LOBODILATTICE

Note Segrete

Inaugura

Domenica, 5 Novembre, 2017 - 18:00

Presso

PaRDeS - Laboratorio di Ricerca d'Arte Contemporanea
Via Miranese 42 - 30035 Mirano

A cura di

Maria Luisa Trevisan

Partecipa

Aldo Pallaro - Angela Pampolini - Antonio Giancaterino - Arianna Cola - Arturo Martini - Barbara Nahmad - Barbara Pelizzon - Bobo Ivancich - Bruno Lucchi - Carla Viparelli - Cesare Vignato – Enas Elkorazy - Franco Corrocher - Hertha Miessner - Ida Harm - Ion Koman - Jiri Kolar - Leda Guerra - Luigi Gattinara - Maria Chiara Gatti - Maria Pia Fanna Roncoroni - Mario De Leo - Matthias Brandes - Pain Azyme - Paola Volpato - Paolo Della Corte - Paolo Loschi - Roberto Fontanella - Rolando Estévez Jordán - Santina Ricupero - Silvano Biasi - Sirio Luginbühl - Stefania Fabrizi - Tobia Ravà - Tony Lucarda - Toni Zarpellon - Zdravko Milić - ZhongQi Geng.

Fino a

Domenica, 12 Novembre, 2017 - 20:00

Note Segrete

Comunicato

Domenica 5 novembre ore 18 a PaRDeS “Note segrete” con Argit Karla Butzke, soprano, ed Alessandra Semenzato, pianoforte. Musiche di Alma Schindler Mahler, Clara Wieck Schumann, Fanny Mendelssohn Hensel.

 

Ingesso libero solo su prenotazione (posti limitati).

 

In collaborazione con Boschello Pianoforti, Mirano

 

Da sempre la donna ha avuto un ruolo di secondo ordine nell'ambito della creazione musicale, a differenza di quanto accaduto nel resto del mondo artistico, come ad esempio nella pittura, nella scultura, nella letteratura e nel teatro, dove si riscontrano casi di donne (poche per la verità in rapporto all’uomo) che hanno raggiunto una certa notorietà.

Nella musica la donna ha giocato perlopiù un ruolo da interprete, basti pensare all'immagine che ci deriva da un retaggio ottocentesco che la vuole dolce e un po' sfocata mentre suona il pianoforte, il violino o l'arpa in un salotto con pochi intimi.

“Fino a pochi decenni fa alle donne è stata negata perfino l'istruzione in quanto, quando si avvicinavano al lavoro artistico questo doveva rimanere sempre a livello di hobby, era costretta a restare confinato nell'incertezza del dilettantismo: fare arte andava e va bene se è segno di buona educazione e di civiltà, non era e non è ammesso che all'arte si dedichi la vita né che con l'arte si possa vivere, se ne possa fare una professione, perché intraprendere il lavoro artistico professionalmente vorrebbe dire cercare l'indipendenza, quell'emancipazione, autodeterminazione e libertà che il mondo maschile nega pro domo sua. In musica, il caso più drammatico di esclusione dallo studio e dal mestiere ha riguardato l'ambito della composizione, per tradizione millenaria tesaurizzato dalla mente speculativa dell'uomo.” (Renzo Cresti, Donne in musica, in Parole di donna, Avellino luglio 2002 e febbraio 2003)

Nella ricerca effettuata da Argit Karla Butzke e Alessandra Semenzato, al contrario, emerge quanto siano state e sono le donne che possono a pieno diritto vantare il titolo di compositrici al pari dell'uomo, costrette purtroppo a rimanere nell'ombra.

In particolare si sono orientate nella scelta di tre grandi figure femminili appartenenti all'ambito mitteleuropeo: Fanny Mendelssohn-Hensel, Clara Wieck Schumann ed Alma Schindler Mahler.

Nate tutte e tre in ambienti di grande cultura ottocentesca, a volte stimolate ed incentivate, molto spesso ostacolate da padri, fratelli e mariti, a perseguire il loro talento compositivo.

