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Riccardo Luchini. Come un Paesaggio

Inaugura

Sabato, 6 Aprile, 2024 - 17:00

Presso

Galleria Arianna Sartori
Via Cappello 17, Mantova

A cura di

Arianna Sartori

Partecipa

Riccardo Luchini

Fino a

Giovedì, 18 Aprile, 2024 - 19:30

Riccardo Luchini. Come un Paesaggio

Comunicato

La Galleria “Arianna Sartori” di Mantova, nella sede di Via Cappello 17, presenta a distanza di due anni, una nuova mostra personale dell’Artista Riccardo Luchini intitolata “Come un Paesaggio”, curata da Arianna Sartori e accompagnata da un testo di presentazione del critico e storico dell’arte Giovanni Faccenda.

La mostra, che si inaugura Sabato 6 aprile alle ore 17.00, presenta un ciclo di opere recenti e realizzate a tecnica mista e olio.

L’esposizione resterà aperta al pubblico fino al prossimo 18 aprile 2024 con il seguente orario: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, chiuso Domenica e Festivi.

Per informazioni: tel. 0376.324260, info@ariannasartori.eu

 

«Viareggio. Vengono in mente alcuni versi di Testori: “Canta nell’orrore degli spasimi/quando ogni evento/sembra farsi negazione e ombra.” Echeggiano, remoti, all’interno dei paesaggi urbani di Riccardo Luchini, soprattutto dinanzi all’asciutta rappresentazione di luoghi che esprimono una poesia asprigna ed essenziale nonché una tensione esistenziale vibrante e fortemente evocativa.
La pittura, febbrile, dissotterra umori variegati; immediatamente, li trasferisce in una dimensione del visibile nella quale l’apparenza è soltanto una proiezione di ciò che vi abita in modo germinale: pensieri, ricordi, distinti stati d’animo. È in questa realtà soggettiva -beffarda poiché apparentemente facile da decifrare- che Luchini ambienta contesti urbani risorti in chiave sentimentale: luoghi di partenze, ritorni e transiti nei quali il fantasma dell’uomo moderno aleggia con spessore emblematico.
Prospettive vertiginose scandiscono successivi ambiti di strade, ponti, case e binari “morti” di ferrovie in cui ti è dato soltanto di immaginare treni dismessi: cancellati, questi, come ogni impronta umana negli isolati scenari circostanti. Ma l’assenza è solo fisica, tanto da costruire un sublime paradosso di fronte alla moltitudine di anime che insistono invisibili in ogni specifico angolo del curato contesto iconografico.
Si direbbe un ulteriore versante del realismo esistenziale quello che Luchini raggiunge con considerevoli temperature emotive: attesa da contradditorie ribalte metropolitane -dove, di tutto, alla fine è vero soprattutto il contrario-, la ricerca del talentuoso pittore giunge infatti a distillare entità immateriali che pullulano nell’aria, come inquietanti presagi.
L’impianto cromatico, scevro da artificiosità e succedanei, collima fertile: vi si mescolano toni e trasparenze che esaltano una diffusa dominante di grigio cenere sospesa nell’aria e nelle tipiche atmosfere con periodicità eloquente. Il resto -brividi, palpitazioni, speranze spente nel disincanto- non può che riverberarsi, ermetico ben oltre».

Giovanni Faccenda, 2011

 

Riccardo Luchini nasce a Milano nel 1949.

Ha svolto il ruolo di docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, l’Accademia di Belle Arti di Roma, l’Accademia di Belle Arti di Carrara e Accademia di Belle Arti di Urbino.

Vive e lavora a Pieve a Elici di Massarosa (LU).

 

Di Lui hanno scritto: Tommaso Paloscia, Dino Carlesi, Nicola Micieli, Paolo Levi, Massimo Bertozzi, Claudio Giumelli, Giuseppe Cordoni, Giovanni Faccenda, Lodovico Gierut, Anna Vittoria Laghi, Serena Vanzaghi, Melina Scalise, Paolo Nerbi, Stefano Silvestri, Maria Gabriella Savoia, Bruna Nizzola, Roberto Valcamonici, Marcella Malfatti, Giuseppe Parisio, Adolfo Lippi, Giammarco Puntelli, Giovanni Stella.

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