LOBODILATTICE

MOBILI E OGGETTI D’ARTE ITALIANI E INTERNAZIONALI

Inaugura

Martedì, 18 Maggio, 2021 - 10:00

Presso

Pandolfini Casa d'Aste - Plazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi, 26

A cura di

Alberto Vianello, Tomaso Piva

Partecipa

Vari

Fino a

Martedì, 18 Maggio, 2021 - 19:00

MOBILI E OGGETTI D’ARTE ITALIANI E INTERNAZIONALI

Comunicato

Pandolfini si presenta all'appuntamento primaverile dell'asta Mobili e Oggetti d'Arte Italiani e Internazionali con un’interessante selezione di mobili che rappresentano uno stimolante percorso che si snoda dall'alta epoca al secolo XIX attraverso diverse aree geografiche.

Tutti i lotti inseriti in catalogo hanno delle peculiarità per cui sono stati selezionati, alcuni hanno quel qualcosa in più che li rende particolarmente interessanti, ne fa dei protagonisti come la rara COPPIA DI STIPI lastronati in ebano e palissandro con decori e intarsi in osso, lavorati in modo tale che il disegno dell’uno risulti il negativo dell’altro. Realizzati a Napoli agli inizi del XVII secolo, e inseriti in catalogo con la stima di 12.000/18.000 euro, gli arredi sono interessante testimonianza di una tipologia di arredo diffusissima nelle raccolte principesche di tutta Europa dalla seconda metà del Cinquecento a tutto il secolo successivo, la cui produzione trova il proprio epicentro nella città partenopea quando il Regno delle due Sicilie era un vicereame degli Asburgo di Spagna.
La dominazione spagnola ci porta nella Sicilia del XVIII, epoca alla quale va fatta risalire una bella COPPIA DI MOBILETTI DA CENTRO, eleganti nelle forme leggermente mosse, nei giochi delle lastronature in legno di testa e radica, nei bronzi finemente cesellati e dorati di maniglie, bocchette e piedi calzati, che sono offerti a 10.000/15.000 euro.
E siciliano è il marmo diaspro con cui è realizzato il piano, profilato in marmo giallo, di una bella CONSOLE realizzata a Roma alla fine del XVIII secolo, la cui valutazione è di 3.000/5.000 euro. In perfetto stile dell’epoca la console è in legno dorato, ha decori di girali fogliate che incorniciano un volto di Medusa, gambe scanalate, poi foglie d’acanto e cornicette a foglie d’acqua. Restiamo a Roma nel XVIII secolo con una RIBALTA lastronata in palissandro, intarsiata in acero con motivi di ramages sui cassetti e nelle lesene angolari, che ha una valutazione di 4.000/6.000 euro, mentre è di 30.000/50.000 euro la richiesta per un importante BUREAU-TRUMEAU realizzato a Roma nel primo quarto del XVIII secolo. L’arredo è lastronato in palissandro con profilature in legno ebanizzato e applicazioni in bronzo dorato; il corpo inferiore è leggermente mosso con scarabattolo a giorno e cassettini, quello superiore ha due ante a specchio.
Passiamo nell’Italia meridionale del primo quarto del XVIII secolo per ricordare che il catalogo con la richiesta di 6.000/8.000 euro annovera un bel PIANO rettangolare in scagliola, dipinta con uno stemma coronato tra volute, mazzetti di fiori, nastri svolazzanti e volatili.
In questo viaggio tra le eccellenze dell’ebanisteria tra Sei e Settecento non potevano mancare le Botteghe Granducali fiorentine, opificio nel quale nei primi decenni del XVIII è stata creata una importante COPPIA DI TAVOLI, per i quali sono richiesti 4.000/6.000 euro, realizzati in legno di noce intarsiato con legni pregiati in un rigoglio di fiori, farfalle e volatili, un gusto sfarzoso ma elegante che caratterizza tutti gli arredi delle residenze degli ultimi Medici.
Venezia nel XVIII secolo ha brillato anche per la maestria delle sue maestranze che hanno creato arredi di grande ricchezza decorativa come la POLTRONA in legno intagliato e dorato, con braccioli e gambe mosse ad esse, terminanti a ricciolo e decorati da leggeri motivi di rami fioriti, la cui stima è di 8.000/12.000 euro. Di 12.000/18.000 euro è, invece, la valutazione per l’altrettanto elegante ma decisamente più leggiadra COPPIA DI VASI in legno intagliato, laccato e dorato, decorati in policromia con cineserie secondo la moda, in grande voga nella allegra e galante società veneziana di metà Settecento, che guardava con una visione gioiosa e favolosa al lontano Catai.

Introduciamo la sezione di International Fine Art con un oggetto d’arte che ha uno stretto legame anche con il nostro Paese essendo stato realizzato a Parigi tra il 1815-20 dal mosaicista romano Francesco Belloni. Si tratta di un PIANO circolare in marmo e micromosaico, dall’esterno al centro si susseguono un bordo di motivi a demilune, cornici, un motivo a ramage bianchi su fondo di alabastro che incorniciano medaglioni a soggetto classico in micromosaico, la cui stima è di 12.000/18.000 euro. Molteplici sono le caratteristiche che avvicinano in modo evidente questo splendido piano a un altro arredo del Belloni custodito al Muosée du Louvre: il Gueridon d’Hartwell realizzato nel 1817.
All’Ottocento francese risale anche la COPPIA DI FLAMBEAUX con corpo e base in marmo bianco, ornati da elementi in bronzo dorato: placchette e perlinature alla base, teste d’ariete al corpo dal quale partono rami fioriti; la richiesta è di 1.500/2.500 euro.
Si deve poi segnalare un importante BUREAU-PLAT, valutato 30.000/50.000 euro, attribuito a Jacques-Philippe Carel, ebanista riconosciuto maître nel 1723 attivo per la Garde-Meuble royal, con committenti come la marchesa de Pompadour e le principesse Sophie e Louise figlie di Luigi XV. E’ lastronato in bois de rose e bois de violette, ha il piano sagomato, così pure il grembiale che si raccorda senza soluzione di continuità alle gambe leggermente arcuate, ricche, eleganti e finemente cesellate sono le applicazioni in bronzo dorato.
Chiudiamo questo breve estratto del catalogo con un grande ARAZZO di Aubusson tessuto in lana e seta tra il 1650 e il 1660 a raffigurare “Mélinte accusa Dioclès davanti ai giudici di Siracusa”, per il quale sono richiesti 5.500/7.500 euro. La scena è una dalla serie dell’Ariane, romanzo di Jean Desmarets de Saint-Sarlin che nell’edizione del 1638 era corredato da diciotto incisioni di Abraham Bosse dalle quali derivarono diversi cicli di cartoni per arazzi, i primi realizzati nelle manifatture parigine, poi in quelle di Aubusson.

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