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Rise and Fall | Romina Bassu

Inaugura

Sabato, 14 Settembre, 2019 - 19:00

Presso

Fourteen ArTellaro
Piazza Figoli 14 tellaro di Lerici SP

A cura di

Gino D'Ugo

Partecipa

Romina Bassu

Fino a

Domenica, 20 Ottobre, 2019 - 12:45

Rise and Fall | Romina Bassu

Comunicato

Rise and Fall | Romina Bassu

 

 

Rassegna La superficie Accidentata

a cura di Gino D’Ugo

 

La prossima esposizione personale ospitata dallo spazio di Fourteen è della pittrice romana Romina Bassu che chiuderà il lungo ciclo di esposizioni per rassegna La superficie accidentata, in corso da Maggio 2018

 

Romina Bassu presenta, per la rassegna “La superficie accidentata”, alcuni lavori che interpretano il legame tra donna, corpo e vulnerabilità: tre elementi che, attraverso la narrazione pittorica, definiscono uno spazio esistenziale e che in senso più ampio potrebbero essere estesi a una continua ricerca di equilibrio tra l’essere umano e la pressione sociale.

 

Attraverso l’attimo di black out, l’errore, la perdita d’equilibrio, mente e corpo cercano un individuale riallineamento dei conflitti imposti da parametri a loro estranei di una società di massa.

Nei dipinti, risolti come un piano sequenza cinematografico, una figura femminile perde l’equilibrio e precipita a terra. Questa perdita della stabilità ci pone di fronte all’ambiguità del corpo, inteso come struttura limitata e difettosa. La manifestazione corporea rende visibile dall’esterno la vulnerabilità della condizione umana di fronte alla caduta dei fragili equilibri psichici che risiedono all'interno.

L’accettazione di tale condizione apre uno scenario di consapevolezza, in particolar modo per l’identità femminile, definita nella società del consumo in base a una idealizzata perfezione, bellezza e vitalità. Emergono così le zone d’ombra, normalmente occultate dall’esaltazione dell’apparenza, che ricorda la caducità che ci appartiene.

 

Si tratta di temi che di frequente ricorrono nella poetica della pittrice romana: le sue protagoniste incarnano, infatti, le contraddizioni di una società che, ancora oggi, proietta sulla figura femminile stereotipi appartenenti a un immaginario in bianco e nero, schiacciandone l’identità psicologica e riducendo la complessità a uno schema troppo semplicistico e quasi bidimensionale.

 

Nella sua pittura la bidimensione si riapproria della alla terza dimensione, ovvero quella del reale che mette a confronto individuo e coscienza attraverso una dimensione “accidentata”.

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