LOBODILATTICE

PADRE NOSTRO/Oltre Forma

Inaugura

Venerdì, 9 Maggio, 2025 - 19:00

Presso

Villa Emma
via Giacomo Matteotti 44

A cura di

Enrica Benedetto per l'installazione di Gerardo Rosato , Pola Ponti e Marina Riviera Visentin per la performance

Partecipa

Gerardo Rosato, Paola Ponti, Marina Rivera Visentin, Romano Franco Ponti, Enrico Roberto Visentin

Fino a

Lunedì, 9 Giugno, 2025 - 21:00

PADRE NOSTRO/Oltre Forma

Comunicato

Gerardo Rosato nell’installazione interattiva Oltre Forma, in dialogo con PADRE NOSTRO di Pola Ponti e Marina Riviera Visentin
Performer: Paola Ponti, Marina Rivera Visentin, Romano Franco Ponti, Enrico Roberto Visentin

L’installazione interattiva Oltre Forma di Gerardo Rosato si inserisce nel contesto della performance PADRE NOSTRO di Pola Ponti e Marina Riviera Visentin, offrendo un’esperienza immersiva e simbolica. Si configura come un dispositivo poetico capace di intrecciare gesto e materia, memoria e visione, generando un dialogo visivo e performativo.

All’interno della storica Villa Emma a Castelucchio, l’incontro tra arti visive e performance trova piena espressione. Tra oggetti quotidiani e frammenti poetici, fili di ferro e parole sospese, prende forma una narrazione intergenerazionale che esplora il legame tra padri e figlie: da un lato la ricerca di comprensione, dall’altro il desiderio di essere ascoltate.

Oltre Forma assume una funzione scenica di forte impatto, diventando un corpo aggiuntivo in dialogo con le performer e i loro padri. La sua struttura sospesa si anima grazie all’interazione del pubblico. Le sculture leggere, fluttuanti, si trasformano con la luce e l’ombra, rivelando forme mutevoli. L’opera non si contempla soltanto: si attraversa, si illumina, si modifica. Ogni spettatore diventa co-autore, ogni ombra proiettata racconta una storia.

Realizzata in filo di ferro, la scultura si attiva nel buio tramite piccoli dispositivi luminosi portatili. Il pubblico è chiamato a esplorare, illuminare, svelare. Come le figlie invitano i padri a entrare in uno spazio sconosciuto, il pubblico varca una soglia emotiva e concettuale, dove la luce costruisce e l’ombra narra.

All’ingresso della villa, un’installazione simbolica rappresenta Gerardo e suo padre, uniti dallo stesso mestiere e dal gesto tramandato. In una delle sale, gocce di metallo fuso sospese nello spazio evocano la fusione tra padre e figlio, trasformata in materia, memoria e continuità.

Un filo di ferro collega i corpi, una luce discreta li attraversa.
È in questo dettaglio che si rivela il significato più profondo:
un filo di luce tra i corpi e le ombre.

Enrica Benedetto
 

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