Cresciute attorniate dai maggiori artisti dell'epoca si sono confrontate con l'ispirazione e le nuove idee che stavano configurando nuovi stili musicali.

Fanny, Clara e Alma hanno dovuto lottare per essere riconosciute come compositrici e spesso non hanno avuto la dovuta e meritata soddisfazione.

Infatti, per volere del padre, il quale le ricordava sempre il suo ruolo primario di madre e moglie, Fanny ha vissuto all'ombra dell'illustre fratello Felix.

Nata nel 1805 Fanny era una donna molto determinata al punto che riuscì a pubblicare autonomamente alcune delle sue opere: “ Sto iniziando a pubblicare e l'ho fatto di mia spontanea volontà e non posso incolpare nessuno della mia famiglia se rimarrò delusa. Spero di non infastidirvi tutti, poiché sono una femme libre....Se la mia pubblicazione sarà gradita e riceverò ulteriori richieste, sarò molto felice e questo rappresenterà per me un grande stimolo e ne ho sempre bisogno per creare. Se no, rimarrò allo stesso punto dove sono sempre stata.” (9 luglio 1846)

I Lieder in programma appartengono tutti alle sue prime composizioni: da subito colpisce il carattere brillante, la capacità introspettiva, la profondità non solo del sentimento ma anche dell'idea musicale che contraddistinguono Fanny. Pianisticamente essi rivelano il suo virtuosismo straordinario, sappiamo infatti che già adolescente Fanny era capace di eseguire 24 preludi di Bach a memoria.

Questi lieder si caratterizzano per una complessità armonica non indifferente che possiamo cogliere sia all'interno di ogni singolo Lied, sia nel complesso del ciclo che li raggruppa.

 

Clara Schumann (1819 – 1896) crebbe anche lei in un ambiente musicale fertile, il padre compositore e la madre pianista e cantante, si è contraddistinta fin dalla tenera età per essere una concertista destinata ad una carriera di successo, carriera per la quale il padre inizialmente ha avuto un ruolo determinate.

Impossibile parlare di Clara senza comprendere anche Robert: è nota tutta la travagliata vicenda del loro amore contrastato proprio da G.Friedrich Wieck, conclusasi con un atto del tribunale che ha dato loro la possibilità di sposarsi.

Il 1840, l'hanno del matrimonio, ha segnato una svolta non solo nelle loro vite, ma anche nella loro cospicua attività di composizione.

Nella loro casa s'incontravano, si scambiavano idee, suonavano Chopin, Liszt, Brahms sperimentando nuove possibilità compositive.

Quell'anno è stato testimone di una produzione musicale schumanniana importante; anche Clara, spinta da quel sentimento di felicità per aver coronato il suo sogno d'amore, compone alcune delle sue opere più belle.

Clara fu un'importante esponente della musica ottocentesca al pari di tutti i compositori maschili celebrati nei libri di storia. Per rendersi conto della sua genialità e preparazione musicale bisogna approfondire la conoscenza della sua notevole produzione, analizzando non solo le tematiche principali, ma anche la padronanza del contrappunto e dell'armonia. Lo stile elegante e anche frizzante si amalgama con una scelta meditata della melodia vicina alle idee musicali di altri compositori tra i quali Brahms, Kirchner e Raff. ( Adriano Bassi, Guida alle Compositrici, Odoya, 2016)

I Lieder op.13 in programma esprimono un'eleganza ed un contatto con il mondo emotivo e creativo prettamente femminile che da subito ci trasportano in una dimensione “altra”, evocatrice e trasognante.

 

Anche Alma Schindler Mahler (1879-1964) crebbe in un ambiente alquanto stimolante, il padre infatti era un importante pittore, così come il patrigno Carl Moll illustre personaggio fondatore della Secessione viennese.

Alma, assieme alla sorella prese lezioni di pianoforte e già all’età di dieci anni partecipò al concerto degli studenti a Vienna, come allieva di Zemlinsky, con il quale studiò composizione già dall’età di nove anni.

