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Il Mito Dipinto - Volti dell'Iliade

Inaugura

Sabato, 25 Giugno, 2022 - 17:30

Presso

Museo Archeologico Nazionale di Orvieto
Piazza del Duomo snc

A cura di

Beatriz Tejero

Partecipa

Paolo Fundarò

Fino a

Sabato, 3 Settembre, 2022 - 17:30

Il Mito Dipinto - Volti dell'Iliade

Comunicato

 

Il MITO DIPINTO – VOLTI DELL’ILIADE – dal 25 Giugno al 3 Settembre 2022

Luogo: Museo Archeologico Nazionale di Orvieto

indirizzo: Piazza del Duomo snc, Orvieto

quando: dal 25/06/2022 al 03/09/2022

vernissage: 25/06/2022 ore 18

curatela critica: Beatriz Tejero

autore: Paolo Fundarò

genere: arte

 

Nel contesto del Museo Archeologico di Orvieto e in risonanza con i temi mitologici dei reperti, la mostra intende evocare attraverso una galleria di ritratti eseguiti con l’antica pratica dell’encausto alcuni protagonisti dell’universo epico dell’Iliade, colti negli istanti di un tempo sospeso e nello scorrere di un intimo dialogo con le proprie visioni.

I dipinti sono accompagnati da brevi frammenti lirici che raccontano il percorso espositivo e la nuova dimensione dei soggetti proposti nell’interpretazione personale dell’autore. Come completamento del percorso, è possibile ascoltare alcuni componimenti musicali espressamente scritti dall’autore dei ritratti per l'occasione e, che possono essere ascoltati inquadrando con il cellulare l’apposito code Qr.

“I ritratti noti come repertorio del “Fayyum” mostrano un evidente sincretismo religioso tra la tradizione egizia della mummificazione e il mondo classico del ritratto come perenne trasmissione della memoria.

Altrettanto classica era stata la tecnica dell'encausto, modificata e lungamente consolidata in Egitto. In questa mostra è evidente anche un sincretismo artistico-culturale, in quanto la modalità pittorica proveniente dal Fayyum e il suo inquietante naturalismo sono utilizzati per ricreare il mito epico e farne risuonare l'eco in modo duraturo. Proprio a questo aspetto ci indirizzano i ritratti della mostra

Nella letteratura elegiaca del primo Rinascimento era diffusa l'idea dell'esistenza di tre vite. La prima era la vita terrena, che termina con la morte. La seconda era la vita eterna dopo la morte. E la terza, quella che il poeta spagnolo Manrique avrebbe definito "persistente" e che riprendeva l'idea del kléos greco, la gloria degli eroi.

Il kléos era un tema ricorrente nei grandi poemi epici -come l'Iliade- e in esso convergono immortalità poetica e gloria epica. L'eroe greco poteva ottenerlo con il compimento di gesta gloriose o anche attraverso la propria morte, poiché l'immortalità richiedeva la morte fisica.

La durata della fama sostenuta dal ricordo era anche lo scopo della laudatio funebris nell'antica Roma. Questi ritratti sono il culmine plastico della vita di “memoriae”, della trasmissione del mito il cui significato fondamentale non ha una prospettiva spaziale ma puramente temporale. Il tempo del mito è circolare; è coscienza dell'atemporalità.

Un tempo che, qualunque sia la durata che gli viene attribuita, è sempre identico; un’ espressione di eternità”.

Beatriz Tejero storica dell’arte

Esposizione dedicata a Fabio, allestitore storico delle mostre precedenti.

 

www.encaustofundaro.blogspot.com

 

 

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