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Annalisa Bonafini. I misteri dell'anima

Inaugura

Sabato, 14 Aprile, 2018 - 17:00

Presso

Galleria Arianna Sartori
Mantova, via Ippolito Nievo, 10

A cura di

Arianna Sartori e Gianfranco Ferlisi

Partecipa

Annalisa Bonafini

Fino a

Giovedì, 26 Aprile, 2018 - 19:30

Annalisa Bonafini. I misteri dell'anima

Comunicato

Dal 14 aprile al 26 aprile 2018 la Galleria Arianna Sartori di Mantova nella sede di Via Ippolito Nievo 10, ospiterà la mostra “I misteri dell’anima” dipinti di Annalisa Bonafini.

L’inaugurazione della mostra si svolgerà Sabato 14 aprile alle ore 17.00 alla presenza dell’artista con intervento critico di Gianfranco Ferlisi che per l’occasione ha scritto:

 

«I misteri dell’anima» dipinti di Annalisa Bonafini

I misteri dell’anima e l’arte di Annalisa di tradurli in pittura parlano di una operazione che indaga, a suo modo, il sentimento più intimo della persona, per restituirlo, come immagine, nell’involucro del volto o del corpo, dopo averne scandagliato la specificità e i caratteri nascosti e più profondi. Ogni sua fisionomia, ogni suo profilo, ogni suo contorno non è mai dunque solo quello che appare, perché Annalisa dipinge e non racconta. Iconizza piuttosto: la sua operazione vuole restare ancorata alla sua idea crepuscolare del mondo dell’arte. Ecco quindi che ogni sembianza sembra rimandare ad altro, nutrirsi di tracce di memoria, diventa una sfida per materializzare sulla tela un valore segreto, un mistero a cui la pittrice cerca di dare sostanza e corpo cromatico.

Osservando le sue opere, guardando i suoi ritratti, ci si accorge che in ogni sembianza Annalisa lascia anche una traccia di se stessa, cita e suscita ricordi, fa scattare una scintilla di vita interiore che non vuole che si smorzi. Altrimenti perché mai ritrarre Jim Morrison, scomparso leader dei Doors e icona internazionale tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Settanta? E perché reinterpretare il volto di Fabrizio De Andrè? Oppure restituire alla tela i lineamenti di Kurt Cobain, Amy Winehouse o Jeffrey Scott Buckley, divi un tempo famosi ma ormai scomparsi? In realtà i loro volti rimandano, come in un album di gozzaniana memoria, anche alla vita dell’artista, ai suoi sogni, a esperienze «non colte» della sua vita, a motivi musicali che erano e permangono una colonna sonora della sua esistenza. Quei volti sono perciò piccole tracce di eternità sottratte al tempo, impronte della memoria, fotogrammi legati al passato e trasmessi al futuro. In effetti, il fascino dei personaggi famosi possiede da sempre una forza attrattiva non arginabile, che deriva da una speciale unicità, trasmessa dai lineamenti, dalle espressioni del volto, dagli atteggiamenti, da un’originalità stilistica che appartiene più all’istinto che alla forma. È il fascino che Annalisa ha fissato nei ritratti di questi artisti, in cui traspare, dietro l’icona pittorica, il conturbante segreto delle passioni proibite. È il misterioso carisma che attrae al di là della logica razionale, che attira e che incanta, che si lega per sempre, come un inesplicabile valore aggiunto, alla personalità di chi emerge, di chi è applaudito, di chi porta una corona di celebrità.

Tuttavia questo valore aggiunto è rintracciabile anche nella personalità di chi non è glorificato dal successo, in chi trasmette con lo sguardo, con l’espressione del viso, con una misteriosa luce dell’anima, una vitalità destinata a resistere al tempo. Ed ecco allora che tutti i suoi volti diventano autentici paesaggi interiori, ritratti di sensazioni ed atteggiamenti ritrovati: perché, la pittura di Annalisa è, fondamentalmente, sempre, un ripetuto autoritratto.

Colpisce poi, di queste opere «dell’anima», l’assoluta semplicità e forza delle soluzioni formali, lontane dalla volontà di sconcertare il pubblico con soluzioni provocatorie o con spericolate arditezze tecniche. Il modus operandi dell’artista preferisce piuttosto le certezze di un’accuratezza qualitativamente meticolosa, di un taglio fotografico rispettoso di ogni mise en scène accademica: sceglie gesti spontanei, naturali, espressioni libere sotto la spinta di un’ispirazione che nasce dall’intimo e asseconda la gioia di dare forma sensibile a un’idea, un ricordo, una fantasia. I volti prendono dunque forma attraverso una pittura ininterrotta, grazie al pennello che scivola sulla tela e che crea una scrittura liquida e fluida, segni decisi che si fondono in una dimensione vibrante e pacata, statica e vitale.

La vividezza dei particolari, la sensibilità cromatica, la scioltezza quasi timida con cui delinea e plasma le forme dei suoi visi fanno emergere, comunque, la sua costante attenzione al soggetto, che nelle sue mani acquisisce quell’alterità speciale con cui la pittrice lo percepisce, lo reinventa e lo rimodella.

