LOBODILATTICE

Elio Grazioli ꩜ POLVERE

Inaugura

Sabato, 17 Febbraio, 2024 - 17:00

Presso

LuogoArteContemporanea
via Giosué Carducci 43, 37129 Verona

Partecipa

Elio Grazioli

Fino a

Sabato, 16 Marzo, 2024 - 18:00

Elio Grazioli ꩜ POLVERE

Comunicato

POLVERE

personale di Elio Grazioli

con testo critico a cura di Riccardo Panattoni

17.02 - 16.03.2024

 

Opening 

sabato 17 febbraio, h 17

La mostra è visibile presso LuogoArteContemporanea su appuntamento.

Ingresso libero.

 

« A me accade così: mentre passeggio mi cade l’occhio su qualcosa, oppure alzo gli occhi da quello che sto facendo e quello che vedo mi appare come composto in maniera immodificabile. Allora ci penso, prendo il cellulare e scatto la foto. Poi inseguo il mio pensiero, cerco anche le parole per formularlo in un modo che mi appaia quello giusto, le parole ballano e cambiano di posto, come se stessi componendo una poesia. So bene che quando rivedrò la foto, tutto sarà cambiato, ma non è questo, è che vari tempi e vari pensieri si sovrapporranno. In fondo fotografo per pensare, non qualcosa di preciso, ma il pensiero in sé, quello della vita. Per questo presento due insiemi, uno dei quali doppio, forse triplo. Questo è composto da una selezione stampata e da una, più ampia, proiettata a parete. Vi alterno immagini di superfici e immagini di soggetti vari, tanto paradigmatici da significare per me i grandi temi di sempre e di ognuno. L’altro insieme, nella seconda sala, è un gruppo omogeneo di fotografie di polvere che ricopre gli arbusti sui lati di una strada. Le ho scattate dopo aver scritto il mio libro sulla polvere nell’arte contemporanea, un giorno che passeggiavo nei bellissimi dintorni di Castagneto Carducci ».

Così Elio Grazioli presenta la sua personale negli spazi di LuogoArteContemporanea. C’è un profumo di Oriente nelle immagini e nell’attitudine di Grazioli, sentore di impermanenza e di risveglio secondo gli antichi insegnamenti buddisti, di haiku giapponesi per diversi aspetti. Forse la fotografia è proprio una versione contemporanea dell’haiku: se non l’hanno inventata i giapponesi, molti la praticano con tale originale sensibilità. Occidentale, Grazioli la interpreta a modo suo, “ultrasottile”, come ha scritto altrove, rifacendosi a Marcel Duchamp; italiano, lo fa con il gusto del mescolare le carte: critico? Fotografo? Artista? Forse tutto, comunque qualcosa. La mostra è corredata da un testo del filosofo Riccardo Panattoni, con cui Grazioli collabora da tempo in grande sintonia.

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