DIVAGO Festival
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DIVAGO Festival
Comunicato
Esposizioni: giovedì, venerdì e domenica 23, 24, 26 dalle 15.00 alle 19.00. Sabato 25 dalle 15.00 alle 18.00.
Talk in piazza Don Gallo “Arte pubblica e impegno sociale”: sabato 25 dalle ore 18.30.
Le zone:
Via del Campo, piazza del Campo, Piazza san Marcellino, Piazza Vacchero, Piazza don Andrea Gallo e Chiesa di San Marcellino.
DIVAGO è un Festival biennale di arte contemporanea che si svolge nello spazio urbano di via del Campo a Genova. Si apre a realtà espositive itineranti e si rapporta con spazi pubblici, privati e commerciali. È un progetto di interazione urbana per mezzo di pratiche artistiche quali installazioni ambientali, performance, street art e happening.
Propone un nuovo volto della città attraverso l’approfondimento artistico del denso e complesso tessuto di via del Campo — residuo urbano del capoluogo ligure, metafora delle città contemporanee e nuovo centro da cui diffondere un sentimento collettivo di coesione e collaborazione civica.
IL FESTIVAL é la conclusione di un intenso lavoro sul territorio. La commissione di selezione ha scelto otto progetti specifici per il contesto, ognuno dei quali ha una metodologia di sviluppo differente, dettagliata durante la prima residenza auto-prodotta a febbraio. Linea comune imprescindibile è l'interazione con le comunità locali e cittadini residenti, avviata grazie all'intermediazione del Comitato di quartiere, e delle realtà attive sul territorio. La nostra finalità è doppia: ascoltare la voce di un quartiere che per molto tempo non è stata ascoltata e contemporaneamente aprire le frontiere del quartiere-ghetto e permettere che giovani e artisti valorizzino la zona assegnandole una nuova vitalità senza soppiantarne l'identità preesistente.
LE INSTALLAZIONI sonore e le installazioni ambientali si integrano con lo spazio pubblico insieme a interventi pavimentali e curiose sorprese. Suggestioni visive e stimoli alla riflessione non sono solo riservati a un pubblico preparato sul tema dell'arte contemporanea: come nella scorsa edizione, sono organizzate visite guidate alla scoperta delle opere, delle storie, delle curiosità durante l'intera durata dell’evento.
I quattro giorni del Festival costituiscono l’apertura a tutta la cittadinanza senza esclusione né distinzione alcuna, con interesse specifico rivolto ai giovani e agli artisti che vivono o transitano per la città.
IL CONTESTO:
La zona di azione del progetto corrisponde all'area dell'antico ghetto ebraico genovese, zona geograficamente inserita nel centro storico ma andata via via sempre più marginalizzandosi al punto da essere oggi contesto residuale, campo di malavita e degrado. Divago Festival ed. 2 si colloca nell'area urbana corrispondente a via del Campo, piazza del Campo, piazza Don Andrea Gallo, piazza Vacchero, vico del Campo, vico e piazza San Marcellino e vico Untoria.
L’esposizione è allestita negli spazi urbani esterni sopracitati e anche all'interno della Chiesa di San Marcellino, situata nell'omonima piazza. La Talk conclusiva dell'evento sarà effettuata in piazza Don Andrea Gallo.
IL COMITATO SCIENTIFICO:
La commissione di selezione è stata composta da MIXTA, la Galleria Pinksummer e il critico e curatore esperto di public art Gianluca Marziani, valutando più attinenti alla proposta i progetti che nella loro realizzazione attivassero la cittadinanza e che pertanto avessero nella propria metodologia un impianto etnografico. Al progetto, perciò, collabora Lorenzo Domaneschi, Ricercatore nel Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell'Università di Milano-Bicocca, che ha seguito gli artisti negli sviluppi etnografici dei loro progetti con lezioni in presenza e online.
In fase di sviluppo e realizzazione dei progetti gli artisti sono stati seguiti dal team curatoriale MIXTA e dalla consulenza del curatore Stefano Antonelli. Il lavoro delle residenze è stato svolto in situ, negli spazi di S.Marcellino, con il supporto scientifico di Lorenzo Penco, operatore sociale attivo in S.Marcellino, che non solo si pone come tramite diretto tra artisti e comunità di via del Campo, ma fornisce competenze e informazioni sul tessuto sociale del territorio e su come instaurarvi un rapporto fruttuoso.
