LOBODILATTICE

In Between - Dialoghi di luce

Inaugura

Mercoledì, 31 Gennaio, 2018 - 18:00

Presso

CUBO ,spazio arte
piazza Vieira de mello n 3

A cura di

Ilaria Bignotti e Federica Patti

Partecipa

Paolo Scheggi , Joanie Lemercier , fuse*

Fino a

Sabato, 31 Marzo, 2018 - 10:00

In Between - Dialoghi di luce

Comunicato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Comunicato stampa

das – dialoghi artistici sperimentali

 

presenta

 

“IN BETWEEN - DIALOGHI DI LUCE”

PAOLO SCHEGGI, JOANIE LEMERCIER, FUSE*
A cura di Ilaria Bignotti e Federica Patti

 

31 gennaio - 31 marzo 2018

 

Dal 31 gennaio al 31 marzo 2018, CUBO promuove das, dialoghi artistici sperimentali, una rassegna trasversale dedicata al dialogo artistico e culturale sui temi della contemporaneità, che nasce come territorio di confronto - di contenuti, tecniche, stilemi - fra i maestri dell’arte contemporanea già storicizzati ed esponenti della new generation.

 

das amplifica la programmazione con una serie di appuntamenti diffusi, a confermare la volontà di rendere versatile e sperimentale lo Spazio Arte e sceglie come momento inaugurale la settimana dell’arte contemporanea a Bologna, proponendo una serie di appuntamenti:

 

  • Una mostra all’interno di Spazio Arte di CUBO (31 gennaio - 31 marzo 2018);
  • due momenti Off:
    - il 3 febbraio ore 22.00 première italiana di Dökk, ultima live-media performance dello studio fuse*, presso il Teatro Testoni Ragazzi
    - il 4 febbraio ore 11:30-13:30 un talk all’interno di Artefiera dal titolo Archivio: visione, progetto, sistema. Dialoghi e confronti tra storia e contemporaneità

 

“IN BETWEEN - DIALOGHI DI LUCE” PAOLO SCHEGGI, JOANIE LEMERCIER, FUSE* a cura di Ilaria Bignotti e Federica Patti è un progetto che valorizza la relazione, il dialogo e il confronto tra: Paolo Scheggi, protagonista della nuova avanguardia europea degli anni Sessanta, Joanie Lemercier, artista di nuova generazione, attivo a livello internazionale, che opera nell’ambito delle nuove tecnologie, e fuse*, studio artistico di riferimento per le arti multimediali.

I fili conduttori sono la luce come potenziale attivatore della sensorialità, l’ambiente inteso come spazio coinvolgente e stimolante, la materialità e l’effimerità dell’opera, tra apparizione, suggestione, trasformazione.

 

-       La proposta espositiva dello Spazio Arte è sperimentale e pionieristica nel presentare l’Interfiore del 1968 di Paolo Scheggi (Settignano-Firenze 1940 - Roma 1971). Formato da oltre novanta cerchi dipinti di pittura gialla fluorescente, immersi e sospesi a diverse altezze in uno spazio oscurato e illuminato dalla luce wood, fu presentato per la prima volta a Roma alla Galleria La Tartaruga nel “Teatro delle mostre”, in un happening continuo che mise allora in dialogo artisti diversi, chiedendo loro di allestire in una sola giornata il proprio environment, per rendere mutevole e incalzante l’esperienza estetica ed emozionale del pubblico. Nato nel fervore della rivoluzione culturale del Sessantotto, Interfiore di Scheggi supera la bidimensionalità dell’opera a parete, entra nello spazio della vita, nella temporalità dell’esperienza: un lavoro seminale che può “accadere” solo in relazione allo spettatore, chiamato a diventarne attivatore e fruitore consapevole e libero.

Joanie Lemercier propone a sua volta una rielaborazione di questo ambiente, eccezionalmente ricostruito nella sua interezza dopo cinquant’anni esatti dalla sua ideazione e prima apparizione: chiamato a confrontarsi con il linguaggio dell’artista storico, ha composto un’esperienza immersiva effimera, capace di descrivere lo spazio attraverso proiezioni dinamiche di luce, superfici stratificate, materiali riflettenti o semitrasparenti, seguendo una rigorosa composizione geometrica dello spazio. Un reboot costruito secondo gli stilemi tipici dell’artista francese, che ama confrontarsi con i maestri Spazialisti e Optical utilizzando gli strumenti tecnologici della contemporaneità.

La Mediateca sarà inoltre teatro di due incontri aperti al pubblico denominati “Meet the artist”, dedicati alla conoscenza e all’approfondimento delle tecniche multimediali sviluppate dagli artisti, oltre a esporre materiale di ricerca prodotto dallo studio fuse*.

