Gabriella Benedini. Storie perdute
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Gabriella Benedini. Storie perdute
Comunicato
Nella mostra Storie perdute, come scrive la curatrice Madesani: “I soggetti sono molteplici: i luoghi, il tempo, le culture, la memoria. Una storia in cui passato e presente interagiscono per diventare testimonianza del vissuto attuale ma anche specifico dell’artista. Potremmo indicare come momento iniziale le fotografie realizzate dall’artista in Medio Oriente nel 1969, esattamente cinquant’anni fa. Buona parte di quei luoghi sono stati distrutti dalla furia iconoclasta dell’Isis. La distruzione della storia della cultura è uno dei portati più drammatici delle guerre. È il tentativo, in alcuni casi riuscito, di cancellazione. I viaggi avventurosi da lei affrontati col marito in quegli anni hanno costituito una miniera inesauribile per la ricerca di Benedini. Quei luoghi, quelle tracce, quelle culture sono stati trasformati di volta in volta attraverso processi alchemici e non solo metaforici. Il mutamento, la capacità di dare nuova vita a quanto è stato, è uno degli aspetti più affascinanti del lavoro di questa artista”.
Le fotografie di testimonianze storiche che barbarie ingiustificabili hanno distrutto, diventano documento che dialoga con le opere: la Mappa di Samarra del 2005 oppure Arpa di Ninive del 1991 e infine Migrazioni del 2019 creano un percorso dove la memoria culturale e la storia attuale si intersecano. La mostra è realizzata in collaborazione con l’archeologa Gabriella Brusa Zappellini.
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