LOBODILATTICE

Ask Me Anything

Inaugura

Giovedì, 1 Ottobre, 2020 - 16:00

Presso

MAAB Gallery
via Nerino 3

A cura di

Massimiliano Scuderi

Partecipa

Giuseppe Costa, Johannes Kahrs, Andreas Ragnar Kassapis, Alain Urrutia

Fino a

Venerdì, 4 Dicembre, 2020 - 18:00

Ask Me Anything

Comunicato

I discorsi sulla pittura riproducono i limiti stessi che li determinano, un di-dentro e un di-fuori dell’opera. Ed il primo è la stessa delimitazione della questione. Le opere presentate presso la galleria MAAB di Milano, pongono la questione delle possibili relazioni tra la pittura contemporanea e il mondo, ma anche tra la pittura e i vari linguaggi artistici della contemporaneità. Così come Vito Acconci nella realizzazione di alcuni video e performance era ispirato dai film noir degli anni cinquanta e sessanta, così la pittura indaga oggi, come ieri, altri ambiti disciplinari per costruire strategie, situazioni o semplicemente immagini che appartengono alla duplice pulsione dell’artista, come dice Baudrillard, di annientamento, di cancellazione di tutte le tracce dal mondo e di resistenza a tale forza annichilente. Il titolo scelto dal curatore Massimiliano Scuderi esprime esattamente queste molteplici possibilità, un’aspirazione ad includere l’altro secondo una mutevole strategia.

Johannes Kahrs (Brema 1965) ad esempio ama definire il suo processo pittorico come distillazione delle immagini. I suoi quadri ci pongono di fronte a frammenti di eventi in cui siamo noi a sviluppare le narrazioni, attingendo ad immagini filmiche o documentazioni fotografiche in cui affina alcuni dettagli. Le sue interpretazioni delle opere originali sono spesso sfocate, ritagliate o distorte, allontanando lo spettatore dal punto di riferimento.

Andreas Ragnar Kassapis (Atene 1981) propone una serie di lavori intitolati Impostors (2019) in cui mette in luce il suo interesse per i cataloghi e le vetrine di prodotti, e in generale per il design. Egli stesso dà una definizione di questi lavori come la realizzazione di una repressione freudiana all'interno di una struttura come la città o la libreria. Trovo qui il mio fascino per il disegno di design che vedo come minimizzazione della pittura gestuale, allo stesso modo del macina cioccolato di Marcel Duchamp. Tuttavia il mio interesse per la parte nascosta delle connotazioni sessuali all'interno del disegno di design e le sue simbolizzazioni politiche così come il suo valore mnemonico. Vedo l'oggetto come un corpo, l'oggetto come una mano. 

Dei dipinti di Alain Urrutia (Bilbao 1981) colpisce soprattutto la loro "impenetrabilità emotiva", possiedono e producono una sorta di silenzio, una dimostrabile mancanza di leggibilità, anche una difficoltà che supera il loro argomento di per sé. Ispirato dalle immagini fotografiche, rallenta il processo di percezione per consentire percorsi verso nuove interpretazioni di immagini preesistenti, sollecitando lo spettatore a mettere in discussione le proprie ipotesi su ciò che osserva.

Il silenzio del giovane siciliano Giuseppe Costa (Palermo 1980) costruisce il contesto dei suoi paesaggi iconici, che ricordano le incisioni di lacche cinesi. Questo effetto, realizzato a grafite con una raffinatissima e delicata tecnica chiaroscurale, esprime una pittura - se così si può definire - che impone rigore, tempo e dedizione amanuense. C’è ancora l’incanto di fronte alla natura ed ai suoi fenomeni, includendo gli eventi dell’uomo, sospeso in un tempo infinito come quello delle vittime nel Mediterraneo. 

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