BIRO+1
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BIRO+1
Comunicato
Biro+1", una mostra personale di Cosimo Cavallo, artista torinese che, attraverso una pratica apparentemente semplice – il disegno a biro – riesce a toccare corde profonde dello spirito e della percezione. In questa esposizione, Cavallo si manifesta insieme ai suoi alter ego, Fabio Elettroni e Gino Primitivo, identità artistiche che amplificano e sfaccettano la sua voce interiore in forme visive intense e spiazzanti.
Le opere esposte, realizzate quasi esclusivamente con penna a sfera, si muovono tra figurazione e astrazione, visione e trascrizione automatica. Volti, alieni, volti-alieni, alberi, meduse, pietre e mondi sospesi emergono dalla superficie del foglio con un’intensità che disarma e coinvolge. Attorno e dentro queste forme, spesso si leggono parole e segni: SACRO, S.T.A.G.E, F.A.X., oppure sequenze numeriche che richiamano date, o forse codici, rituali, mappe. Ogni lavoro è un nodo di senso, un punto di passaggio tra il visibile e l’invisibile, tra l’io e l’altro. Tutti elementi che riflettono una profonda ricerca interiore e una tensione verso il trascendente.
Quella di Cavallo non è una pittura decorativa, né una ricerca estetica nel senso convenzionale. È un’urgenza di comunicare, un dialogo silenzioso e intenso con lo spettatore. Dietro ogni linea – che può apparire, a prima vista, istintiva o trascurata – si cela una ricerca rigorosa, quasi ascetica, di trascendenza, luce e sacro.
Una componente fondamentale del suo lavoro è anche la profonda cultura da cui è animato. La sua ricerca attraversa letture filosofiche, studi sull’arte del passato, riflessioni visive ed esistenziali. L'indagine sulla luce, in particolare, si rifà spesso all’arte classica, alle sue armonie e alla sua capacità di rendere visibile l’invisibile. In questo senso, Cavallo si colloca in una linea di continuità – seppur obliqua – con la storia dell’arte, mantenendo vivo un dialogo sotterraneo con i grandi maestri e con i pensatori che hanno segnato il pensiero occidentale.
Spesso accostato all’universo dell’Art Brut e dell’Outsider Art, Cosimo Cavallo rifiuta però questa etichetta. Egli non si isola, non si chiude nel privato della propria ossessione creativa, ma si rivolge con intenzione all’altro. La sua arte nasce da un bisogno interiore, sì, ma vive nell’incontro. In questa tensione tra intimità e dono, tra alterità e relazione, "Biro+1" si presenta come un viaggio dentro mondi simultanei, fragili e potenti, dove il segno più umile – quello della biro – diventa porta d’accesso a una dimensione altra, accessibile a chi guarda con mente ricettiva e sensibilità aperta.
Enrica Benedetto
Cosimo Cavallo, noto anche con lo pseudonimo di Fabio Elettroni, è un artista torinese nato nel 1968.
Dopo essersi diplomato all'Accademia Albertina di Torino con una tesi sul concetto di superficie nel cinema di Fellini, Cavallo ha lavorato come educatore con pazienti psichiatrici. Ha vissuto periodi di precarietà, trovando rifugio in luoghi come la Cavallerizza occupata e successivamente in una comunità del circuito di cura di Fermata d'autobus Onlus. Nonostante queste difficoltà, la sua arte ha attirato l'attenzione di critici e curatori, portandolo a esporre in diverse gallerie e mostre personali e collettive, tra cui la Galleria Rizomi – Art Brut, la Galleria Gli acrobati di Torino, il progetto "Mai Visti e Altre Storie" curato da Arteco, La Crescentina – Laboratorio per l'Arte.
La sua opera è stata protagonista di documentari come "Cosimo" di Matt Giorelli e "La stocastica" di Wermir Werner Swarzenfrei, che esplorano la sua vita e la sua arte.
Cosimo Cavallo continua a vivere e lavorare a Torino, contribuendo con la sua arte unica e intensa al panorama artistico contemporaneo.
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