LOBODILATTICE

TRASFIGURAZIONI

Inaugura

Sabato, 14 Luglio, 2018 - 19:00

Presso

Oratorio di Santa Maria Assunta
via Rossignago SPINEA (VE) 30038

A cura di

Adolfina de Stefani e testo critico a cura di Gaetano Salerno

Partecipa

Alessio Larocchi

Fino a

Domenica, 29 Luglio, 2018 - 20:00

TRASFIGURAZIONI

Comunicato

Si inaugura sabato 14 luglio 2018, alle ore 19.00 presso l’Oratorio di Santa Maria Assunta SPINEA (VE), nell’ambito del progetto PARADISUM THEATRUM 2018 TRASFIGURAZIONI opere dell’artista Alessio Larocchi a cura di Adolfina de Stefani e Luciana Zabarella, testo e presentazione critica a cura di Gaetano Salerno

La mostra, visitabile fino a domenica 29 luglio 2018, è organizzata da VISIONI ALTRE con il patrocinio del Comune di SPINEA (VE).

TRASFIGURAZIONI - Scrive il critico d’arte Gaetano Salerno a proposito del lavoro di Alessio Larocchi:
“ Nello spazio espositivo sconsacrato (ma nel quale ancora aleggia la presenza discreta della fede) del piccolo e suggestivo oratorio di Santa Maria Assunta di Spinea, Alessio Larocchi compie un viaggio intimo e riflessivo nell’essenza dell’immagine artistica, ponendo a diretto confronto la presenza e l’assenza dell’icona per ridiscuterne il ruolo e la valenza espressiva e ridefinire il rapporto tra arte e sua interpretazione.

Una breve ma significativa selezione critica guida il percorso di analisi: lastre di zinco presensibilizzate e impresse da immagini fotodegradabili, a loro volta solcate da simboli in braille instabili e destinati a scomparire durante la loro decrittazione (se toccati e spinti fuori dal loro instabile alloggio) e stampe fotografiche di luoghi urbani (il paesaggio svelato di apparizioni) e dettagli autoreferenziali (il dente di souvenir de soi-même), lievemente determinate da immagini sfocate e indefinite, esprimono l’esigenza dell'artista di intuire nuovi rapporti simbiotici tra (objet)autore, (objet)pubblico e (objet)opera, elementi svuotati (trasfigurati) della propria caratterizzante soggettività.

Lo sfalsamento temporale del valore comunicante dell'opera proietta la sua funzione spesso indietro (lasciarsi indietro, mutuando il titolo di un'opera in esposizione) lungo la linea del tempo, talvolta in avanti (in conclusione, sempre oltre) nel tempo, definendo l'opera come elemento eternamente estraneo al proprio milieu culturale e lontano dal proprio momento, presente nel proprio passato o presente nel proprio futuro (come il paesaggio osservato, come il dente estratto, fotogrammi retorici di cronologie andate e di vissuti già esperiti dei quali rimane solo uno sbiadito e illusorio ricordo), certamente assente nell'immediatezza dell’attimo ma - come sostiene Roland Barthes a proposito del medium fotografico - sempre vera a livello del tempo.

L’immagine apparentemente cristallizzata dallo scatto fotografico disperde così la propria fissità e certezza e il messaggio dell'opera svanisce nell'attimo esatto della sua scoperta, quando l'enigma svelato ne rende la verità un po' “meno vera”.

D'altronde nella concezione estetica hegeliana “l’arte, dal lato della sua suprema destinazione, è e rimane per noi tutti un passato” e “ha perduto ogni genuina verità e vitalità, relegata nella nostra rappresentazione più di quanto non faccia valere nella realtà la sua necessità di una volta e non assuma il suo posto superiore”.

Ponendo in relazione le differenti parti di questa mostra e parafrasando le parole dell'artista “ il messaggio è disperso in una sorta di spasmodica entropia e il senso di un’immagine in trasformazione è sempre rimandato”. L'elemento smaterializzato (il ritardo collocativo e interpretativo ricercato da Alessio Larocchi) conduce così la ricerca dell'artista a livelli assoluti di (apparente) leggerezza e di (apparente) levità che riportano l'attenzione sul concetto di questo lavoro, liberato dal peso dell'oggetto e costringe il pubblico a una (apparentemente semplice) rivisitazione ontologica dell'opera d'arte stessa, intesa come lungo processo cognitivo e non più (non solo) come immediato e appagante sguardo nel/sul qui e adesso.

Nell’icona offerta sull’altare dell’arte (e sul simbolico altare dell'oratorio/spazio espositivo) s’incontrano il sé e l’altro da sé, l’artista e la sua nemesi, l'arte e il suo pubblico, il gesto potenziale e il gesto attuale, ciascuno elemento imprescindibile della stessa cerimonia cultuale; l'oggetto-arte e il relativo compiacimento concesso dall'estatico apice culturale del momento arricchiscono l'apparato coreografico e scenografico di una liturgia laica che, riecheggiando un credo dogmatico e fideistico, trasforma la materia (come?), ne modifica la sostanza (perché?), fino a trascenderne l'essenza (dove?); l'installazione - sempre riprendendo le parole dell'artista - interpreta così lo spazio de-simbolizzato della chiesa sconsacrata sviluppando l'idea di messaggi impermanenti, solo temporaneamente accolti [...] “. (estratto da testo critico Trasfigurazioni a cura di Gaetano Salerno; testo disponibile in mostra e in catalogo).

Alessio Larocchi

nasce a Milano, dove frequenta la facoltà di Lettere Moderne a indirizzo artistico presso l’Università Statale e si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera. Vive e lavora a Monza.
Artista multimediale, si esprime per contaminazioni di codici e forme, realizza progetti interdisciplinari, collabora a riviste e pubblicazioni d’arte, espone in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero. Sue opere, oltre che in collezioni private, sono conservate in importanti musei nazionali e fondazioni per l’arte contemporanea (Festung Hohensalzburg, Salzburg, Österreich; MART, Rovereto; MAC, Lissone MI; Museo della Carale, Ivrea; Archivio del Libro d’Artista, Cassino FR; Archivio Uroburo, Parma; Archivio di Nuova Scrittura Paolo Della Grazia, Monza MB; Fondazione Mudima, Milano; Fondazione Casa Delfino, Cuneo; Museo Ideale, Vinci FI; Museo della Merda, Gragnano Trebbiese PC; Haus der Kulturen der Welt, Berlin, Deutschland; Sala Lalla Romano, Biblioteca Nazionale Braidense, Milano; Casale della Cinematografia, Marzi CS; Musinf, Senigallia AN). Tra le pubblicazioni che documentano la sua ricerca: Alessio Larocchi, Vuoto, tecnica del, Cierre Grafica, Caselle di Sommacampagna VR, 1998; Alessio Larocchi, Prestami il tuo cuore all’Hôpital Bellevue, Lupetti editore, Milano, 2004; Eleonora Fiorani, Erranze e trasalimenti. Sguardi sull’arte del secondo Novecento, Lupetti editore, Milano, 2009; Alessio Larocchi, A_meno amanuense, Shin Production, Brescia, 2011; Alessio Larocchi. Norma Standard’s home, Nomos editore, Busto Arsizio VA, 2014.

 

TRASFIGURAZIONI

apertura e orari

dal giovedì alla domenica

16.00 – 20.00

Ingresso libero

Come arrivare

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