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Pierluca Cetera / Giulio Giancarlo Nunziato: I Verbi Brevi

Inaugura

Martedì, 26 Giugno, 2018 - 19:00

Presso

Kunstschau_Contemporary place
Via G. Toma 72, Lecce

A cura di

Nicola Zito

Partecipa

Pierluca Cetera Giulio Giancarlo Nunziato

Fino a

Venerdì, 20 Luglio, 2018 - 21:00

Pierluca Cetera / Giulio Giancarlo Nunziato: I Verbi Brevi

Comunicato

Martedì 26 giugno 2018 alle ore 19.00, Kunstschau – Contemporary Place a Lecce, in via Gioacchino Toma 72, inaugura la quarta mostra dal titolo I Verbi Brevi con le opere di Pierluca Cetera (Taranto, 1969, vive e opera a Gioia del Colle) e Giancarlo Nunziato (Gagliano del Capo, Le, 1991, vive e opera a Lecce), a cura di Nicola Zito.

“Brevi verbi come aprire occhi chiusi oppure come chiudere occhi aperti. Brevi verbi come unire, intrecciando attitudini e linguaggi, per la creazione di una sincronia artistica che si concretizza nella pittura. È con questo intento combinatorio che Pierluca Cetera e Giancarlo Nunziato, intessendo le loro peculiari traiettorie pittoriche, letteralmente sovrappongono i propri interventi sull’opera dipinta dall’altro.

Sul volto dei soggetti, rappresentati con gli occhi chiusi e come fermati in una condizione di sospensione temporale, Cetera e Nunziato intervengono (vicendevolmente) dipingendo sulle palpebre serrate occhi aperti, sguardi differenti innestati su quelli che, in realtà, si possono solamente intuire. Su fogli semitrasparenti, che si tramutano in leggeri strati di significato, gli artisti si muovono su un percorso pittorico che è stato già tracciato; si viene a creare in questo modo non un’invasione dello spazio altrui, bensì un’interconnessione complementare che è resa attraverso stratificazioni di segni e di colore, che sono al medesimo tempo la sovrapposizione di momenti e la descrizione di movimenti rapidissimi, che risultano appena percettibili.

Gli Insonni di Pierluca Cetera e le Terre di Giancarlo Nunziato, protagonisti bloccati in una muta condizione di stasi, rappresentati in una dimensione che è posta al di fuori dal tempo (proprio perché racchiude in sé più tempi), dunque intessono tra di loro una silenziosa conversazione di sguardi/non sguardi, in un gioco di rimbalzi tanto visivi quanto concettuali costruito sull’incrociarsi delle suggestioni e sulla reciprocità degli intenti.

Si arriva così a innescare un dialogo che è alimentato dalla sovrapposizione di forme, di segni e di frammenti, e che viene installato, racchiuso, in uno spazio ben definito e circoscritto che si trasforma in uno scrigno, nel quale conservare l’essenza dell’intera operazione artistica, una doppia visione intrecciata, combinatoria come la natura dello scambio tra i due pittori, palindroma come i verbi brevi, istantanea come l’attimo del chiudersi – o del dischiudersi – degli occhi”.

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