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Enrico Dennj Peretto: Ricerca e lotta intellettuale: l'arte al servizio della società umana

Inaugura

Sabato, 12 Novembre, 2022 - 17:00

Presso

Galleria Arianna Sartori
via Cappello 17, Mantova

A cura di

Tiziana Cordani

Partecipa

Enrico Dennj Peretto

Fino a

Giovedì, 24 Novembre, 2022 - 19:30

Enrico Dennj Peretto: Ricerca e lotta intellettuale: l'arte al servizio della società umana

Comunicato

La mostra personale del pittore Enrico Dennj Peretto intitolata “RICERCA E LOTTA intellettuale: l’arte al servizio della società umana”, curata dal critico d’Arte Tiziana Cordani, ospitata alla Galleria Arianna Sartori di Mantova (via Cappello, 17), presenta una selezione di dipinti realizzati negli ultimi anni dall’Artista cremonese.

La mostra si inaugura Sabato 12 novembre alle ore 17.00 alla presenza dell’Artista e con presentazione del critico d’Arte Tiziana Cordani.

L’esposizione resterà aperta al pubblico fino al 24 novembre 2022 con orario: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 e 15.30-19.30, chiuso Domenica e Festivi.

 

RICERCA e LOTTA intellettuale: l’arte al servizio della società umana

Nel rispetto delle opinioni individuali si deve riconoscere anche all’artista, in quanto uomo e cittadino, il diritto costituzionale alla libera opinione, di conseguenza alla espressione derivata attraverso il linguaggio dell’arte ed i modi della pittura, di quella che, al momento, è la visione del mondo reale, filtrata attraverso la cultura dell’artista e la sua sensibilità individuale.

Tale premessa si rende necessaria per  comprendere i dipinti eseguiti dal pittore cremonese Enrico Danny Peretto in questi ultimi anni, opere che riflettono sugli eventi e, cercandone il filo conduttore, tentano di dare una risposta ai tanti quesiti, ai dubbi e alle istanze che gli stessi in nuce contengono. I quadri diventano quindi la forma visibile delle ansie, delle paure, delle supposizioni e delle fragili certezze che hanno nutrito questi anni oscuri, inquieti e subdoli, anni che hanno logorato, infragilito e talora distrutto il mondo che credevamo di conoscere e di cui ci sentivamo tutti un poco padroni.

La scrittura netta, la mancanza di qualsivoglia aspirazione alla decoratività, il nitido cromatismo attraverso il quale si declinano i simboli e le metafore, propongono nella determinazione delle forme una sorta di chiamata alle armi intensamente avvolta da un’aura metafisica, talché vi circola la consapevolezza di un appello alle coscienze, quasi di una intimazione che vuole indirizzare al libero pensiero, alla ricerca costante delle cause e ugualmente invitare a non disperare in una qualche salvifica soluzione. La veste che l’autore dà a questa sua denuncia che invita alla riflessione è dunque quella del simbolo, di una surreale realtà metaforicamente allusiva ricomposta in una pittura che rimane chiaramente leggibile ma che non si sottrae alla denuncia così come non si rifiuta ad accenti di ironia corrosiva. Secondando la storia, traccia un suo combattivo percorso intellettuale e critico, atteggiamento non ignoto all’arte moderna, tra aperta polemica e strenuo ammonimento. L’aspetto ludico che a tratti pare emergere, pur non ignorando la serietà dei temi proposti, ne alleggerisce tuttavia la formulazione pur preservandone la energica vis polemica.

L’osservatore si pone alla fine una lecita domanda: fin dove arriva la spinta ad una visione realistica del vero e fino a che punto la mimesi agisce diventando maschera in una parafrasi recitante? Ovvero fino a che punto il gioco dell’arte è sincero tormento intellettuale ed umano e non piuttosto comoda modalità per svuotare la mente e la psiche liberandole da angosce, ansie e paure in un processo di catarsi sociale universale? Personalmente trovo interessanti gli esiti pittorici di questo dibattito intellettuale ed interiore che Peretto propone alla nostra attenzione cogliendone la dinamica assai più intrigante della trita manipolazione artistica di una realtà consunta e senza echi.

Se il futuro è già qui e l’oggi è solo parvenza, se la stoltezza e la supponenza prendono sovente il posto dell’etica e del ben fare, se il lucro domina con potenza distruttiva e la bellezza conta molto meno dell’apparenza … allora questo appello sincero e caustico, che attraverso l’arte tenta di raggiungere le coscienze dormienti, non può e non deve essere ignorato.

Tiziana Cordani

 

Cenni biografici

Enrico Danny Peretto nasce a Cremona nel 1947. Il 1971 segna il suo ingresso ufficiale nel mondo dell’arte con la prima personale alla Galleria Portici di Cremona; seguono alcuni anni nei quali si presenta a mostre collettive e premi di importanza nazionale ricevendo i primi riconoscimenti, le segnalazioni e le premiazioni. Le vicende della vita hanno poi costretto la sua mano a un lungo silenzio senza però riuscire a strappargli quei sogni che hanno animato le opere del passato. Si ripropone nel 2001 segnando poi una continuità più prolifica. Vive a Spinadesco (CR) e ha lo studio a Cremona.

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