 

  -           DöKK, la nuova live-media performance di fuse*, verrà presentata al Teatro Testoni Ragazzi: è una narrazione immersiva multimediale che racconta un viaggio, interpretato dalla danzatrice Elena Annovi, attraverso una sequenza di dieci stanze/paesaggi digitali in successione, un percorso in cui la fine coincide con un nuovo inizio. DöKK, parola islandese che significa buio, rappresenta la naturale continuazione di Ljós ("luce"), performance creata nel 2014 e presentata in alcuni dei più importanti festival internazionali. Dökk offre un viaggio nell’inconscio, dove la realtà viene rappresentata da mondi e universi che si disegnano e si dissolvono nella mente, alla costante ricerca di un equilibrio tra luce e buio.

 

-     Partendo dallo stimolante dialogo tra artisti storici e contemporanei, CUBO è presente ad Arte Fiera Bologna con un talk dedicato al tema ARCHIVIO: visione, progetto, sistema. Dialoghi e confronti tra storia e contemporaneità. Si parlerà di archiviazione e di autenticazione attraverso una indagine dialettica e interdisciplinare, attivando una remise en question del sistema-archivio, per allargarne il campo metodologico e operativo ed estenderlo alle problematiche della conservazione dei nuovi media.

 

Questo il programma completo:

 

31 gennaio ore 18:00: OPENING al pubblico della mostra “IN BETWEEN - DIALOGHI DI LUCE” Spazio Arte di CUBO.

 

2 febbraio ore 18:00 MEET THE ARTIST/Joanie Lemercier intervista con Elena Forin, Mediateca di CUBO.

 

3 febbraio alle ore 19.30 PRESENTAZIONE del n° 100 di Espoarte, Mediateca di CUBO

 

3 febbraio ore 22.00 DöKK, premiere italiana del live- media performance dello studio fuse*, Teatro Testoni Ragazzi, via G. Matteotti, 16 Bologna.

 

4 febbraio ore 11:30-13:30 TALK: Archivio: visione, progetto, sistema. Dialoghi e confronti tra storia e contemporaneità, relatori: Cristina Baldacci, Ilaria Bignotti, Christian Caliandro, MoRE Museum (Marco Scotti, Valentina Rossi), Eleonora Frattarolo con il coordinamento di Angela Memola, Servizi artistici e mostre temporanee di CUBO, presso Artefiera – Talk Area

 

4 febbraio ore 17:30 MEET THE ARTIST/fuse* intervista con Domenico Quaranta, Mediateca di CUBO.

 

BIOGRAFIE

 

Paolo Scheggi

Paolo Scheggi (Settignano-Firenze 1940-Roma 1971) è uno dei protagonisti della nuova avanguardia europea degli anni Sessanta, riconosciuto erede spirituale di Lucio Fontana e attivissimo esploratore di linguaggi interdisciplinari, affrontando il problema del visivo nell’architettura e nel design, nella poesia e nella performance, nella filosofia e nel teatro, nella moda e nell’intervento urbano. A Milano dal 1961, elabora una ricerca visuale caratterizzata da opere formate da tre tele sovrapposte, monocrome, diversamente solcate da aperture irregolari ed ellittiche prima, poi geometriche e circolari: dalla Zone riflesse alla Intersuperfici, Scheggi nella prima metà degli anni ’60 è presente nelle principali esposizioni internazionali. Nel 1966, alla XXXIII Biennale di Venezia, è il più giovane artista italiano invitato. A partire dal 1967 la sua ricerca estende le potenzialità dell’opera nello spazio, creando ambienti quali Intercamera plastica e nel 1968 Interfiore: lavori pionieristici che rapidamente portano l’artista, nel clima culturale del Sessantotto, a lavorare nello spazio urbano, ripensando il ruolo dell’arte come veicolo di una liberazione dell’uomo. Le performances e le azioni teatrali del 1968 e 1969 sono presenti nelle principali manifestazioni dell’epoca, quali Campo Urbano a Como e Tendenze 4 a Zagabria. Nell’ultimo biennio della sua breve e intensa attività, Scheggi approda a una ricerca concettuale, metafisica, dove la parola si “congela” in ambienti profetici: presente a Vitalità del negativo a Roma nel 1970, non riuscì a partecipare alla XXXVI Biennale veneziana del 1972, cui fu invitato. Le sue opere si trovano nelle principali collezioni museali e private internazionali.  Nel 2013 nasce a Milano l’Associazione Paolo Scheggi, fondata da Franca e Cosima Scheggi, in collaborazione con Ilaria Bignotti quale coordinatore scientifico, con lo scopo di conservare, tutelare e promuovere la ricerca artistica. Nel 2016 è pubblicato il Catalogue raisonné dell’opera di Paolo Scheggi, curato da Luca Massimo Barbero per Skira.

