LOBODILATTICE

Cartoline dalla Valcamonica

Inaugura

Sabato, 22 Dicembre, 2018 - 16:00

Presso

Vi.P. Gallery
via Nazionale, 35, Niardo (BS)

A cura di

Virgilio Patarini

Partecipa

Arturo Belfiore Mondoni, Danilo Curcelli, Moreno Marzaroli, Virgilio Patarini

Fino a

Venerdì, 15 Febbraio, 2019 - 19:00

Cartoline dalla Valcamonica

Comunicato

Comunicato Stampa

Alla Vi.P. Gallery “Cartoline dalla Valcamonica” e altre due mostre

 

La Vi.P. Gallery compie tre mesi di vita e festeggia con tre grandi mostre, all’insegna di un’arte glocal e prêt-à-porter. Questi i “numeri” dell’evento: 3 mostre, 5 sale, 1 giardino e 100 opere

 

Tra le montagne della Valcamonica, a tre mesi esatti dalla sua apertura (lo scorso 22 settembre),  la “Vi.P. Gallery – Virgilio Patarini Arte Contemporaneasabato 22 dicembre 2018, alle ore 16,00, “alza la posta” e sfruttando i suoi grandi spazi inaugura ben tre mostre, tutte e tre dedicate ad artisti italiani emergenti, per un totale di 100 opere esposte, molte delle quali di grande formato, distribuite nelle sue cinque sale e nel grande giardino, tra quadri, sculture, fotografie e installazioni. E uno straordinario paesaggio alpino su cui si affacciano le grandi finestre, tra la Concarena e Pizzo Badile, con l’Adamello e lo Stelvio sullo sfondo a fare da cornice.

 

Queste le tre mostre:

 

  1.  “Cartoline dalla Valcamonica” che riunisce nel salone blu, nella saletta argento e nel giardino della Vi.P. Gallery circa quaranta opere  tra quadri, sculture, installazioni e oggetti di design di quattro artisti “camuni”: Arturo Belfiore Mondoni, Danilo Curcelli, Moreno Marzaroli e il padrone di casa Virgilio Patarini.

 

  1. Anteprima mostre 2019: Venezia/Roma/Milano”: nello spazio e nella saletta gialli, una sintesi delle 7 mostre tra collettive e doppie-triple personali che Zamenhof Art allestirà tra marzo e giugno 2019 a Milano, Venezia e Roma in tre centralissime gallerie come lo Spazio E sul Naviglio Grande a Milano, la Galleria ItinerArte, accanto alle Gallerie dell’Accademia a Venezia, e la Muef Art Gallery a Roma, in una traversa di via Merulana, tra il Colosseo e il Teatro Brancaccio. In questa mostra alla Vi.P. Gallery una o due opere ciascuno di Alberto Besson, Marian Comotti, Daniela Doni, Fausta Dossi, Gaetano Ciao, Paola Gamba, Michelle Hold; e di Walter Bernardi, Giorgio Carluccio, Valentina Carrera, Vito Carta, Malli Ferraris, Luisa Ghezzi, Paolo Lo Giudice, Franco Maruotti, Aldo Mastrorilli, Sergio Merghetti, Virgilio Patarini, Gabriele Perissinotto, Michele Recluta, Maria Luisa Ritorno, Ivo Stazio, Marica Zorkic. Catalogo Zamenhof Art.

 

  1. Nella sala rossa una selezione di opere di alcuni degli “Artisti in permanenza” della Vi.P. Gallery: Stefano Accorsi, Simone Azzurrini, Valentina Carrera, Fabio Cuman, Fausta Dossi, Gaetano Fiore, Emilio Gualandris, Paolo Lo Giudice, Ezio Mazzella, Aghim Muka, Giuseppe Orsenigo, Moreno Panozzo, Luigi Profeta, Maria Luisa Ritorno, Edoardo Stramacchia e altri

 

Tutte e tre le mostre sono a ingresso libero e saranno visitabili ogni venerdì, sabato e domenica, dalle 11 alle 19, fino al 15 febbraio 2019

 

Focus su

cartoline dalla valcamonica

Opere di Arturo Belfiore Mondoni, Danilo Curcelli, Moreno Marzaroli e Virgilio Patarini

 

Diciamolo subito e apertamente: il titolo è una burla, un gioco. Un ironico rovesciamento.

