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Mavare - il potere del femminile

Inaugura

Venerdì, 12 Aprile, 2024 - 18:00

Presso

Foro G gallery
via Lago Grande, Messina

A cura di

Mariateresa Zagone, Roberta Guarnera

Partecipa

Giulia Bertoccelli, Laura Bruno, Miriana Cantarella, Amalia Caratozzolo, Angelo Carmisciano, Marisa Casaburi, Anna di Leo, Chiara Fronterrè, Pupi Fuschi, Laura Giocobbe, Federica Gonnelli, Adelisa Lo Conte, Sara Lovari, Michela Magazzù, Tiziana Menegazzo, Marina Pace, Rita Palla, Veronica Rastelli, Graziella Romeo, Vittoria Spina, Elisa Zadi.

Fino a

Sabato, 20 Aprile, 2024 - 19:00

Mavare - il potere del femminile

Comunicato

Mavare – il potere del femminile

 

Venerdì 12 Aprile, alle ore 18.00, presso la FORO G Gallery di Via Lago Grande a Ganzirri, Messina, avrà luogo il vernissage della mostra “Mavare – il potere del femminile”, a cura di Roberta Guarnera e Mariateresa Zagone. Le opere sono il frutto della selezione di un numero maggiore di lavori pervenuti a seguito del lancio dell’open call che ha inteso far lavorare gli artist* sul potere di guarigione e creare il collegamento tra l’azione/creazione taumaturgica dell’arte e il proprio potere personale.

Le Mavare erano quelle donne che, in società patriarcali che toglievano loro diritti e dignità, acuivano il loro“sentire”, tramandavano saperi tutti femminili fatti di riti e piante, di nenie e aruspicina, di fasi lunari e fondi di caffè e che, semplicemente, riuscivano a vedere meglio le cose, erano guaritrici.

Erano nate con la capacità, o il dono (o, forse, la maledizione) di non avere filtri sugli occhi né nella mente.

Per questo venivano, ben prima dei tempi delle nostre nonne, bollate come streghe.

E per questo facevano paura – come fa paura chi dice la verità.

Noi donne, in questi rigurgiti di maschilismo tossico, siamo streghe quando ci poniamo domande, quando vogliamo capire. Quando ci ribelliamo ad una regola, quando ragioniamo con la nostra testa, quando scegliamo di usare il potere personale per la nostra crescita e non lo sacrifichiamo per la crescita dell’altro. E per questo ancora oggi esistono le streghe – ed esiste chi le vuole bruciare. E strega (o stregone) è chiunque non abbia paura di esplorare le proprie ombre.

Le venti opere in mostra (+ 2) provengono da varie regioni italiane (Sicilia, Toscana, Campania, Calabria) e vogliono essere una prima parziale mappatura di tradizioni, usi, nenie, riti, legati al potere del femminile.

La mostra sarà visitabile fino a sabato 20 aprile negli orari riportati online della galleria.

 

 

La commissione formata da Mariateresa Zagone (storica e critica d’arte) Carmen Cardilllo (docente di fotografia presso l' Accademia di Belle Arti di Catania) e Roberta Guarnera (artista e proprietaria della FORO G gallery)

si è riunita per valutare le proposte ricevute per la #OpenCall e proclama vincitrice assoluta l'artista Elisa Zadi.

La sua ricerca esplora da un lato l’identità femminile, dall’altra, attraverso l’introspettivo ritratto frontale, il rito della guarigione dall’orzaiolo attraverso le gocce di olio tramutate in stelle. L’orzaiolo che, come le grandi e piccole infezioni, veniva associato al malocchio ricevuto, diventa qui ricordo della pratica ancestrale della bisnonna.

La giuria inoltre ha particolarmente apprezzato le opere di: Angelo Carmisciano per il disegno anatomico incentrato sulla potenza del ventre fortemente onirico, Giulia Bartoccelli per la potenza del concept in cui il tabù mestruale diventa filo conduttore di identità perdute, Michela Magazzù per la grande sintesi visiva che fa emergere gli occhi dal groviglio di linee, Rita Palla per la forza dell’immagine in cui tutte le ferite inferte all’identità della donna urlano dalla veste che riafferma il potere ancestrale di chi l’ha abitata.

 

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