Dotata di una bellezza straordinaria, affascinò numerosi artisti dell’epoca, divenendone la musa ispiratrice.

Ebbe quattro matrimoni, una vita sentimentale passionale costellata da perdite e lutti, che contribuirono ad acuire la sua sensibilità artistica.

In particolare Alma era profondamente interessata alla composizione dei Lieder, cercando le poesie appropriate.  Come leggiamo nel libro di Catherine Sauvat, Alma Mahler. Musa del secolo: Spesso Alma è abbastanza contenta delle numerose arie che inventa e sono molto più rare le volte in cui si lamenta per la mancanza d’ispirazione. Per lei la scrittura è legata al sentimento amoroso. Già a diciannove anni esprime il desiderio di comporre un’opera lirica, perché mai una donna ha realizzato un’impresa simile. “Vorrei compiere una grande azione. Vorrei comporre un’opera lirica veramente bella. Quello che probabilmente nessuna donna ha ancora mai fatto. Sì, è quello che vorrei. In una parola vorrei essere e diventare qualcosa”.

Gustav Mahler, il suo primo marito, non gradiva l’interesse di Alma per la composizione, tentò di dissuaderla e di relegarla al ruolo di moglie e madre, non tenendo in considerazione la forza del suo spirito libero. Ciò portò inevitabilmente a delle tensioni tra i due, esacerbate dall’innamoramento di lei di Walter Gropius.

In quegli anni così tumultuosi Alma riuscì a comporre dei Lieder, anche se rimasero incompiuti o vennero distrutti da lei stessa poiché non ricevette alcuna soddisfazione nel mostrarli al marito.

Solo un totale di 17 Lieder da lei scritti ci sono arrivati. Quattordici sono stati pubblicati durante la sua vita, in tre pubblicazioni datate 1910, 1915 e 1924. I primi due volumi appaiono sotto il nome di Alma Maria Schindler-Mahler e solo l'ultimo volume è stato pubblicato come "Fünf Gesänge" di Alma Maria Mahler; la copertina del 1915 fu illustrata da Oskar Kokoschka. Tre canzoni aggiuntive sono state scoperte in un manoscritto postumo; due di essi sono stati pubblicati nel 2000, curati dal dottoressa Susan M. Filler e uno rimane tutt’oggi inedito.

I Cinque Lieder che vi proponiamo furono composti da Alma tra il 1900 ed il 1901 e pubblicati da Gustav Mahler nel 1910, pare proprio in seguito alla loro crisi matrimoniale, quasi come a voler rivalutare il lavoro svolto dalla moglie, consapevole d’aver giocato un ruolo negativo nei suoi confronti. Nel tentativo di recuperare il loro rapporto, inoltre le propose, di lavorare assieme.

In questi cinque Lieder vi ritroviamo infatti, uno stile che riesce a coniugare con eleganza i differenti mondi musicali della tradizione e dell’innovazione determinata dalla scuola di Vienna il cui padre spirituale fu Arnold Schönberg. Veniamo subito rapiti da atmosfere musicali sofisticate dell’innovazione novecentesca ammorbidite dall’uso di una vocalità calda e vellutata. ( A. Bassi, op.cit.).

Note Segrete

 

Argit Butzke Caldura – Soprano

Alessandra Semenzato - Pianoforte

 

Alma Schindler Mahler                       Cinque Lieder (1910):

(1879 – 1964)                                                Die stille Stadt

                                                                     In meines Vaters Garten

                                                                     Laue Sommernacht

                                                                     Bei dir ist es traut

                                                                     Ich wandle unter Blumen

 

Clara Wieck Schumann                        Sei Lieder op. 13 (1840):

(1819-1896)                                                   Ich stand in dunklen Träumen

                                                                     Sie liebten sich beide

                                                                     Liebeszauber

                                                                     Der Mond kommt still gegangen

                                                                     Ich hab‘ in deinem Auge

                                                                     Die stille Lotusblume

 

Clara Wieck Schumann                        Scherzo op. 14 (1840)

(1819-1896) 

 

Fanny Mendelssohn Hensel                 Warum sind die Rosen so blass?

