Finissage I Percorsi dell’Anima
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Finissage I Percorsi dell’Anima
Comunicato
La mostra fotografica, giunta alla sua seconda tappa, vuole mettere in risalto la diversità
di ciascun autore nel rappresentare il proprio intimo essere, la differente capacità di
ciascun fotografo ad interpretare un tema come quello concettuale dell’anima in modi
completamente diversi, sia per tecnica che per vissuto. Tutti hanno un comune
denominatore, il desiderio di svelare il proprio mondo, di fare conoscere a chi li osserva la
parte più preziosa, quasi sempre nascosta, l’Anima.
Questa comunanza che avvicina ma che non omologa è essenziale, la diversità di
osservazione, di interpretazione, di elaborazione viene custodita quasi gelosamente per
continuare “liquidamente” ad espandersi, ad evolversi.
Ci piace pensare che il nostro intimo essere possa continuamente muoversi, in
dimensioni indefinite, senza termini di paragoni, slegate e sciolte da vincoli.
L’introspezione, quella vera, che guarda nel nostro profondo e che vogliamo fare
conoscere attraverso un’immagine, galleggia evanescente in noi. Immagine prima
immaginata. Costruita prima nella nostra mente. Immagine frutto del nostro io interiore.
Immagine resa materialmente tangibile. Immagine che può essere letta da altre anime
per trasmettere loro una sensazione, uno stato d’animo. Insomma, qualcosa di noi stessi.
La ripetizione della parola immagine è decisamente e fortemente voluta, nessun altro
termine può esprimere al meglio quello che di norma accade nella mente di ciascun
autore mentre fotografa. Prima nella mente, poi, tramite il mezzo fotografico si traduce
quanto “visto” dentro di sé.
Per liquidità intendiamo, il rapporto di ciascun fotografo in relazione al suo vissuto, alle
esperienze fin qui effettuate, tali da consentire di esprimere il proprio Io. Poco importa se
l’elemento liquido venga o meno utilizzato, ciò che importa è l’elaborazione personale di
ciascun autore e quello che traspare dalle differenti fotografie è proprio questo: una
personale, diversa, anche sofferta introspezione, un vero viaggio dove si conosce il porto
di partenza ma non si può immaginare quello di arrivo.
Questa mostra richiama antichi echi, antiche storie, memorie e ricordi quasi scomparsi
che improvvisamente riemergono. E’ la nostra Itaca, dove l’isola non esiste in nessuna
mappa ma è dentro ognuno di noi.
Ciascun autore ha lasciato una frase, un pensiero, un frammento, un qualcosa di sé oltre
all’immagine, fissando, in questo modo, un attimo fuggevole, rendendolo eterno.
Per il tema particolare assegnato ai fotografi e per la bravura dimostrata nell’interpretare
appieno un concetto cosi’ poco definibile, abbiamo deciso che la collettiva avrà ulteriori
sedi espositive, le fotografie continueranno ad implementare questo percorso iniziato con
lo scorso Photofestival, esposto all’Acquario civico di Milano
Come arrivare
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