LOBODILATTICE

Riccardo Furgoni

Inaugura

Sabato, 24 Novembre, 2018 - 17:00

Presso

Galleria Arianna Sartori
Mantova, via Ippolito Nievo, 10

A cura di

Arianna Sartori

Partecipa

Riccardo Furgoni

Fino a

Giovedì, 6 Dicembre, 2018 - 19:30

Riccardo Furgoni

Comunicato

Dal 24 novembre al 6 dicembre 2018 la Galleria Arianna Sartori di Mantova nella sede di Via Ippolito Nievo 10, ospiterà la personale di Riccardo Furgoni.

La mostra, curata da Arianna Sartori, si inaugurerà Sabato 24 novembre alle ore 17.00, alla presenza dell’artista.

 

Riccardo Furgoni vive e lavora a Mantova dove insegna Informatica e Fotografia Digitale nel corso di laurea quinquennale in “Restauro di Beni Culturali” presso gli Istituti Santa Paola. Affianca all’attività di docenza quella di ricerca scientifica principalmente nei campi dell’astronomia, astrofisica e della lotta all’inquinamento luminoso, ambiti nei quali è impegnato in progetti e collaborazioni internazionali.

La sua attività artistica, iniziata nel 2005, si è costituita progressivamente proprio su questo percorso professionale e personale a tratti incongruo ed è frutto del contatto tra elementi molto diversi: la vicinanza “quotidiana” ad opere e manufatti artistici, la passione per la fotografia e l’imaging scientifico, l’elaborazione digitale dell’immagine anche con prassi e strumenti propri del mondo della scienza.

La sua produzione artistica è caratterizzata da alcuni elementi ricorrenti quali ad esempio una sistematica tendenza alla destrutturazione delle figure e degli sfondi, spesso fotografati dallo stesso autore, ed alla loro ricollocazione in uno spazio ideale ricreato digitalmente. La classicità di molte ambientazioni è rotta dall’uso talvolta violento del colore o dalla sua improvvisa perdita con bruschi cali di saturazione o presenza di zone scure ed impenetrabili. In molte opere domina la presenza dell’architettura che tuttavia partecipa, attraverso l’ampio uso di distorsioni, alla lacerazione e dinamizzazione di un clima a tratti fiabesco ed estetizzante. Le opere, principalmente di grande formato, subiscono normalmente una miriade di processi di elaborazione digitale che, complice la stampa su tela pittorica, conferiscono un aspetto molto lontano dalle immagini fotografiche di partenza arrivando ad una sintesi del tratto e del colore di marcata derivazione pittorica.

Sebbene alcune opere siano chiaramente riconducibili alla mitologia (Leda e il cigno, Perseo e Medusa), in molte altre non vi sono accostamenti logicamente interpretabili o tematicamente congrui: le opere vanno quindi intese come nate da un contesto di assoluta immediatezza espressiva nel quale devono restare anche nell’ambito della loro fruizione.

Non c’è, quindi, uno specifico piano logico o concettuale quanto piuttosto uno emozionale di interpretazione, in cui scene di lotta, lirismo ed esasperato dinamismo, distorsioni ed un senso di incompiuta incombenza ne sono l’incondizionato veicolo.

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