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Comunicato
La mappa è, per definizione, una ricostruzione grafica che seleziona solo alcuni elementi della realtà, quelli utili alla volontà di controllo e dominio sull’oggetto rappresentato.
I lavori di Gianni Nieddu raccontano, come mappe, le geografie tracciate sui corpi da questa volontà. Il tratteggio delimita la scelta dei tagli e fornisce istruzioni al processo di macellazione in cui gli animali sono riconosciuti parte lesa.
Nelle tele sembrerebbero agire due movimenti contrari. Sulla figura, accentramento e stilizzazione riducono l’animale alle caratteristiche essenziali della specie, privandolo del racconto di un qualche contrassegno particolare. Di contro, i tagli strappano l’immagine e generano con questa lesione disseminazione, dispersione. Il risultato è una sintesi in cui spinta centripeta e centrifuga non si annullano ma rimangono forze attive e complementari nella convivenza di carne e numeri.
La ricerca dell’equilibrio guida la rete di relazioni esterne ed interne alle opere. I lavori nascono in stretta connessione con la storia dello spazio che li ospita e restituiscono la cifra quasi normativa che guida l’operazione del macello. L’atmosfera asettica si serve sulle tele di una compostezza compositiva complessa, in cui l’apparenza accidentale e gettata di linee e denominazioni si rivela invece l’ossatura che sorregge l’intero impianto.
Il segno dell’autore lavora a una costante e misurata sottrazione di peso, senza per questo perdere di intensità. Nell’eccesso come nel vuoto, si muove leggero e tagliente, qualità vicine per familiarità all’ironia come alla poesia.
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