Annalisa Bonafini dipinge, infatti, non tanto o non solo perché ama la bellezza ma perché ama, soprattutto, coloro che la bellezza l’hanno posseduta o possono trasmetterla. Le sue inquadrature colgono sempre qualcosa che si cela (o piuttosto si celava) dentro le immagini oggetto della sua ricerca, nella convinzione che in ogni persona si nasconda un angelo o un demone segreto che vale la pena di scoprire, un messaggero capace di trasferire mille racconti che da sempre possiede e che talvolta vorremmo fossero i nostri.

E in questa sua ricerca l’artista, nel suo narrare pittorico e immaginifico, persegue l’intento di sviscerare un discorso sottile e preciso sulla vita, quella di tanti e la sua, quella che le è scorsa attorno e che continua a fluire, con i suoi amori, le canzoni, la giovinezza, le speranze, la fama, il tramonto, la malattia e la morte. Perché se l’artista è artefice di stupore, perché se le immagini che produce sono un’enfatizzazione estetica che rende più vivo ciò che di speciale si riverbera e appare nell’umano, allora ritrarre personaggi o volti, famosi e riconosciuti o semplicemente terreni, può davvero significare cogliere ed esaltare i segreti più oscuri, i recessi dell’anima in cui è annotata la creatività o, sempre semplicemente, il cuore.

«Il mio sogno è nutrito d’abbandono, di rimpianto. Non amo che le rose che non colsi»: è un malinconico, intenso e segreto alimento dell’anima che Gozzano affida al magico ed eterno messaggio della poesia. Ci sono misteriosi abbandoni della memoria, rose che non abbiamo colto in tempo, sogni che cerchiamo di ritrovare, che permettono di trasferire all’opera d’arte qualcosa di proprio, di profondo, di autentico. E, in qualunque forma d’arte che possiamo avere la fortuna di possedere, è fondamentale che cerchiamo di trasmettere ad altri questi segreti dell’anima: ed è quello che Annalisa riesce a fare, interpretando con il colore, con la forma, con il pennello, con il cuore, segrete verità.

In questo modo le sue immagini riescono a trasmettere, a chi guarda, tutto ciò che appartiene ad un’umanità fugace e che l’arte può rendere duratura e ricca.

Gianfranco Ferlisi

 

 

Annalisa Bonafini. Nata a Roma vive e lavora artisticamente a Mantova. Fin da giovane emerge la sua predisposizione  prima per il disegno poi per la pittura, che sente come un’esigenza espressiva e comunicativa personale e che perfeziona con studi individuali, parallelamente al suo impegno come insegnante nella scuola pubblica. Il suo grande interesse per l’arte la porta a frequentare gallerie d’arte, mostre e atelier di pittura, esperienze che la spingono ad approfondire la tecnica della pittura ad olio  continuando la sua ricerca psicologica, espressiva ed emozionale, ma anche di nuove forme e contenuti, sperimentando materiali e tecniche diverse.

 

Mostre e partecipazioni: 2015 - Collettiva presso Fondazione Don Mazzali Mantova - Collettiva Sala Civica di Marmirolo Mn - Concorso “Mantova: Tutta un’altra storia” Galleria Atelier des Arts  Mantova - Estemporanea di pittura “Borgo in arte” Cavriana Mn - Collettiva “Millecolori” Galleria Atelier des Arts Mantova - Concorso “Mantov’Art Star” Galleria ArteArte Mantova.  2016 - Mostra “Arte come Dono” Fondazione Luigi Boni Suzzara Mn - Collettiva “L’anima delle donne” Galleria Atelier des Arts Mantova - Personale di pittura  Borgoforte Mn - Collettiva “L’anima delle donne” Rivalta Mn  - “La Piccola Parigi” Quistello Mn - Collettiva Festivaletteratura “Arte di parole, arte di colore”  Galleria Atelier des Arts Mn - Collettiva Festivaletteratura Galleria ArteArte Mantova - Personale  “Le donne e l’umanità” Associazione Culturale Postumia Gazoldo Mn - Collettiva “La nebbia agli irti colli...” Galleria Atelier des Arts Mantova. 2017 - Collettiva “Arte e Spiritualità” Rivalta Mn - Fiera “Arte Genova 2017” XIII Edizione Mostra mercato arte moderna  e contemporanea - Collettiva “W Le donne” Galleria Atelier des Arts Mantova - Casa Museo Sartori  Collettiva “L’Arlecchino Tristano Martinelli. La Commedia dell’Arte nell’Arte Contemporanea” Castel d’Ario Mn - Collettiva “Remote visioni” Galleria ArteArte Mantova - “La Piccola Parigi” Quistello Mn - Casa Museo Sartori  Collettiva “Artisti per Nuvolari” Castel d’Ario Mn - “Arte a Palazzo” Palazzo Fantuzzi Galleria Farini Bologna.

 

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