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Ilario Mutti. Infinite varie inusitate posture. Sculture e disegniP

Inaugura

Venerdì, 8 Febbraio, 2019 - 17:00

Presso

Galleria Arianna Sartori
Mantova, via Ippolito Nievo, 10

A cura di

Arianna Sartori

Partecipa

Ilario Mutti

Fino a

Giovedì, 28 Febbraio, 2019 - 19:30

Ilario Mutti. Infinite varie inusitate posture. Sculture e disegniP

Comunicato

La Galleria Arianna Sartori di Mantova, nella sede di via Ippolito Nievo 10, dall’ 8 al 28 febbraio 2019, presenta la mostra “Infinite varie inusitate posture” sculture e disegni dello scultore bresciano Ilario Mutti.

La mostra, che beneficia dei patrocini di Comune di Mantova, Comune di Rezzato, Comune di Calvisano, si inaugurerà Venerdì 8 febbraio alle ore 17 alla presenza dell’artista, con presentazione della Prof.ssa Marta Mai.

La personale gode della collaborazione di “Banca Popolare di Sondrio”, di “IBO Industria Bresciana Ossigeno s.r.l. gas tecnici compressi liquefatti” e di “Impresa edile artigiana Apostoli Simone”.

La Galleria sarà aperta al pubblico dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, chiuso festivi.

 

Ilario Mutti

“Ilario Mutti, persona generosa e sempre disponibile, quando agisce artisticamente trasferisce nelle sue opere la sua indole, che tutto e tutti rispetta nella loro unicità ed espressività.

Le infinite, varie e inusitate posture dei suoi soggetti, che attirano, stupiscono, interrogano e suscitano concordi consensi per la perizia tecnica e la vis creativa, secondo la nostra lettura sono metafora dell’umanità, che nelle singole e irripetibili sue manifestazioni, sia somatiche che emotive, sempre richiama l’uomo.

Pertanto, se i cavalli di Ilario Mutti, comunque si propongano, rimandano sempre al concetto di cavallo, così ogni uomo (simbolizzato nel cavallo), comunque lo si localizzi nel tempo e nello spazio, e comunque si esprima, sempre è da ricondurre al concetto astratto di uomo, al di là del messaggio particolare che ogni singola opera fissa e trasmette.

Inoltre, se il cavallo/uomo di Ilario Mutti dice della fatica del vivere, delle difficoltà dei rapporti sociali, della tensione costante per tendere alla realizzazione responsabile di sé, la figura femminile - altro soggetto privilegiato - è l’alter ego che completa l’uomo, equilibra le sue ansie, lo conforta, gli dà amore, e accoglie nel grembo il suo seme fecondatore, che genera la vita.

Ci piace protrarre la nostra lettura - che vuole l’Artista ideale propugnatore di un mondo armonioso, che si conquista con caparbietà - riconoscendo nei due soggetti da lui privilegiati (cavallo/uomo e donna) caratteristiche, che s’incontrano e convivono in ogni essere umano, fatte salve le prerogative del genere e l’unicità di ciascuno.

Quando l’espressione artistica di Ilario Mutti supera gli spazi predisposti per le esposizioni, si aprono le piazze: qui, sparsi per tanta parte della terra bresciana, troneggiano i suoi monumenti, che contagiano generosità o suggeriscono una preghiera in ossequio alla nostra tradizione religiosa.

Avanza un discorso di fratellanza e collaborazione tra gli uomini o di aderenza alla nostra cultura, che ci aggrega e si consolida quando l’artista indugia sulle mani, classico simbolo di partecipazione affettiva e di intervento concreto.

In sintesi, la produzione di Ilario Mutti, che è di grande spessore - e che non fa riferimenti a nessuno, perché l’artista non è allineato a correnti - è il risultato di doti naturali, educate con studi classici e confermate con continue e costanti sperimentazioni, e sorrette da profondo pathos individuale.

Si esprime in scultura con opere in marmo di Carrara o fuse in bronzo, secondo procedimenti a cera persa, e con terrecotte trattate secondo tecnica semire, presentate grezze o patinate; si esprime altresì nella grafica, e sempre con comunicazioni che raccontano lo sforzo di superare il disorientamento della Contemporaneità, per tendere a costruire valori personali e acquisire sicurezze con cui progredire e crescere in umanità. Infatti, l’artista Ilario Mutti, convinto che il bello può migliorare il mondo, ce lo offre, e non solo per goderne esteticamente, ma anche per riflettere e ambire ad armonia interiore da diffondere”.

Prof.ssa Marta Mai, 2018

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