LOBODILATTICE

L'ironia provocatoria di Oliviero Toscani in mostra a Monopoli

Non sembri riduttivo, ma si può tranquillamente affermare che la geniale produzione di Oliviero Toscani - quella successiva alla pur qualitativamente eccelsa ritrattistica giovanile, inquadrata nella tradizione - muova dall’intenzione di provocare. Un côté, d’altronde, espressione della cifra caratteriale che ha contraddistinto l’artista ottantunenne in ogni sua sortita anche al di fuori del set fotografico. Peraltro, non senza momenti controversi quando non imbarazzanti: si pensi alla gaffe del 2013 sulla violenza di genere («Volete evitare stupratori e assassini? Via i tacchi e il trucco»), o a quella più recente sul crollo del ponte Morandi a Genova che causò quarantatrè morti («ma a chi interessa che caschi un ponte, smettiamola»).
Una provocazione, segnatamente nelle sue campagne pubblicitarie, dai tratti a volte urtanti (non sarebbe tale, del resto) ma non fine a sé stessa, in quanto sempre tesa a far riflettere (e dibattere) su aspetti e problematiche sociali, soprattutto grandi temi attuali; e tuttavia non scevra, in molti casi, di quella carica di ironica leggerezza mai aliena da contenuti di spessore e motivi di riflessione, cifra stilistica che fa di Oliviero Toscani uno dei maggiori fotografi italiani.
L’efficacia comunicativa delle sue immagini ha difatti impresso una svolta nella storia della pubblicità, segnandola con la sua forte impronta; il tratto etico ha corroborato e sostanziato la cifra estetica.
«Una parte del pubblico o della critica – si legge nelle note diffuse dagli organizzatori della mostra - ha individuato Toscani come un “pubblicitario”, ma la sua storia e il suo lessico dicono una cosa molto diversa: Oliviero Toscani è un fotografo, un artista convinto che sia nella massima diffusione che si manifesta l’efficacia di un messaggio. Non è quindi un pubblicitario che usa la fotografia, ma un artista che sfrutta i canali della pubblicità come mezzo e mai come fine».
Una corposa selezione di suoi lavori è attualmente in mostra nelle suggestive sale del Castello Carlo V di Monopoli. L’ampia antologica, a cura di Nicolas Ballario e Lorenzo Madaro e icasticamente intitolata «Oliviero Toscani. Professione fotografo», comprende un’ottantina di scatti tra i più noti e indicativi dell’autore milanese, nonché una folta serie dei citati ritratti in bianco e nero risalenti al suo periodo giovanile. Tra questi, si distinguono per intensità espressiva ed elevato tasso tecnico, quelli di Federico Fellini (1975) e Peter Sellers (1976) e delle allora 25/30enni rockstar Mick Jagger, Patti Smith e Alice Cooper (gli scatti sono del 1973). Suggestiva, al riguardo, anche la sala dedicata a Andy Warhol (fotografie realizzate tra il 1972 e il 1976), con il poliedrico e geniale artista newyorchese colto dall’altrettanto geniale artista milanese nelle sue pose tipiche - o, meglio, divenute tali proprio grazie a questi celebri scatti.
La parte più corposa e rappresentativa della mostra è invece costituita dalle numerose fotografie che hanno reso famoso Oliviero Toscani, quelle delle sue campagne più irriverenti e dirompenti, le più drammatiche, le più ironiche ma soprattutto - per ricorrere a un termine abusato ma quanto mai appropriato in questa circostanza - iconiche.
Nella prima sala, ad esempio, campeggia il notissimo poster per i jeans Jesus, con l’incitazione «Chi mi ama mi segua.» impresso su un invitante (almeno nelle intenzioni) primo piano di un voluttuoso posteriore femminile che indossa un paio di attillatissimi short jeans (… il crinale scivoloso della materia induce a un rigoroso politically correct).
Altre importanti presenze, scatti che hanno fatto la storia della fotografia (e, per molti versi, del costume) anche al di fuori dei confini nazionali, quasi sempre oggetto di campagne shock, caratterizzano questa mostra pugliese: dai preservativi multicolore (1991) alla natica tatuata “H.I.V. POSITIVE” (1993), entrambe per la lotta all’AIDS; dal nudo della modella anoressica Isabelle Caro (“No Anorexia”, 2007) agli indumenti insanguinati del soldato Marinko Gagro ucciso nella guerra serbo-bosniaca (1994); dal bacio tra suora e prete (1991) – immagine scelta quale visual identity dell’esposizione – alla “Patonza” esposta alla Biennale di Venezia del 1993, a tanti altri lavori tra i più emblematici di Oliviero Toscani che fanno della sua personale monopolitana un evento da non mancare tra gli appuntamenti estivi pugliesi.
Domenico Saponaro

Oliviero Toscani. Professione fotografo
A cura di Nicolas Ballario e Lorenzo Madaro
Monopoli (Ba), Castello Carlo V, fino al 26 agosto 2023
Orari: tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 13,30 e dalle ore 16,30 alle ore 21 fino al 30 giugno 2023. Dal 1° luglio 2023 orario continuato dalle ore 10 alle ore 24.