ARTISTI 5+1: Biagio Battaglia, Cibi, Enrico Ratti, Alessandra Scarpari, Mario Vitale, Carlo Zoli
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ARTISTI 5+1: Biagio Battaglia, Cibi, Enrico Ratti, Alessandra Scarpari, Mario Vitale, Carlo Zoli
Comunicato
La Galleria Arianna Sartori di Mantova, nella sala di via Ippolito Nievo 10, il prossimo Sabato 7 giugno alle ore 18.00, inaugura la mostra collettiva “ARTISTI 5+1”. Alle pareti sarà possibile ammirare le opere di Biagio Battaglia, Cibi, Enrico Ratti, Alessandra Scarpari, Mario Vitale e al centro della sala saranno collocate alcune sculture dell’artista Carlo Zoli.
Curata da Arianna Sartori, l’esposizione, che presenta una selezione di opere di ciascun Artista invitato, resterà aperta al pubblico fino al 26 giugno 2025 con orario: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, Domenica chiuso.
Per informazioni: tel. 0376.324260, info@ariannasartori.eu
Biografie degli Artisti
Biagio Battaglia nasce a Comiso (RG) e risiede a Milano dal 1961.
Conclude i suoi studi presso l’Istituto Statale d’Arte di Comiso, sezione scultura. Dopo una breve attività presso laboratori artigianali di scultura, svolge la sua attività nel campo della progettazione edilizia come disegnatore tecnico presso studi di architettura, prima nella città natale per proseguirla a Milano. Qui percorre tutti gli stadi della carriera nel campo specifico fino a fondare un proprio studio “TEAM PROGETTO architettura e sviluppo”, a mezzo della quale svolge consulenza tecnica di Progettazione e Direzione Lavori per primarie società in Italia e all’estero. Questa attività gli consente di sperimentare quella sintesi tra l’arte e il rigore della tecnica che gli permetterà di conciliare l’aspetto tra utopia e l’osservazione del mondo che lo circonda. La passione e l’interessa per l’arte, iniziata da giovanissimo, non viene mai abbandonata, oggi si dedica interamente alla pittura per trovare una propria personale cifra stilistica e per conoscere e sperimentare nuove forme e linguaggi espressi dalla contemporaneità. Biagio Battaglia, nel suo personale modo di esserci, ricerca una composizione ideale tra il “bello” e quello che la sua sensibilità percepisce dal quotidiano vivere. La sua pittura non si astrae dalla società contemporanea e degli avvenimenti prossimi all’attuale che viene interpretata con la propria personalità e senza riferimenti a stili predefiniti. Dietro ad una tematica corrente traspare nella pittura di Battaglia forza e volontà di esprimere quanto necessario per difendere la causa della concezione stilistica individuale. Nella sua opera si avverte un rapporto profondo e filtrato con la realtà, che però non si riduce alla semplice ripresa del vero. Battaglia traduce gli elementi compositivi in un coordinato registro formale, fatto di spazi compositivi che racchiudono nella dimensione armoniosa della forma le suggestioni figurative raccolte a contatto con il vero. Nella sua pittura affiora una pulita armonia di una reinvenzione immaginativa tradotta nella precisa scansione degli spazi e nella delicata giustapposizione delle gamme cromatiche. Sono risultati che provengono da una lunga e assidua meditazione a un discorso che non è mai arabesco o decorazione ma comunicazione significante di una testimonianza umana. La composizione cromatica e l’allegoria narrativa sono la cifra del suo modo di operare. Ha partecipato a mostre collettive e personali. Nel 2024 ha ottenuto il Premio per la Pittura “Premio delle Arti” Premio della Cultura XXXVI Edizione – Milano 2024.
Una costante ricerca progettuale, l’impiego di differenti materiali che vanno dal legno ai metacrilati, lo studio di specifiche soluzioni cromatiche, sono gli elementi che caratterizzano il lavoro di Cibi, tra pittura e scultura. Visionario fin dall’infanzia esprime la propria interiorità materializzando soluzioni in continua evoluzione. La superficie del quadro/scacchiera si presta a molteplici soluzioni, a volte con lo spostamento di una sola pedina che trasforma in gioco la ricerca cromatica e compositiva a favore del fruitore dell’opera. Principali eventi: con “Materioteca” laboratorio milanese che promuove e valorizza i materiali sintetici: fiera Plast di Milano 2014 e fiera Mecspe di Parma 2016; con il collettivo “Fuori di Design”: “Doposalone” di Milano, spazio Ansaldo, 2016. Galleria “Il Bagolaro” di Vincenzo Palmieri, mostra personale 2016/2017. Galleria Arianna Sartori, Mantova, personali 2018, 2019 e 2022. Nel 2020: “Vegetalia tra Alberi, Fiori e Frutti”, Casa Museo Sartori, Castel d’Ario (MN); 4° edizione “Arte e Moda”, Arcadia Art Gallery, Milano. Nel 2021: “Arte e Moda 6° edizione”, Arcadia Art Gallery, Milano. Nel 2022: “Arte e Ingegno 2° edizione” e “I Cinque Sensi 1° edizione”; fiera BAF di Bergamo (Arcadia Art Gallery).
