LOBODILATTICE

LIDIA BACHIS: LA COMMEDIA NOIRE

Inaugura

Sabato, 26 Giugno, 2021 - 17:00

Presso

Palagio Fiorentino
via Vittorio Veneto 35

A cura di

Giuseppe Simone Modeo

Partecipa

Lidia Bachis

Fino a

Giovedì, 30 Settembre, 2021 - 17:00

LIDIA BACHIS: LA COMMEDIA NOIRE

Comunicato

Lidia Bachis è oggi chiamata, nei locali dello storico Palagio Fiorentino, in Pratovecchio in provincia di Arezzo, a celebrare la ricorrenza del 700º anniversario della morte di Dante Alighieri.

Molti artisti, pittori, attori, performer si sono adoperati e si prodigheranno per celebrare il padre della lingua italiana ed il faro della poesia mondiale.

Lidia Bachis si era già confrontata con la complessità della Commedia in una mostra tenutasi presso la Galleria d'Arte Contemporanea del Comune di Arezzo nel 2009.

La mostra, curata da Fabio Migliorati, era intitolata "Round-Trip Commedia".

Colpì l'originalità dell'approccio dell'artista romana che anziché iscriversi nella lunga e celebre lista dei raffiguratori delle situazioni e dei personaggi della commedia dantesca, volle attualizzarne il disegno per esprimere quel particolare, inusitato viaggio di andata e ritorno tra le numerose selve oscure, i proditorii cammini di espiazione, i numerosi, spesso fittizi, paradisi (le loro ingannevoli promesse) che la vita contemporanea precipita di fronte al nostro lento incedere.

Bachis ebbe a dichiarare: "quando feci il mio personalissimo viaggio tra l'inferno, il Purgatorio e il paradiso, Io-Dante o Io-Virgilio vidi migliaia di angeli diventare dannati, migliaia di dannati trasformarsi in angeli".

Ecco il significante. Il disorientamento e sovvertimento dei valori. L'ossimorica composizione di valore e disvalore nelle mille etiche che confondono l'agire morale.

I tanti inferni, i molteplici, odiosi purgatori, i falsi ed imposti paradisi convivono nella nostra intima esperienza mortale.

L'esperienza dantesca di Lidia Bachis è quella di un nichilismo pantocratore ove espiazione, purificazione e ricompensa sono esperienze soggettive che si alternano e coesistono nella cruda esistenza individuale. Ebbe ancora a dichiarare Lidia Bachis: "ciò che vorrei è che la gente provasse, sentisse, percepisse la consapevolezza di "res humana" ovvero essere individui determinati, costretti, finiti, difettosi, vulnerabili e, solo a volte, salvificamente folli".

Ancora più significativa l'affermazione dell'artista che ricordava: "vorrei che per un momento ognuno sentisse il doppio insinuarsi dentro di lui nel ruolo di vittima e carnefice, del bene del male, del giusto e dello sbagliato, perché oltre il vivere, il quotidiano rumore di fondo non c'è nulla, se non il buio e la paura fottuta che spenta la luce appaia, finalmente ed infinitamente, il vuoto".

Fra Kurt Cobain, Marylin Manson, Allen Ginsberg e Janis Joplin, Lidia Bachis ha dato vita o meglio superficie pittorica al proprio immaginifico girone dantesco popolato dai dannati della contemporaneità ovvero dalle spente forme di ognuno di noi.

Di quel viaggio, resta un unico testimone: Dante. Il suo ritratto trova spazio tra le iconiche figure dei moderni dannati a ricordare la creazione di un poema che ha 700 anni ma non finirà mai: andata e ritorno.

 

La mostra è visitabile, con ingresso gratuito, dal 26 giugno al 30 settembre 2021, dal martedì alla domenica dalle ore 17 alle ore 19, venerdì e sabato anche dalle 21 alle 23. Per info 0575/504002.

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