Nino Giammarco SOVRUMANI SLANCI
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Nino Giammarco SOVRUMANI SLANCI
Comunicato
Presso lo spazio della Galleria Frammenti d'Arte in Via Paola 23 a Roma, Giammarco allestisce opere dall'altissimo potenziale iconico e cromatico, sia per la varietà e qualità delle tecniche impiegate (pittura, scultura, mosaico,) sia per la particolarità dei soggetti. Soprattutto colpisce l'energia che si sprigiona dai piccoli bronzi come dalle grandi tele alle quali non è possibile restare insensibili. Per Giammarco i miti greci continuano ad esprimere fortemente la lotta infinita dell'uomo, dei suoi desideri, delle sue passioni, contro un destino che spesso è avverso, si oppone - a volte imperturbabile a volte terribile - alla realizzazione di sé. Così la vita di tutti noi, la nostra lotta quotidiana, nella trasfigurazione artistica, diventa mitica, e anche se consapevole (ma anche no) in ogni momento di poter fallire, con la caparbietà di Fetonte e di Icaro, ogni giorno saliamo sul cocchio, indossiamo le ali e affrontiamo un nuovo giorno. Nino Giammarco è pittore, mosaicista e scultore di lunga esperienza, ancor più sostanziata da una intensa attività espositiva e didattica. Le sue opere sono attraversate da un furore profetico che i colori cangianti non attenuano, ma anzi rafforzano in atmosfere di tregenda. Anche per lui il tema della città è stato un importante campo di sperimentazione - anche per la lunga permanenza negli Stati Uniti - e la sua visione è decisamente indirizzata verso una deformazione verticale e notturna, quasi un vulcano che va accumulando energia che poi libera nelle eplosioni cosmiche di una moderna Apocalisse. Un'umanità disorientata e smarrita viene azzerata nella sua dimensione di corpi esposti ad imponenti forze dai cromatismi accesi in una nemesi senza appello. Come sulle pareti delle chiese medievali l'arte di Giammarco visualizza le conseguenze dell'agire umano che attraverso secoli di guerre, stermini, prevaricazioni, devastazioni di popoli e territori è giunto alla resa finale dei conti. Nell'epoca della superficialità della comunicazione globale la pittura si ripropone come 'biblia pauperum' che usa le immagini, dai forti connotati simbolici, per tentare una inversione di tendenza sull'orlo del baratro. Di altra atmosfera i 'teatrini' in mostra. In questi minimi spazi metafisici l'artista mette in scena la 'commedia umana' senza nascondere gli artifici della rappresentazione, anzi, la possibilità dello spettatore di superare con lo sguardo il sipario e scoprire cosa c'è dietro le quinte, rivela una tenerezza pasoliniana per i personaggi secondari e senza volto. Dunque, il lavoro dell'artista, artigiano-profeta, è fatto di applicazione quotidiana e grande responsabilità; compito gravoso e meraviglioso che Nino Giammarco assolve pienamente e lo testimoniano silenziose le sue opere in mostra.
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