Tobia Ravà – Matematiche metafisiche
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Tobia Ravà – Matematiche metafisiche
Comunicato
Tobia Ravà utilizza la ghematrià (“gimatreya”, permutazione lettera-numero) ed i concetti della kabbalah (“ricezione”, tradizione mistica del pensiero ebraico), in cui qualsiasi elemento è legato agli altri. La particolarità del suo lavoro risiede infatti nella texture alfa-numerica legata alla ghematrià, e alla kabbalah che studia meticolosamente prima della stesura sulla superficie dell’opera. Egli ricrea i luoghi del reale servendosi di un linguaggio codificato riferito ai numeri relativi alla traslitterazione delle 22 lettere che compongono l’alfabeto ebraico, che hanno un significato al contempo etico, spirituale e numerologico.
Le 10 Sephirot ("enumerare” in ebraico) sono gli attributi divini che l’artista vede come degli ascensori per l’elevazione dell’anima di ognuno e la riqualificazione del mondo intero.
In una fase storica come quella che stiamo attraversando, l'umanesimo è messo in pericolo da problemi percepiti come insormontabili e conflitti che sembrano non aver più fine, Tobia Ravà ci parla di valori, principi etici e morali, di un mondo inclusivo e di un uomo riqualificato, di una dimensione spirituale in cui l’arte costruisce ed eleva l’essere umano.
Ha inventato così un suo universo originale fatto di lettere e numeri che vanno a posarsi su prati, alberi, boschi, ponti, architetture, sia su elementi naturali che manufatti creati dall’uomo nell’idea che l’essere umano debba farsi socio di Dio nella creazione e puntare all’armonia del tutto, soprattutto tra uomo-uomo e uomo-ambiente. Analizzare o semplicemente contemplare le sue opere equivale a compiere un viaggio interiore, di sogni ed utopie.
I suoi lavori si basano quindi sulle corrispondenze tra cifre e parole, tra i valori numerici presenti nelle sequenze matematiche ed i concetti della mistica ebraica. Con le sue rappresentazioni egli propone un percorso etico-filosofico, al contempo antichissimo e contemporaneo, per una nuova lettura in chiave etica dell’agire nel mondo in cui viviamo.
Il percorso mistico-matematico delle rappresentazioni dell'artista dona all'osservatore una chiave segreta per leggere e ammirare le creazioni in un continuum temporale tra ciò che era e ciò che sarà.
Molte opere scaturiscono dal magico incontro tra l'antico, il presente e il futuro.
L’esposizione presenta lavori dell’artista riguardanti il tempo, la storia, il mondo animale e naturale, ma anche quelli inerenti le opere dell'ingegno umano, come architetture, con percorsi e sequenze che mettono in relazione spazio e tempo. In queste rappresentazioni si evidenzia un recupero dei valori legati alla bellezza e al rispetto dell’ambiente, ma anche della storia e di tutto ciò che l’uomo ha prodotto e produrrà come risultato di conoscenze e saperi. Nell'esposizione sono presenti soggetti ben conosciuti come i suoi ormai iconici boschi, alberi, orologi, tre grandi rasi con il Lago di Como, un bosco policromo e il Ponte di Rialto a delineare perfettamente quel continuum tra ciò che era e ciò che sarà, anche grazie all'unione tra la rappresentazione di un soggetto storico e l'utilizzo di una tecnica innovativa. Vi sono poi le opere eseguite in alluminio specchiante con la tecnica dei raggi uv, quali i volti di Eleonora Duse, Freya Stark, e di giovani donne con i capelli colorati di verde e d’azzurro.
Tutti questi lavori sono nati nel suo atelier, un luogo magico in cui crea le sue opere, elucubra teorie ed effettua sempre nuove scoperte. Qui sono nate le due Congetture di Ravà (ora teoremi) la prima sulla sequenza di Fibonacci e la seconda sui numeri primi.
Le opere in esposizione a Bologna mostrano immagini gioiose, energetiche e vitali quali possibili strade da seguire, in relazione all’altro, al diverso, auspicando una sempre più proficua collaborazione con chi proviene da mondi differenti ed un rapporto più corretto, giusto, rispettoso nei confronti dell’ambiente, del mondo animale, della natura e del cosmo, nella convinzione che l’arte può contribuire molto a cambiare questa umanità che - sempre più povera di spirito e di valori - sembra destinata inesorabilmente a precipitare in un baratro senza fine se non si fa guidare dalla luce.
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