Enrico Ratti (15 aprile 1952 - 21 febbraio 2021), mantovano trapiantato a Milano, fu pittore, disegnatore, illustratore, scrittore e giornalista. Si forma nella Bologna intellettualmente molto vivace degli anni settanta e si laurea al Dams, con una tesi sull'opera di Cesare Zavattini. Da allora l'unico interesse è stato per l'arte e la cultura. Moltissimi i viaggi. E poi le mostre. Tantissime in Italia e all'estero. Intanto come giornalista dal 2000, per la Cronaca di Mantova, ebbe modo di intervistare artisti, scrittori, intellettuali dissidenti in tutto il mondo. Nel 2002 pubblica il romanzo “Delinquenti nati” e nel 2007 il poemetto “Canti di cipada”. Nel 2008 il libro di disegni “Manuale dell'intellettuale” e nel 2010 il saggio “Manifesto per l'Europa”. Nel 2005 vince il premio letterario Laurence Olivier e Vivien Leight. Nel 2019 pubblica con la Gilgamesh Edizioni il libro “Blasfemie”. È stato tra i più assidui collaboratori della rivista Spirali giornale di cultura internazionale. Socio fondatore dell'associazione La Corte dei Poeti di Mantova e ne fu presidente negli anni 2017 e 2018, contribuendo a qualificare il festival Mantova Poesia. “L'innaturale natura” è ciò che voleva rappresentare nelle sue opere, la sua rappresentazione era il frutto di un artificio, dell'arte del fare che, procedendo dalla memoria, dall'invenzione e dalla materia approda alla qualità. Enrico Ratti aveva avuto la fortuna di nascere in una famiglia con il nonno materno, direttore del teatro dell'Opera di Mantova mentre il nonno paterno era sovrintendente del teatro d'avanspettacolo di Mantova. Due mondi apparentemente molto lontani tra loro dove a prevalere era il colore, il colore delle voci liriche, dei sipari, dei costumi delle ballerine e dei loro passi di danza. In un certo qual modo tutto questo lo si ritrova dei suoi dipinti, il palcoscenico, la pelle delle ballerine, le pieghe dei mantelli degli attori e i sipari di velluto rosso. Seguendo gli insegnamenti dei suoi maestri aveva quindi imparato a usare i colori a olio e colori acrilici e a cingere figure e paesaggi di ombre e lume. Ma, soprattutto, in quella bottega d'arte aveva imparato a pensare la pittura. L'opera che lo rappresenta di più è LA CENA RUSTICA, un quadro che è diventato la copertina di un libro famosissimo negli Stati Uniti: DETTO TRA NOI. La cena rustica è un grande quadro a olio dove viene raffigurata una cena organizzata nel palchetto di un teatro di provincia mentre è in corso uno spettacolo. Lo spettacolo non si vede ma tutti i personaggi sono caratterizzati da ciò che sta accadendo sul palcoscenico. Scena caratterizzata da un altrove strano e irreale, che costringe il lettore del quadro non all'indifferenza narrativa, ma alla riflessione e al racconto.
Alessandra Scarpari nasce a Mantova nel 1963.
Frequenta il Liceo Classico Virgilio cittadino e poi prosegue il percorso di studi a Milano presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore dove, nel 1988, si laurea in Lingue e Letterature Straniere Moderne. Attualmente insegna lingua francese alla Scuola Secondaria di primo grado presso l’Istituto Comprensivo di Porto Mantovano. Sin da piccola manifesta una spiccata propensione per le attività manuali che apprende in famiglia dai genitori, entrambi sarti, e dalla nonna materna che lavora a maglia e a uncinetto. La macchina per cucire, tessuti, aghi, fili e gomitoli sono sempre presenti in casa e diventano anche oggetto di gioco e sperimentazione. Dopo la laurea si trasferisce in Olanda dove risiederà dal 1991 al 1998. Qui, grazie alla partecipazione a mostre ed eventi di settore, incontra il mondo dell’arte tessile e ne rimane affascinata. Comincia così a seguire corsi di patchwork e di quilting per apprendere le relative tecniche di cucito e di trapuntatura e a praticare quest’arte entrando a far parte di gruppi e associazioni che vi si dedicano. Al rientro in Italia, il percorso professionale la porterà verso il mondo della scuola e dell’insegnamento ma continuerà a coltivare la passione per l’arte tessile prendendo parte a gruppi, associazioni ed eventi espositivi. Dal 2000 tiene anche corsi e laboratori di cucito creativo, patchwork e quilting. La tematica di fondo che caratterizza la sua produzione artistica è rappresentata dal filo che unisce, rammenda, crea legami con il proprio passato e il territorio, va a formare trame e composizioni tessili che diventano metafora di vita. “Cucire per me è un modo per connettermi al mio mondo interiore, alle mie sicurezze e alle mie radici da cui poi mi è possibile partire verso spazi di libertà e di creatività. I gesti ripetuti e cadenzati legati all’atto del cucire, hanno a che fare con la meditazione, la spiritualità e la guarigione interiore. Mi rendo conto che per me cucire sta diventando sempre più un atto spirituale. Più del risultato, più dell’opera realizzata, l’attenzione è concentrata sull’atto in sé del cucire, sul suo potere curativo, espressivo e creativo. C’è una dinamica nel mio percorso che va dall’apprendimento delle tecniche e delle regole, dal bisogno di rigore e disciplina al senso di libertà che deriva dal poterle utilizzare più liberamente una volta padroneggiate. È questo in sintesi per me il passaggio dal Quilting alla Fiber art” (Alessandra).
