Au5. Jorgelina Alessandrelli, Sabine Barnabò, Maria Anastasia Colombo, Ira Herzog e Carlo Quagliata
Inaugura
Presso
A cura di
Partecipa
Fino a
Au5. Jorgelina Alessandrelli, Sabine Barnabò, Maria Anastasia Colombo, Ira Herzog e Carlo Quagliata
Comunicato
Sarà inaugurata sabato 1° febbraio alle ore 17.00 presso la Galleria Arianna Sartori in via Ippolito Nievo 10 a Mantova la mostra collettiva "Au5" che nasce con l'intenzione di suscitare riflessioni ed emozioni sui valori universali, in cui l'elemento ORO, si comporta non solo come filo conduttore, ma anche come simbolo.
La scelta degli artisti Jorgelina Alessandrelli, Sabine Barnabò, Maria Anastasia Colombo, Ira Herzog e Carlo Quagliata di lavorare sull'oro non è casuale… L’oro è uno dei metalli più nobili presenti in natura. Hanno iniziato a ragionare sulle sue caratteristiche… Incorruttibile, immutabile, inalterabile, immortale… Molto è stato scritto sulle sue preziose simbologie attraverso la storia dell'umanità di tutti i tempi in ogni cultura. Anche questi artisti oggi, provenienti da diverse culture, scelgono questo virtuoso elemento per riflettere sui diversi argomenti della vita contemporanea globale, per parlare simbolicamente di diversi valori e preoccupazioni.
La loro ricerca artistica si concentra su idee che riguardano l'ambito filosofico, ad esempio, il prezioso valore che rappresenta la “maternità” della specie umana, il valore della qualità ed emotività dei “rapporti interpersonali”, la riflessione sull'ambivalente concetto di protezione-prigione sulla ricerca della “libertà”, considerazioni sul valore del “tempo”, concepito come misura del trascorrere degli eventi etc, ma anche come “spazio-tempo” di storia e cultura.
Jorgelina Alessandrelli
Argentina di nascita e italiana d’adozione, dal 2014 vive e lavora a Monza. Nel 1995 consegue una laurea in Belle Arti presso l’Università Nazionale di Rosario, periodo da dove inizia a sviluppare i propri canoni espressivi. I suoi lavori riflettono sugli aspetti della vita contemporanea, che attraverso la rappresentazione di elementi della natura, trovano il modo più poetico di esprimerli. La scoperta della terza dimensione, è per lei una vera e propria rivelazione, e avvicinandosi alla scultura, sperimenta creativamente con svariati materiali non convenzionali. Così, tessuti, ritagli di tela dipinta, carta, a volte fatta a mano, fili, nastri, per nominare alcuni, divengono elementi fondamentali per la creazione delle sue ultime opere. I suoi collages e installazioni, pieni di sensibilità simbolica, sono metafore visive che trasmettono poesia e leggerezza. In questa opportunità si concentra sulla valorizzazione del concetto “Tempo”, evocandolo con intrecci di nastri d’oro, per costruire una sorte di “tributo ai tempi dell’umanità”. Dal 2000 ha vissuto in diversi paesi che l’hanno arricchita di esperienze umane ed estetiche. In questi anni, ha sempre voluto continuare a formarsi come artista e ha frequentato diversi laboratori e corsi in cui scopre nuovi e stimolanti percorsi nel arte. Ha partecipato a mostre personali, collettive e concorsi di arte in Argentina, Brasile, Stati Uniti, e in Italia.
