Ilaria Feoli - Ivan Piano: Tremitante Chapeau/è l’ora del nostro morire.
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Ilaria Feoli - Ivan Piano: Tremitante Chapeau/è l’ora del nostro morire.
Comunicato
laria Feoli - Ivan Piano: Tremitante Chapeau/è l’ora del nostro morire.
a cura di Agata Petralia
Vernissage 20 novembre 2021 ore 18:00
20 novembre - 04 dicembre 2021
The Spark Creative Hub
Piazza Giovanni Bovio n. 33, 80133, Napoli
info@thesparkhub.it - www.thesparkhup.it
081/9221750, lunedì - sabato, 10:00 - 20:00
Sabato 20 novembre 2021 alle ore 18:00 presso The Spark Creative Hub si presenta e inaugura Ilaria Feoli - Ivan Piano: Tremitante Chapeau/è l’ora del nostro morire. I due autori presentano la raccolta poetica Tremitante Chapeau edita dalla Meligrana Editore di Giuseppe Meligrana ed espongono alcune fotografie dalla bi personale è l’ora del nostro morire. che si delineano come filo conduttore alla raccolta poetica. La prefazione del libro è di Agata Petralia, moderatrice della serata e curatrice anche della mostra fotografica dei due autori, il testo in catalogo della mostra è del critico fotografico e storico della fotografia Pippo Pappalardo. Durante la serata vi sarà la lettura di sette poesie, da parte dei due autori, estrapolate dalla raccolta poetica, mentre l’esposizione fotografica dura sino al 04 dicembre 2021.
Dalla presentazione in raccolta poetica: [“… è l’ora del nostro morire.” è il verso di una delle poesie della raccolta Tremitante Chapeau, degli autori Ilaria Feoli e Ivan Piano. Una corrispondenza epistolare come «amici amanti» che ha come leitmotiv la rinascita, il bisogno di condividere il loro mondo caratterizzato di misteriosi richiami, di profonde risonanze psicologiche e di specifici stati embrionali. I due autori ci invitano ad avvicinare l’orecchio a due conchiglie che giacciono purificate, cullate dal moto perpetuo delle onde, per sentire due voci che cantano all’unisono. …]
Dal testo critico in catalogo: [… Nella circostanza, la stretta collaborazione tra i due artisti sfocia nella redazione di «sette momenti poetici» e di «sette spazi visivi» tra loro intimamente connessi sia sotto il profilo del linguaggio artistico utilizzato sia sul piano emotivo. A collegare i due piani, il letterario ed il fotografico, è la materializzazione di una sequenza che muove da un istante di leggerezza, quasi coreografica, e conclude in una scenica presenza drammatica. E se i versi enunciano e spiegano, le immagini cercano un ancoraggio che sembra risolversi in un teatro dell’assurdo assai simile a quello di Jean Genet. …]
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