(1805-1847)                              

Sei Lieder op. 7 (1830):

                                                                     Nachtwanderer

                                                                     Erwin

                                                                     Frühling

                                                                     Du bist die Ruh

                                                                     Bitte

                                                                     Dein ist mein Herz

 

                                                           Gondellied

                                                           Bergeslust

 

Il duo Butzke Semenzato si esibisce da circa tre anni. Insieme hanno suonato a Roncegno, presso Casa Raphael. A Pardes si è esibito con un primo concerto dedicato interamente a Brahms ed un secondo nel novembre 2016 dove è stato proposto un programma dedicato a Goethe, a Venezia, presso ACIT (associazione culturale Italo Tedesca), palazzo Albrizzi, con un programma dedicato ad un ciclo inedito di Lieder composto da Leo Blech, Der Galante Abbé op.17, in occasione della presentazione del libro Leo Blech (1871-1958). Il 27 ottobre 2016, sempre a Palazzo Albrizzi, il duo ha tenuto un concerto in occasione dell'inaugurazione della targa commemorativa sulla facciata della casa che ospitò J. W. von Goethe, durante il suo soggiorno a Venezia nel 1790.

 

Argit Butzke Caldura si diploma a 20 anni in pianoforte col massimo dei voti al Leopold Mozart Konservatorium di Augsburg e, conseguendo poi l’abilitazione in musica e arte per l’insegnamento nelle scuole pubbliche, si specializza in didattica musicale secondo il metodo Orff sia al Conservatorio sia all’Orff Institut a Salisburgo. Nel 1984 inizia lo studio di canto lirico a Salisburgo con Lia Schoenherr. Si perfeziona sotto la guida di Helena Lazarska a Vienna, di Elio Battaglia e Rudolf Knoll a Salisburgo. Debutta nel ruolo di Cherubino (Le Nozze di Figaro) al Chiemgau Festival diretto da Hans Peter Steingruber. Canta in opere di J.S. Bach (Messa in Si minore, La Passione secondo San Matteo e l’Oratorio di Natale) con la Kantorei Traunstein sotto la direzione di Klaus Hippe. Interpreta Didone (Purcell) e Vitellia (Mozart). Nel 1995 si trasferisce in Italia, dove si dedica soprattutto alla musica da camera, in diverse formazioni. Tiene concerti per rassegne internazionali importanti come Estate musicale di Gressonay, Ljetni Festival a Rovino ed altre. Nel 2006-07 collabora col teatro Comunale di Bolzano. Insegna canto lirico e pianoforte presso l’Associazione Musicale “Ermanno Wolf-Ferrari” a Venezia e a Mestre alla Scuola di Musica “Il circolo dei Suoni”. Coordina ed esegue progetti basati sulla metodologia di Carl Orff in numerose scuole pubbliche del territorio veneziano.

 

Alessandra Semenzato studia pianoforte con Wanda Leskovich al Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia concludendo i suoi studi sotto la guida di Giorgio Agazzi. Inizia subito un’attività concertistica sia come solista sia come partner in Duo. Parallelamente si dedica assieme ad un gruppo di giovani musicisti, alla fondazione di una Scuola di Musica, ora conosciuta come “il circolo dei Suoni” sul territorio veneziano in cui insegna pianoforte, teoria e pedagogia musicale. Si specializza in particolare sulla metodologia di Carl Orff. Inoltre, allo scopo di avvicinare il pubblico alla musica classica, contribuisce alla creazione di spettacoli musicali e vi partecipa, in collaborazione con compagnie teatrali. Da anni collabora con strumentisti e cantanti specializzandosi in particolare nel repertorio cameristico romantico. Negli ultimi anni ha tenuto concerti in duo pianistico con Elena Della Siega in Italia, in Svizzera (Ginevra e Basilea), in Inghilterra (Bournemouth), in Olanda (Amsterdam) e negli USA (New York).