In questo senso il Festival nella sua seconda edizione si pone come progetto multidisciplinare che vede la partecipazione di esperti nel campo della rigenerazione urbana tramite le pratiche artistiche (Stefano Antonelli e Gianluca Marziani) e di mediatori culturali con specifiche competenze consolidate nel campo dell'integrazione sociale (Lorenzo Penco, Ass. S.Marcellino); e nel campo della ricerca sociologica sul tema dell'integrazione (Lorenzo Domaneschi).
LE RESIDENZE ARTISTICHE:
La commissione ha selezionato otto progetti di giovani artisti e collettivi provenienti dall'intero panorama italiano; tra i più di trenta che hanno partecipato all'open call dedicata.
I selezionati (Beatrice Caruso e Rebecca Sforzani, Camilla Gurgone, Atomi e Letizia Artioli, Giuseppe Mirigliano, Marina Arienzale, Niccolò Masini, Pengpeng Wang, e Mefisofeledocumenta) hanno svolto a genova una residenza d’artista a carico dell’associazione MIXTA: hanno soggiornato a Genova per frequentare via del Campo e sviluppare i loro progetti in loco. Considerata la vitale importanza di vivere il territorio, Mixta ha offerto agli artisti che abitano fuori da Genova l’occasione di vivere la città da dentro il ghetto.
Le residenze artistiche sono state programmate a scaglioni dall'8 al 21 febbraio, durante le quali date gli artisti hanno avuto a disposizione un alloggio in centro storico e la possibilità di incontri con le realtà di via del Campo come San Marcellino e Princesa, nonché luoghi attrezzati nei quali operare.
L'INCLUSIONE DEGLI STUDENTI:
Come è successo per la prima edizione, collaborano nuovamente al Festival gli studenti dell'Accademia Ligustica di Belle Arti, dell'Università di Genova e dei licei della zona. Gli studenti stagisti infatti prendono parte attiva al progetto: l’attività di didattica artistica della prima edizione è stata una grande forza per l’inclusione e l’interesse dei giovani della città. Le attività dei ragazzi, suddivise per competenze specifiche dal team organizzativo, hanno consistito in ricerca artistica affiancata al lavoro degli artisti in mostra, documentazione fotografica e infine accoglienza del pubblico durante il Festival e gestione delle visite guidate.
UN NUOVO MODELLO DI PARTECIPAZIONE:
Gli otto progetti che verranno installati nello spazio pubblico di via del Campo sono tra loro eterogenei per dimensione, materiale e possibilità di attivare il pubblico: dall'inserimento nella via di due edicole votive in materiale specchiante, al posizionamento all'interno di edicole preesistenti di sculture di cera, dall'installazione di grandi stendardi tra le finestre della via alla distribuzione gratuita di canestrelli con alcune frasi scritte sotto lo zucchero a velo, dalla pittura pavimentale all'installazione di piccoli televisori nascosti nelle finestre più incastonate tra i palazzi, e ancora diversi interventi sonori e creazioni di situazioni partecipate come la realizzazione di un'enorme partita a scacchi a grandezza naturale in piazza don Gallo.
Divago, in quanto Festival di arte nello spazio pubblico, indaga le possibilità concrete di un territorio di potersi conoscere e narrare attraverso metodi nuovi. Dal momento che il progetto si configura come una pratica partecipata di conoscenza e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale elaborata da una pluralità di soggetti, espressione di una comunità locale nella prospettiva dello sviluppo sostenibile, l'azione proposta costituisce l'embrione di un processo che auspicabilmente porterà a esiti positivi nel senso di una nuova ridefinizione partecipata del concetto democrazia nel governo del territorio.
IL TERRITORIO:
La volontà di instaurare relazioni profonde e durature sul territorio ha reso necessario che i progetti artistici aderenti all'iniziativa richiedessero un lungo tempo di sviluppo e la permanenza in situ. Il carattere partecipativo del progetto Divago permette di tessere relazioni durature sia sul territorio di via del Campo, sia esternamente nel mondo dell'arte contemporanea. Questa è la duplice forza che tiene in vita Divago allo stato attuale e gli permetterà di crescere nel tempo. Con il patrocinio del Comune di Genova, dell'Accademia Ligustica di Belle Arti e in collaborazione con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Divago ha già radici solide nel contesto istituzionale cittadino, e intende rivolgere le sue energie nella rigenerazione urbana di una zona (ex ghetto ebraico) che attualmente riscontra problemi evidenti.
La relazione diretta con le associazioni presenti in via del Campo e il Comitato di quartiere permette di avere continuamente un riscontro sugli sviluppi e gli impatti urbano-sociali dell'iniziativa, che al momento risultano decisamente positivi.
Il progetto diventa così attivatore e creatore di connessioni a livello cittadino e urbano tramite l'arte urbana partecipativa.
Come arrivare
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