonianze e pensieri nati dall’esperienza della mostra. Gli stimoli offerti si concretizzano in un calendario ricco di iniziative culturali - tra cui bookclub, cineforum e visite guidate - che favoriscono un’attiva partecipazione. Sono inoltre disponibili cartoline su cui scrivere un contributo personale, da porre in appositi contenitori. Le testimonianze selezionate confluiranno in un volume, che restituirà il percorso condiviso di pensiero e partecipazione emerso durante l’esposizione.
Cenni biografici
Gianfranco Meggiato (26 agosto 1963, Venezia) si forma all'Istituto Statale d'Arte, studiando scultura in pietra, bronzo, legno e ceramica. La sua arte si ispira ai maestri del Novecento come Brancusi, Moore e Calder, esplorando il rapporto tra pieno e vuoto, e dando importanza allo spazio.
A partire dal 1998 è invitato a esporre in musei, gallerie e piazze pubbliche di tutto il mondo: USA, Canada, Gran Bretagna, Danimarca, Germania, Belgio, Olanda, Francia, Austria, Svizzera, Spagna, Portogallo, Principato di Monaco, Ucraina, Russia, India, Cina, Emirati Arabi, Kuwait, Corea del Sud, Singapore, Taipei, Australia.
Ha partecipato a eventi prestigiosi come la Biennale di Venezia nei padiglioni nazionali (2011-2013) e a MANIFESTA12 (2018). Nel 2017 ha ricevuto il Premio ICOMOS-UNESCO per la sua abilità nel fondere l’antico e il contemporaneo. Le sue opere recenti includono installazioni hi simboliche in luoghi iconici, come La Spirale della Vita a Palermo (2018), Il Giardino di Zyz a Matera (2019) un’installazione interculturale a forma di mano di Fatima nella logica che tutto è uno, L’Uomo Quantico ad Agrigento nella Valle dei Templi (2021) e Il Respiro della forma a Pisa (2022). Nel 2023 ha installato a Roma L’Incontro Simbolo di Pace installazione dedicata alla pace nel primo anniversario della guerra in Ucraina. Nel 2024 ha esposto a Roma I Diòscuri tornano a Roma, installazione di 11 sculture e sempre con un’installazione di 11 sculture ha esposto a Forte dei Marmi Risveglio. Il suo ultimo progetto Linee dell’Invisibile a Baku, Azerbaijan, è una mostra personale con 39 opere al Heydar Aliyev Center disegnato da Zaha Hadid.
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