Ultimamente ha approfondito gli studi psicologici umanistici, ottenendo il Diploma di Counselor nell’ambito dell’espressività psico-corporea ed Art-Counseling.

L’evento è organizzato nell’ambito della mostra Ritratti di donne, a cura di Maria Luisa Trevisan, aperta fino al 12 novembre con altri eventi.

28 maggio – 16 luglio e 13 settembre - 12 novembre 2017

Mirano (VE): PaRDeS – Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea, Via Miranese 42

Da mercoledì a domenica 16-19 su prenotazione.

 

31 maggio – 15 luglio e 15 settembre - 15 ottobre 2017

Venezia: Art Factory, Fondamenta dell’Arzere, Dorsoduro 2324

Da mercoledì a venerdì 16.30-19.30. Sabato 10-13

Aldo Pallaro - Angela Pampolini - Antonio Giancaterino - Arianna Cola - Arturo Martini - Barbara Nahmad - Barbara Pelizzon - Bobo Ivancich - Bruno Lucchi - Carla Viparelli - Cesare Vignato – Enas Elkorazy - Franco Corrocher - Hertha Miessner - Ida Harm - Ion Koman - Jiri Kolar - Leda Guerra - Luigi Gattinara - Maria Chiara Gatti - Maria Pia Fanna Roncoroni - Mario De Leo - Matthias Brandes - Pain Azyme - Paola Volpato - Paolo Della Corte - Paolo Loschi - Roberto Fontanella - Rolando Estévez Jordán - Santina Ricupero - Silvano Biasi - Sirio Luginbühl - Stefania Fabrizi - Tobia Ravà - Tony Lucarda - Toni Zarpellon - Zdravko Milić - ZhongQi Geng.

La ricerca delle opere sul tema del ritratto femminile è stata un’appassionante ricognizione di immagini, storie e ricordi che potrà avere futuri sviluppi ed ha dimostrato che il ritratto è ancora un genere molto praticato dagli artisti e non necessariamente finalizzato alla rappresentazione di una persona fisica, ma rappresentativo dell’essere umano in senso ampio e universale. Spesso l’artista si cimenta nel ritratto per indagare attraverso il volto di una persona vicina le pieghe dell’animo umano e la propria interiorità.

La mostra è un omaggio alla femminilità a tutto tondo con ritratti sia di coloro che hanno dato un grande contributo alla storia dell'umanità, ma anche di donne che sono state importanti per la crescita personale, educativa, civile, professionale. Vi sono in mostra opere di donne note e comuni, prese dalla realtà o dalla letteratura, dal mito, dalla storia, dall’arte: da Eva, Giuditta, Nefertiti a Cleopatra, Ipazia, Giovanna D’Arco, da una copia romana della Vestale del Louvre al libro d’artista su Frida Kahlo e lavori su Artemisia Gentileschi, Virginia Woolf, Anna Arendt, Peggy Guggenheim, Louise Bourgeois, Doris Lessing (premio nobel letteratura), Fernanda Pivano, Giosetta Fioroni, Sara Campesan, Antonia Arslan. La mostra è anche una curiosa galleria di ritratti e di figure femminili, certo non esaustiva, ma significativa, di donne che hanno segnato un’epoca e fatto la storia.

Si passa dalle eroine bibliche, regine, principesse, attrici alle donne della propria cerchia famigliare e affettiva, del proprio ambito sociale, lavorativo e professionale, alla sofferenza delle donne migranti e rappresentative di altre culture, ma anche autoritratti, ritratti interiori e rivisitazioni di ritratti dei grandi maestri, volti e corpi universali per affrontare un discorso sul femminile a tutto campo, anche attraverso la mitologia, e parlare alle donne e agli uomini delle donne, dei loro sentimenti, stati d’animo, emozioni, sessualità, problemi interculturali ed intergenerazionali, emancipazione, discriminazioni con opere di pittura, fotografia, scultura, installazioni ambientali e video. In occasione della XIII Giornata del Contemporaneo, a partire dal 14 ottobre fino al 12 novembre 2017, esponiamo - assieme agli altri ritratti - l’opera Xin dell’artista cinese ZhongQi Geng: un ritratto della moglie scolpito su legno.

