LOBODILATTICE

Tragitti divaganti, distrazioni da una meta

Inaugura

Mercoledì, 20 Giugno, 2018 - 15:00

Presso

P420
Via Azzo Gardino 9, Bologna 40122

A cura di

Francesca Bertazzoni & Davide Ferri

Partecipa

Nicola Bizzarri, Andrea Di Lorenzo, Bekhbaatar Enkhtur, Mihály Kovács Mór, Francis Offman, Giulia Poppi, Filippo Tappi, Agata Torelli/Gabriele Germano Gaburro

Fino a

Sabato, 28 Luglio, 2018 - 19:30

Tragitti divaganti, distrazioni da una meta

Comunicato

P420, in occasione di Opentour 2018, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bologna e l’Associazione Gallerie d’arte Ascom Bologna, ospita la mostra Tragitti divaganti, distrazioni da una meta, a cura di Francesca Bertazzoni e Davide Ferri, che riunisce i lavori di nove artisti - per lo più esordienti e studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna.

 

L’iniziativa Opentour è per la prima volta accompagnata da Art Up | Premio della Critica e del Collezionismo, alla sua prima edizione, che nasce grazie alla collaborazione con la Fondazione Zucchelli e con l’associazione delle gallerie d’arte cittadine aderenti a Confcommercio Ascom, e con il sostegno economico di Emil Banca, partner dell’iniziativa e co-promotrice del premio, e di un gruppo di collezionisti privati. Art Up nasce con vari obiettivi: sottolineare il dialogo costante tra produzione artistica contemporanea e mercato, contribuire in modo concreto alla promozione dei nuovi talenti, incentivare le buone pratiche di sostegno all’arte giovane.

Art Up, Premio della critica e del collezionismo, consiste in due distinti riconoscimenti, che verranno assegnati dopo una selezione tra tutte le opere esposte dai giovani artisti dell’Accademia nelle gallerie bolognesi. Un Premio da 1.500 euro, promosso dalla Fondazione Zucchelli e finanziato da Emil Banca, sarà attribuito a un’opera che verrà acquisita da Emil Banca nella propria collezione di arte contemporanea; un altro Premio da 1.500 euro, finanziato da un gruppo di collezionisti d’arte bolognesi, sarà assegnato a una seconda opera che entrerà poi a far parte delle collezioni del MAMbo.

La giuria di Art Up è composta da Lorenzo Balbi, artistic director del MAMbo, dalla collezionista Gaia Rossi Vacchi e da Andrea Villani, direttore generale del museo MADRE di Napoli. La premiazione dei vincitori si terrà nell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti sabato 23 giugno alle ore 19.30, in occasione della serata conclusiva di Opentour 2018.

 

 

Tragitti divaganti, distrazioni da una meta è una mostra corale, scomposta, che non si agglutina attorno ad un tema specifico, ma nasce a partire da una riflessione “svagata”, condivisa da artisti e curatori nelle settimane di avvicinamento alla mostra, su un libro cardine della cultura del nostro Paese e della tradizione di studi bolognese sulla letteratura italiana, l’Orlando Furioso, e sulle sue riletture novecentesche di scrittori come Italo Calvino e Gianni Celati (il titolo della mostra, infatti, è tratto dal saggio di Celati Angelica che fugge).

Dunque l’Orlando furioso - che disegna una trama, un groviglio di linee e movimenti (fughe, inseguimenti, duelli, incantamenti, fissazioni, gesti iperbolici…) che possono risolversi, nello spazio sconfinato del poema, in azioni perpetuamente sospese - non viene usato come referente illustrativo (se non per vaghe allusioni, momenti in cui le immagini delineate da alcune opere possono rinviare a oggetti magici, lance, destrieri, animali fantastici, corpi in battaglia…), ma come controcanto e partitura ideale, sottotraccia di un’ipotesi di dialogo delle opere nello spazio.

Così in mostra le stesse opere possono apparire in punti diversi; alcune coppie di lavori possono stabilire un rapporto esclusivo, inseguendosi e ricombinandosi più volte nello spazio; avvicinarsi pericolosamente in atteggiamenti di aperto confronto, di scontro, di reciproca avversione. E ancora: le opere possono manifestare un’aperta ostilità nei confronti dello spettatore; anelare a smisurati spazi di pertinenza/distanze dalle altre opere; rinviare ad azioni pervicacemente enigmatiche e inconcludenti; dare l’impressione di occupare lo spazio con un atteggiamento irragionevole, spavaldo e sfrontato.

Se infatti quello della sfrontatezza (e dell’impresa sproporzionatamente impegnativa) è un altro dei motivi della mostra o semplicemente una postura, una strategia di avvicinamento alle due grandi sale della galleria P420, il richiamo al poema di Ariosto va inteso come una lettura propedeutica, oppure, semplicemente, una specie di distrazione.

 

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