Mario Vitale nato a Comiso (Ragusa), vive e opera a Peschiera Borromeo, Milano.
Compiuti gli studi artistici a Palermo, si trasferisce a Milano per insegnare, disegno e storia dell’arte, negli istituti superiori. Nella metropoli milanese, in periodi diversi, frequenta l’Accademia di Brera, l’Istituto del cinema per la sezione di scenotecnica cinematografica e la scuola di grafica designer. Durante questi anni conosce e stringe amicizia con gruppi di pittori delle nuove avanguardie con i quali condivide esperienze di ricerca nell’area dell’informale, dell’espressionismo astratto, del concettuale e delle arti visive. Per un lungo periodo, e precisamente dal 1971 al 2002, si dedica al settore della comunicazione in cui svolge l’attività di consulente Art Director, presso alcune Società Internazionali. Dopo oltre venti anni che si misura con la comunicazione e la pubblicità dal 2004 si dedica, a tempo pieno, alla pittura. Ha organizzato diverse mostre personali nelle maggiori città italiane, ha vinto premi e partecipato a numerose collettive nazionali e internazionali.
Carlo Zoli è nato a Bari nel 1959, ha studiato a Faenza.
Nel 1995 presenta la sua grande scacchiera, una delle opere più significative ed apprezzate dalla critica e dal pubblico. Qualità artistiche peculiari hanno permesso a Carlo di emergere rapidamente e riscuotere consensi in Italia e all’estero sin dalla giovane età. I cavalli, i cavalieri e le enigmatiche e raffinate figure femminili di Zoli iniziano così a essere presenti in tutte le maggiori rassegne artistiche eurepee, decretando il successo del suo percorso artistico. La fama dell’Artista giunge anche oltreoceano e, nel 2002, ottiene una prestigiosa commissione negli Stati Uniti, a Charleston. La Medical University of South Carolina, infatti, sceglie un’opera di Carlo Zoli come simbolo del “Charles Lindbergh Symposium”, convegno scientifico a livello mondiale, che celebra il centenario dalla nascita del celebre aviatore e inventore americano. La scultira in bronzo dal titolo “Elizabeth” è una perfetta fusione tra l’uomo e la macchina cardiaca che può tenerlo in vita, dove Zoli interpreta artisticamente il concetto di umanizzazione della tecnologia. Ancora un forte legame tra Zoli e il mondo scentifico è l’importante convegno promosso dall’Ordine dei Chimici della Campagna sulle “qualità della vita”, per cui è stata scelta come testimonial l’opera in bronzo “la sorgente”, unita a una significativa grafica di Zoli. A rafforzare ulteriormente il suo legame con il mondo culturale e artistico, Zoli ha realizzato la medaglia commemoraiva del centenario della “ferrariae Decus”, ispirata alla prima tessera sociale, che raffigurano i due monumenti principali di Ferrara - il castello estense e la cattedrale - tramanderà ai posteri la memoria dei primi cento anni di attivià della prestigiosa associazione ferrarese. Ha tenuto mostre personali in tutta Italia: Bari, Bologna, Napoli, Padova, Roma, Venezia, Mantova…; è stato ospite di varie reti nazionali e nel Benelux. Partecipa a fiere d’arte internazionali: ExpoBari, Art Fair Melbourne - Australia, Art Expo New York (USA), Arte Fiera a Bologna, Art Jonction Nizza, EuropArt Ginevra, LineArt Gand (B), a Mosca e a Parigi, poi Gmunden (A). È stato più volte invitato a importanti mostre insieme ai grandi maestri della scultura del XX secolo: Milano, Bologna, Ferrara, in Normandia, nel Beaujolais per la Biennale d’Arte, a Lione (F), Anversa e Knokke (B), Hong Kong, in Giappone e in Florida (USA), Zurigo, Ginevra, Losanna e Yverdon (CH). Le sue opere sono in permanenza in spazi pubblici e privati, in Gallerie e musei di arte contemporanea.
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