LOBODILATTICE

Lavacrum

Inaugura

Lunedì, 3 Settembre, 2018 - 18:00

Presso

Antico Lavatoio di Uri
Via Sassari snc, Uri (SS), 07100

A cura di

Dario Caria, Marina Scardacciu

Partecipa

Dario Caria, Lorella Comi, Ettore Aldo Del Vigo, Marcello Dongu, Giorgia Fois, Paolo Loi, Davide Manca, Veronica Muntoni, Rossella Pes, Alice Rambaldi, Luca Sanna, Marina Scardacciu, Oscar Solinas, Roberta Vacca, Giuseppe Zichi, Francesco Zolo

Fino a

Sabato, 3 Novembre, 2018 - 20:30

Lavacrum

Comunicato

LAVACRUM

Artisti contemporanei in mostra all'antico Lavatoio di Uri, nell'esposizione "Lavacrum", che inaugura venerdì 9 marzo alle ore 18,00 e sarà visitabile sino a domenica 11 marzo 2018. L'evento, patrocinato dal Comune di Uri, in collaborazione con l'Associazone Turistica Pro Loco di Uri, ideato e coordinato da Dario Caria e Marina Scardacciu, si svolgerà durante i giorni della 28 esima Edizione della Sagra del Carciofo. Il testo critico a cura dello storico dell'arte Alessandro Ponzeletti:

<<L’acqua in tutte le sue forme – in quanto mare, lago, fiume, fonte ecc. –  è una delle tipizzazioni più ricorrenti dell’inconscio, così come essa è anche la femminilità lunare che è l’aspetto più intimamente connesso con l’acqua>>.                                                                       Carl Gustav Jung

Quanto affermava Jung offre una doppia chiave di possibile lettura per l’esposizione collettiva LAVACRUM: allestita in un edificio appositamente nato per rendere fruibile l’acqua ad un pubblico in prevalenza quasi assoluta femminile, la collettiva si carica di un titolo che rimanda alla Latinità, al Popolo di Roma antica che fu, per eccellenza, un “Civiltà idraulica”, ossia che fu capace di sviluppare una tecnologia adatta a sfruttare questo elemento fondamentale.

Il LAVACRUM, termine del Latino tardo, sfogliando il dizionario Treccani presenta due significati: il primo è letterale e con esso si indicava un recipiente, o luogo dove bagnarsi, e anche il liquido che il recipiente conteneva; il secondo significato era poetico ed indicava direttamente l’Acqua o un corso d’acqua (rio, fiume).

La mostra collettiva LAVACRUM, con le opere di formato adatto ad essere contenute nell’antico lavatoio di Uri, trasforma questo edificio sorto per “contenere” l’acqua in una sorta di “luogo magico”, uno spazio che porta la memoria dell’Acqua e lo unisce all’Arte: Acqua e Arte hanno in comune la capacità di “generare” e si legano all’Inconscio. Si genera e rigenera la Vita in senso materiale con l’Acqua mentre con l’Arte la Vita si genera o rigenera in senso spirituale.

Esteriore e Interiore, Conscio e Inconscio si incontrano così in uno spazio appartato oggi ma anticamente, come lavatoio, pulsante della vita sociale della comunità di Uri: una concatenazione di giornate che per generazioni sono state scandite, a orari, dal vociare femminile di coloro che vi si recavano per utilizzare l’acqua in alternanza ad ore di calma assoluta, con il solo silenzio dell’acqua ferma nei vasconi, immobile o leggermente increspata, con un sommesso, ripetitivo gorgoglio dell’acqua corrente di tanto in tanto.

L’interpretazione dell’Acqua di Jung trovò in questo luogo, nei tempi in cui il lavare in comunità era quasi un rito sociale, un piccolo Tempio del quotidiano, dove non risuonavano preghiere ma i racconti e le chiacchiere delle vite di donne di tutte le età e di condizione popolare, intente a lavare.

Oggi l’Acqua, senza forma perché capace di assumere qualsiasi forma che la contenga o la supporti, e l’Arte, anch’essa molteplice nelle forme, sono contenute in LAVACRUM per offrire ai visitatori una sosta di riflessione e di rigenerazione.

Alessandro Ponzeletti

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