LOBODILATTICE

Infinitamente Mutabile

Inaugura

Sabato, 26 Marzo, 2022 - 18:00

Presso

ranarossa 3.0
Via Montevecchio 21 Modena

A cura di

Ersilia Sarrecchia

Partecipa

Evita Andújar, Roberta Congiu, Sara Lovari, Jara Marzulli, Antonio Gregorio Maria Nuccio, Grazia Salierno, Ersilia Sarrecchia, Tina Sgro, Cetti Tumminia, Alberto Zecchini

Fino a

Sabato, 23 Aprile, 2022 - 19:00

Infinitamente Mutabile

Comunicato

 

INFINITAMENTE MUTABILE 26 marzo – 23 aprile 2022

 

Pirandello in “Uno, Nessuno e Centomila” scrive “Una realtà non ci fu data e non c’è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere: e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile.” 

Da qui il titolo della mostra che è un omaggio alla sua ultima opera, e sintesi del suo pensiero. L’autore raggiunge e descrive la consapevolezza che l’uomo non è ma appare, e che quindi l’individuo non è “uno” ma “centomila”, vale a dire possiede tante diverse personalità quante gli altri gliene attribuiscono.

Cosa può essere “mutabile”, modificabile, trasformabile, variabile, instabile, incostante, volubile?

Possiamo esserlo, noi, il nostro umore, il nostro aspetto, ciò che ci circonda e come noi lo percepiamo.

E quanto può esserlo? “Infinitamente”, oltre ogni possibile punto di riferimento quantitativo o qualitativo, senza limiti.

L’arte è un linguaggio universale che ha la capacità di trasmettere emozioni e messaggi, è una forma di comunicazione che esprime sentimenti e può essere un sistema di descrizione della realtà. Ma quante realtà?

Dieci artisti contemporanei attraverso la loro opera indagano e riflettono sulle infinite e mutabili possibili realtà.

Evita Andújar propone una laica Via crucis, quattro opere di medio formato per quattro stazioni (Paura, Aggressività, Asfissia, Innocenza) che segnano le tappe di uno specifico percorso emotivo dell'artista a scopo auto-terapeutico. Una suggestiva e drammaticamente efficace micro-inchiesta sul dolore e la fragilità umana.

Roberta Congiu con Me, myself and I presenta un contesto sospeso, idealmente ricostruito, in cui la narrativa più realistica e tradizionale risulta distorta; giocando tecnicamente con il binomio fotografia / disegno l’artista crea immagini frammentate in cui appare un mondo senza riferimenti d’ambientazione: ritroviamo l’accostamento di elementi naturalistici e geometrici, affiancati alla dettagliata descrizione del nudo femminile. Esposto e rivolto verso un qualcosa per noi spettatori di indefinito, il corpo così frazionato esprime tutte le sfaccettature e le difficoltà di inquadrare la propria identità, nella sua infinita mutevolezza.

Sara Lovari in una serie di preziosi scrigni concentra il suo lavoro su singoli concetti e parole, spogliandosi di tutto il resto. Non più pagine piene, ma voglia di semplicità e pulizia. All’interno aggiunge oggetti che diventano significanti e descrivono lo stato d'animo. Piccoli scrigni che custodiscono segreti e si aprono alla Vita.

Jara Marzulli espone due oli di grande formato che appartengono al periodo de La Incantata dove la ricerca è rivolta ad indagare l’identità e la forza del senso di appartenenza alle persone e ai luoghi. Incantata come è incantato il mondo dell’infanzia dove c’è molto spazio per la scoperta e l’immersione nel mondo dei sogni, prima di essere invasi dalla realtà che dobbiamo imparare ad accettare e ad affrontare. Jara sottolinea che dovremmo custodire l’incanto e mantenere la capacità di sorprenderci e meravigliarci sempre anche per le piccole e apparentemente semplici cose.

Antonio Gregorio Maria Nuccio espone un dipinto di grande formato fedele alla sua poetica caratterizzata da un’ironia dissacrante e alle volte amara. Una donna si imbatte in uno specchio con il suo solito charme, rossetto e pendenti dono di un’amante di altri tempi, ma non si riconosce e resta aggrappata ad una immagine di sé oramai troppo lontana.

Grazia Salierno espone delicati acquerelli, figure che danzano in un liquido amniotico, leggere dichiarano la propria libertà; soggetti che camminano delicatamente senza toccare terra, donne che ritornano ad essere bambine dopo un vissuto tortuoso. La voglia di rinascita è il punto focale del lavoro dell’artista e unita a questa la ricerca attorno al rapporto con la natura, quale Essere al quale tornare e sentire con profondità ed unione.

Ersilia Sarrecchia presenta un’opera di grande formato della serie Confidenze, un dialogo tra figurazione e astrazione, sovrapposizioni segniche e cromatiche, in Mentre Dormi, appaiono come immagine onirica che rappresenta il rapporto amorevole tra uomo (donna) e natura. Il nudo rappresenta le origini ma anche l’essere indifesi così come la posa raccolta della figura dormiente. Il cane come sentinella protegge e veglia, rappresenta amore incondizionato e fedeltà.

Tina Sgro espone quattro opere di medio formato, interni saturi di mistero, intrisi di luce che crea, definisce e, allo stesso tempo, rende impalpabili i suoi soggetti. La narrazione di spazi inusuali, lontani dal tempo, esplora la realtà con intento poetico e con il fine di scoprire lati nascosti di soggetti che, a prima vista, potrebbero sembrare ordinari e consueti. I dipinti sono costruiti con pennellate soffici e veloci, arricchiti da piccoli dettagli che rimandano ad un mondo remoto.

Cetti Tumminia presenta l’opera Altrove, il dentro in cui si immerge, diverso dal fuori del quotidiano, un altro luogo dove solo lei può entrare. Le ramificazioni appaiono semplicemente per ciò che sono, elemento naturale, ed insieme diventano simbolo dell’universo e, ancora, metafora della natura umana. Il dentro si lascia vedere attraverso gli squarci, a sottolineare quella sensibilità incontrollabile che ci lacera ma che, insieme, ci apre all’introspezione. 

Alberto Zecchini attraverso l’opera in mostra dal titolo Mutaforma, dipinto ad olio di grande formato,  riflette sul fatto che ogni giorno le nostre cellule muoiono e si rigenerano, cambiandoci in maniera impercettibile ma costante, come ogni contatto con altre persone ci trasforma intimamente in un continuo mutare dell'essere.

 

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