 

Joanie Lemercier

Joanie Lemercier (1982) è un artista francese che lavora fra New York e Bruxelles. La sua ricerca artistica, famosa in tutto il mondo, è incentrata principalmente sulla realizzazione di composizioni geometriche minimaliste, realizzate attraverso proiezioni luminose dinamiche nello spazio, e sulla influenza della luce stessa sulla nostra capacità percettiva. Introdotto alla creazione di opere d'arte attraverso l’uso del computer all’età di cinque anni frequentando corsi di design per tessuti tenuti dalla madre, ha sviluppato uno stile compositivo inconfondibile, che si basa sull’utilizzo di strutture geometriche modulari asciutte - punto, linea e superficie - l’assenza di colore e la predominanza del dialogo fra luce e oscurità. I lavori di Lemercier sono stati esposti, fra gli altri, a: Art Basel, Miami and Basel; Sundance film festival, USA; Unsound, Poland- PO; Mutek, Montreal, CA; China Millennium Monument Museum of Digital Arts, Beijing, CHINA; Eyebeam, NYC, USA; Royal College of Art, London, UK; Takamatsu Art centre, JAPAN.

 

fuse*

fuse* è uno studio ed una casa di produzione indipendente che opera nell’ambito delle arti digitali e del design fondato nel 2007 con lo scopo di esplorare le possibilità espressive date dall’uso creativo del codice e delle tecnologie digitali. Sin dalle origini la ricerca dello studio ha avuto come obiettivo primario quello di coinvolgere profondamente il pubblico combinando arte e tecnologia ed amplificando l’impatto emotivo della narrazione. Nel corso degli anni lo studio si è ampliato permettendo un approccio sempre più olistico alla creazione di nuovi progetti. Affidandosi ad un modus operandi che valorizza la sperimentazione pura e l’approccio empirico nel processo creativo, l’intento è quello di spostare i confini e cercare nuove connessioni tra luce, spazio, suono e movimento. fuse* ha partecipato, fra gli altri, a: ACT festival - Gwangju, KR; RomaEuropa - Roma, IT; Maintenant Festival - Rennes, FR; NODE festival - Modena,IT; Lunchmeat festival - Prague, CZ; roBOt festival - Bologna, IT; Biela Noc - Kosice / Bratislava, SK; STRP biennial - Eindhoven, NL.

 

 

Ilaria Bignotti

Nata a Brescia nel gennaio 1979, è Dottore di ricerca in “Teorie e Storia delle Arti”, con una tesi dedicata a Paolo Scheggi e con tutor Angela Vettese-Università IUAV, Venezia.  Storico dell'arte contemporanea, critico e curatore indipendente. Coordinatore scientifico dell’Archivio Paolo Scheggi, Milano. Curatore Scientifico e Responsabile Progetti Speciali dell'Archivio Antonio Scaccabarozzi, Milano.  Direttore scientifico del Francesca Pasquali Archive, Bologna. Curatore scientifico dell'Archivio Mariella Bettineschi, Bergamo. E’ nel Comitato scientifico del “MoRE Museum-museum for refused and unrealised art projects” e nel Comitato artistico di C.AR.M.E., Brescia. Professoressa a contratto dell’Accademia di Belle Arti “SantaGiulia” di Brescia svolge anche il ruolo di Coordinatore di ambito disciplinare per le Scuole di Pittura e di Scultura.

Lavora con Musei, Istituzioni e Gallerie in Italia e all’estero. Ha scritto decine di saggi, monografie e cataloghi di mostre coerenti con le aree di ricerca che si concentrano sull’arte europea dal secondo dopoguerra agli anni Settanta, con peculiare attenzione alle relazioni tra arte-società-politica e al dialogo tra l'Europa occidentale e i Paesi Balcanici nel secondo dopoguerra e al movimento di Nuove Tendenze degli anni ’60 e ’70; si occupa di ricerche artistiche contemporanee indagandone le geografie culturali, la resilienza, la processualità e il site-specific. E’ consulente curatoriale della Shenzhen Biennale 2018, dedicata al tema Open Source.

 

Federica Patti

Federica Patti (Bologna, 1983) è curatrice indipendente di base a Bologna. La sua ricerca si concentra sulle arti multimediali, su progetti interattivi e partecipativi, sulle pratiche seminali e sulla valorizzazione di giovani artisti emergenti, con una propensione all’apertura e alla contaminazione verso pubblico e spazi non convenzionali. Curatrice di ROBOT festival dal 2008 al 2017, dal 2012 è parte de LaRete Art Projects, il collettivo curatoriale fondato da Julia Draganovic; dal 2016 è membro attivo del IKT – International Association of Curators of Contemporary Art. 

 

 

 

 

Ufficio Stampa                                                            Spazio Arte

Giovanni Gualandi                                                      Angela Memola

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