Conversazione di Paolo Bolpagni, direttore della Fondazione Ragghianti
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Conversazione di Paolo Bolpagni, direttore della Fondazione Ragghianti
Comunicato
Venerdì 20 maggio ore 18.00 si terrà allo Studio Tommaseo un incontro con il direttore della Fondazione Ragghianti, Paolo Bolpagni. L’intervento, dal titolo La Fondazione Licia e Carlo Ludovico Ragghianti di Lucca: quarant’anni di arte e ricerca, ci informerà sulla storia e le recenti ricerche e produzioni scientifiche di uno dei più prestigiosi centri italiani di studio della storia dell’arte. Il Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti viene infatti istituito nel 1981 per desiderio di Carlo Ludovico Ragghianti e di sua moglie Licia Collobi Ragghianti con l’intento di dare alla città di Lucca un luogo dove mettere a disposizione un laboratorio permanente di studio e un centro di esperienze culturali per praticare la divulgazione dell’arte in tutte le sue forme, diventando nel 1984 Fondazione. Il nucleo centrale fu formato proprio dalla biblioteca, la fototeca e l’archivio dei due studiosi, cui nel tempo si aggiungono altre donazioni e si incrementa la collezione permanente di opere.
Per più di una ragione la conversazione di Paolo Bolpagni, che si svolgerà in collaborazione con la Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, è promossa a Trieste dagli organizzatori.
In linea generale, questo appuntamento apre una nuova serie di attività promosse direttamente dalla Biblioteca di Trieste Contemporanea, aperta nel 2018 e specializzata in arte dei secoli XX e XXI con particolare riferimento ai paesi dell’Europa centro orientale e afferente al Servizio Bibliotecario Nazionale tramite il polo dell’Università di Trieste. Queste attività saranno dunque libraryline: azioni e iniziative nel campo degli approfondimenti e della divulgazione dell’arte contemporanea, della produzione editoriale e della traduzione e trasmissione di conoscenza specialistica (con attenzione alle personalità e alle eccellenze storiche della realtà culturale giuliana). Soprattutto queste azioni saranno tese ad istituire un laboratorio aggregativo triestino per la storia dell’arte. Coinvolgere dunque studiosi di vaglia, come è il caso di questo primo appuntamento con Bolpagni – spiegherà introducendo l’incontro la direttrice della Biblioteca di Trieste Contemporanea Elettra Maria Spolverini – colloca anche il “format” brainwork, istituito dall’associazione L’Officina e Trieste Contemporanea nel 2003 e in cui autorevoli rappresentanti della cultura visiva, storico-artistica e curatoriale sono invitati a parlare dei propri lavori in corso, in una progressione di avanzamento coerente con l’impegno a contrastare la perdita di sensibilità culturale che si sta riscontrando in questi ultimi difficili anni.
Venendo invece in particolare all’incontro del 20 maggio, conoscere il lavoro scientifico di Bolpagni, la storia degli studi della coppia Ragghianti e il funzionamento della loro Fondazione è tema particolarmente caro a libraryline per i legami sottintesi con Trieste. Licia Collobi era nata a Trieste nel 1914 – da Silvia De Domazetovich e Alberto Golubic, nome poi italianizzato in Collobi – finendo poi qui il liceo, e anche Carlo Ludovico Ragghianti, aveva avuto modo di scambiare una amicizia triestina: il più giovane Decio Gioseffi, nostro grande studioso di prospettiva direttore per più di trent’anni dell’Istituto di Storia dell’arte dell’Università di Trieste, aveva potuto infatti confrontarsi lungamente con Ragghianti nell’ambito della teoria e della metodologia dell’arte alla cui tradizione italiana lo studioso lucchese aveva contribuito grandemente con la sua originale apertura metodologica.
Paolo Bolpagni è uno storico delle arti, curatore e organizzatore culturale.
Dal 2016 è il direttore della Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti di Lucca.
È un esperto del tema dei rapporti tra le arti visive e la musica nel XIX e XX secolo, ma si è ampiamente occupato anche di arte italiana ed europea tra fine Ottocento e inizio Novecento (compresi gli aspetti della grafica e dell’illustrazione), di astrattismo internazionale, fino agli esiti cinetici e programmati, di arte italiana e francese degli anni Cinquanta-Sessanta (anche nelle sue relazioni con il design), di “partiture visive” e ricerche verbo-visuali delle neoavanguardie, di critica d’arte e di museologia. Negli ultimi quindici anni ha curato oltre ottanta mostre in Italia e all’estero, nei musei più importanti (è attualmente in corso, a Rovigo a Palazzo Roverella, quella su Vasilij Kandinskij), e ha all’attivo cinquanta libri e cataloghi, oltre a centinaia di saggi e articoli scientifici.
È stato il più giovane vincitore del Premio Sulmona per la storia dell’arte, conseguito nel 2013.
È stato proclamato accademico d’onore dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze e dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, le due più antiche del mondo.
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