Sabine Barnabò
Nasce in Germania e da più di 20 anni ha fatto dell’Italia la sua dimora. Il suo percorso artistico si sviluppa e si alimenta dall’amore per l’arte, ispirato da una vita di viaggi intrapresi per passione e lavoro. Dopo vari corsi di pittura e design si dedica interamente alla scultura, partendo dal figurativo modificandolo e arricchendosi strada facendo. Nel suo laboratorio utilizza argilla refrattaria, resina, vernice acrilica e la tecnica raku per la realizzazione delle sue opere che sono state esposte in Germania, Italia e Svizzera in mostre personale e collettive. Dopo essersi dedicata per anni alla lavorazione dell’argilla, è rimasta di recente affascinata dalla duttilità e dalla forza del ferro, che ha sperimentato realizzando installazioni in cui anche l’uso della luce al neon è servito a sottolineare le tematiche affrontate.Come ceramista, su segnalazione di Peishuo Yang, titolare della Galleria Ma-Ec di Milano e unica gallerista d’arte cinese in Italia, ha ricevuto del governo cinese l’invito a partecipare all’International Ceramica Forum, tenutosi presso di Chongqing del 29 novembre al 1 dicembre 2019. Le installazioni concepite e realizzate per questa mostra di Mantova costituiscono una sintesi delle diverse tecniche privilegiate dall’artista, ceramiche, ferro e luce, e vogliono sollecitare in ciascun visitatore una riflessione sulla ‘gabbia d’oro’ in cui ognuno di noi si trova imprigionato e sulla ricerca della vera libertà.
Maria Anastasia Colombo
Nata a Monza il 29 gennaio 1973. Maturità artistica conseguita al liceo artistico san Giuseppe Istituto Preziosissimo Sangue di Monza nel 1991. Diplomata in Scenografia all’Accademica di Brera Milano nel 1995. Dal 1995 collabora all’ideazione, esecuzione e realizzazione di scenografie e costumi per compagnie teatrali e cortei storici. Dal 1996 espone in mostre personali e collettive in Italia e all’Estero. Dal 1997 partecipa al processo creativo di animazioni in qualità di assistente e animatrice presso vari studi e case di produzione. Dal 2005 elabora e realizza allestimenti stand-vetrine in occasione delle Fiere: “MILANO UNICA Moda in” e “PREMIERE VISION PARIGI” per un nastrificio. Da questa collaborazione è nata la sua passione per il nastro così da trasformarlo e modellarlo attraverso divertenti e giocosi accostamenti cromatici in sculture, quadri, cappelli, gioielli…
“ORO = per me il tramite… il mezzo nel tempo… nella storia… il perdersi nell’effimero attraverso un portale spazio-temporale di parole, racconti, libri che ci trasmettoni il valore della cultura e danno libero sfogo ai nostri pensieri… fantasia… creatività come ORO COLATO che prende forma e si TRASFORMA rendendosi visibile ai nostri occhi…”.
Ira Herzog
Graphic designer
La sua arte è influenzata dalla cultura dei luoghi in cui ha vissuto e che ha visitato, per questo nei suoi quadri ci sono diversi stili.
In questa mostra ha voluto presentare le sue interpretazioni di 3 romanzi.
“La Catedral del Mar”
È una interpretazione del romanzo “La catedral del mar” (Ildefonso María Falcones de Sierra).
L’artista ha voluto soffermarsi sulla frase:
“ti assicuro che sarà unico e l’unico non è né meglio né peggio, semplicemente è ciò: unico”
Carlo Quagliata
Normal
0
14
false
false
false
IT
JA
X-NONE
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:Century;}
Nasce a Messina; vive e opera da anni in Lombardia. Oggi risiede in Monza da vent’anni. Il suo unico desiderio è quello di lasciare un segno, come uomo che ha attraversato il novecento, attingendo dal bagaglio esperienziale grande sensibilità. Le sue opere devono essere scrutate, lette e comprese. Le geometrie di fondo che le accomunano si legano a sentimenti dolorosi di perdita e smarrimento. Nelle sue opere sembrano fondersi stili differenti, ma Quagliata è già vicino al Surrealismo che adotterà nelle opere mature, siano esse dipinti o sculture. Nei pensieri e nelle opere dell’artista l’umanità è perduta, sopraffatta dalla tecnologia. Quagliata, nella fase della produzione, dà sempre la chiave di lettura per una riflessione sul messaggio politico, sociale e libertario. Dagli anni novanta la maturità artistica raggiunge maggiore consapevolezza, ma è segnata dal timore di una disumanizzazione incombente. Oltre alla pars distruens c’è, nell’intenzione dell’artista, una pars construens come desiderio di riconciliazione degli archetipi e come un novello nietzche ci invita a riflettere sul bisogno di riconnetterci alle radici, per la paura di avanzare verso la robotizzazione. (Maridda Bestetti)
Come arrivare
- letto 1364 volte