LOBODILATTICE

Art Basel 2022

Inaugura

Giovedì, 16 Giugno, 2022 - 11:00

Presso

Messe Basel
Messeplatz 10, 4058, Basel, Switzerland

Partecipa

Alan Charlton, Riccardo De Marchi, Philippe Decrauzat, Mario Nigro, Pino Pinelli, Arcangelo Sassolino, Niele Toroni, Günter Umberg

Fino a

Domenica, 19 Giugno, 2022 - 19:00

Art Basel 2022

Comunicato

La galleria A arte Invernizzi presenta ad Art Basel 2022 un progetto espositivo che abbraccia tre diverse generazioni di artisti italiani e internazionali, creando un confronto fra le opere, in cui ognuna costituisce il nodo di una rete di rapporti possibili fra loro e gli spettatori.

La parete centrale è dedicata alle opere degli anni Cinquanta di Mario Nigro, di cui ricorre il trentennale dalla scomparsa. In questi dipinti Nigro procede verso un approccio alla percezione più dinamico e penetrante. Le diagonali sono accentuate fino a creare una tensione fra spazio e forma, in cui i piani si sovrappongono in un contrasto simultaneo.
I lavori presentati sono fondamentali non solo per lo sviluppo della successiva ricerca dell’artista, ma anche per comprendere l’evoluzione della ricerca che si snoda attraverso diverse generazioni di artisti successivi quali Alan Charlton, Pino Pinelli, Niele Toroni e Günter Umberg.
Grigi sempre diversi caratterizzano i lavori di Alan Charlton, in cui il rapporto fra pluralità e unità ridefinisce continuamente la spazialità intima dell’opera nella relazione con lo spettatore. Il lavoro di Pino Pinelli appare come una costante indagine attorno agli statuti e ai significati del fare pittura. Niele Toroni, replicando su diversi supporti il ritmo delle singole impronte di pennello n. 50 a distanza di 30 cm le une dalle altre, descrive un percorso possibile attraverso una relazione elementare e psichica col mondo, mentre ne sonda lo spazio per scoprirne l’essenza. Günter Umberg lavora sulla densità e la concentrazione quando crea le sue superfici attraverso combinazioni di pigmenti e resina stesi su tavole di legno, generando un concentrato di energia, pensata come assorbimento luminoso, in grado di unire il vedere e la fisicità dell’osservatore.
Con queste voci dialogano quelle di artisti quali Philippe Decrauzat, Riccardo De Marchi e Arcangelo Sassolino. Fulcro dell’opera di Philippe Decrauzat è la relazione complessa con la pluralità diversificata dell’iconosfera contemporanea, di cui egli si appropria reinventandola attraverso nuovi codici. Nelle opere di Riccardo De Marchi, che lavora sulla corporeità della traccia, l’immagine è foro e assenza, ma anche intensità e presenza. Nel lavoro di Arcangelo Sassolino la materia che articola lo spazio è uno dei principi fondanti; le opere sono il manifestarsi tangibile delle energie latenti nei materiali percepite al massimo della propria carica fisica e psichica e nelle loro relazioni reciproche.

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