Nell’ambito della mostra sono organizzati vari incontri conferenze, presentazioni di libri, serate musicali e di poesia.

La mostra ha una sezione anche a Venezia, in concomitanza con la Biennale Arti Visive presso Art Factory alle Fondamenta dell’Arzere, ma la parte più cospicua dell’esposizione e gli incontri culturali, serate musicali, conferenze, presentazioni di libri sono organizzate in terraferma, a PaRDeS – Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea, costituito dalla barchessa e parte del parco storico, che ai primi dell’Ottocento fu proprietà del banchiere veneziano Giorgio Daniele Heinzelmann, il quale a Mirano soggiornava insieme al figlio e alla nuora Paolina Edvige Blondel, sorella di Enrichetta, moglie di Manzoni. Ed ecco che risulta ancora più stimolante per chi sperimenta questo percorso pensare che anche questi ultimi - soggiornando qui - abbiano passeggiato per questi vialetti e magari immaginare che lo scrittore abbia tratto ispirazione anche da questi luoghi.

In questo luogo ameno, a cui nel 2005 abbiamo dato il nome PaRDeS - Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea, abbiamo iniziato a realizzare mostre d’arte contemporanea a tema ed iniziative culturali. www.artepardes.org

PaRDeS significa “frutteto” o “giardino”, deriva dalla parola ebraica e farsi (antica lingua persiana) che dà origine al termine “paradiso”. PaRDeS organizza mostre ed eventi, legati all'ambiente, alla natura e al territorio, spaziando dall'ambito umanistico a quello scientifico con l'obiettivo di riqualificare la società attraverso l’arte e ristabilire un rapporto armonico con l’ambiente. Chi condivide questi ideali di armonia universale può contribuire con la sua voce a dare corpo ad un concerto che diventi sinfonia. Attorno a queste idee si sono raggruppati artisti, critici, curatori, operatori e quanti si prodigano per la diffusione di valori artistici e culturali. Tra gli scopi di PaRDeS vi è la promozione del “diritto alla cultura” dei giovani in ogni sua manifestazione; favorire il dialogo tra le generazioni e gli scambi culturali tra artisti di culture diverse e tra operatori del settore ed altri ambiti culturali, affinché avvenga la trasmissione di esperienze, conoscenze e valori; l’operare nel campo dei linguaggi artistici nelle varie forme, anche innovative, attraverso le quali questi si manifestano; stabilire contatti, collaborazioni, con l’ambito, scientifico, matematico e tecnologico al fine di realizzare progetti, laboratori e iniziative in comune; collegare l’arte contemporanea al territorio, all’ambiente, agli spazi verdi attraverso mostre con installazioni ambientali per valorizzare la natura e infondere nel fruitore una sensibilità ecologica. PaRDeS si ripropone di riqualificare la società attraverso l’arte e un rapporto armonico con l’ambiente.

Calendario eventi

Domenica 12 novembre ore 17 a PaRDeS – Mirano: Maratona poetica guidata da Alessandro Cabianca, con lettura di poesie di autori vari sul tema della donna, e finissage della mostra “Ritratti di donne”.

Patrocini: Comune di Mirano - Cultura e Commissione Pari Opportunità, Mirano Terra dei Tiepolo, Fai Delegazione di Venezia, Soroptimist International Club Miranese – Riviera del Brenta.

Ideazione, cura della mostra e della pubblicazione: Maria Luisa Trevisan

Organizzazione PaRDeS – Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea, Mirano

Allestimenti Tobia Ravà in collaborazione con Marta Compagnini, Elisa Bologna, Elena Volpato

PaRDeS – Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea

via Miranese 42, 30035 Mirano (VE) tel./fax  041/5728366 cell. 349 1240891;

artepardes@gmail.com; www.artepardes.org; (anche su Facebook, Google plus e Twitter).

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