In questa mostra gli unici quadri che vagamente potrebbero far pensare ad una cartolina sono tre di Curcelli. E anche in questo caso in senso molto lato. Per il resto siamo semmai agli antipodi di quello che comunemente si potrebbe intendere per “cartolina”, cioè rassicuranti scorci di idilliaci paesaggi, oppure castelli che svettano circondati da borghi medioevali, antichi ruderi archeologici di età romana, o rocce istoriate da graffiti neolitici... tutti soggetti che non mancano nelle vere e proprie canoniche “cartoline dalla Valcamonica” che chiunque potrebbe ricevere da turisti di passaggio in questa valle bresciana che va dal lago d’Iseo al Passo del Tonale, così carica di storia e ricca di suggestivi paesaggi naturali.

Già. Ma quelli che ci inviano queste inedite e spiazzanti “cartoline dalla Valcamonica” non sono un drappello di turisti di passaggio affascinati dalla storia o dalla bellezza dei luoghi, ma quattro artisti nati o vissuti in questo territorio, e questa storia e questa bellezza non ce l’hanno solo negli occhi o nel cuore, ma nelle ossa o nel DNA.

E allora la faccenda cambia.

Allora spedire “cartoline dalla Valcamonica” significa spedire un pezzo di sè, raccontare, scrivere, “rappresentare” un pezzo della propria esistenza, filtrandola naturalmente attraverso la propria cultura, la propria sensibilità, la propria visione del mondo.

Poi se queste “cartoline” sui generis andiamo a leggerle con attenzione magari scopriamo che qualche legame profondo con la Valcamonica ce l’hanno: un legame più ancestrale che epidermico, più noumenico che fenomenico.

Della Valcamonica infatti affiora una rappresentazione della sua essenza materiale e spirituale, non agiografica nè stereotipata: della Valle dei Camuni si manifesta il “nous”, il “noumeno”, ovvero il pensiero che sta dietro l’apparenza, al di sotto del “fenomeno”.

E così le pietre e il ferro delle sculture e degli oggetti di Arturo Belfiore Mondoni ci raccontano il fiume che scorre e che quelle pietre leviga nei secoli, ma anche il lavoro di tanti minatori e fonditori camuni che dagli albori della civiltà, letteralmente dall’età del ferro, fondono e forgiano i metalli estratti dalle viscere delle montagne. E in opere di grande sintesi formale e raffinata eleganza contemporanea troviamo un efficace compendio della natura da una parte e del lavoro dell’uomo dall’altra, e di come entrambi abbiano trasformato e “forgiato” la Valle nello scorrere dei secoli.

E il maledetto vizio che i Camuni hanno, dalla notte dei tempi, di incidere segni e simboli sulla pietra si trasforma nei quadri di Marzaroli e in quelli di Patarini in un proliferare di scritte o di simboli che muta il senso del dipingere e riporta l’oggetto quadro da decorativo elemento di arredo a valenze più ancestrali e rituali, forse persino catartiche. In Marzaroli attraverso un ‘estetica di matrice pop levigata, controllata e (apparentemente) razionale. In Patarini secondo i dettami di un’Arte Povera o di un Nouveau Realisme rivisitati: più selvaggi e (appa-rentemente) irrazionali.

Quanto a Curcelli infine, basterà ricordare quello che ha scritto di lui Vittorio Sgarbi, per capire come il suo dipingere abbia più a che fare col “Sublime” dei Romantici che con il souvenir di qualche turista contemporaneo di passaggio sulle rive dell’Oglio. Scrive Sgarbi: “Quale natura è contemplata nelle pitture di Curcelli, umanistica o romantica, mediterranea o nordica? A vedere certi suoi paesaggi invernali o primaverili, dipinti con calligrafica perizia tecnica (...), paesaggi rigorosamente privi di presenza umana che distoglierebbero dall’immersione mistica nella totalità dell’elemento di natura in cui l’autore si lascia coinvolgere, come un druido, un sacerdote silvano farebbe nei confronti del suo dio panico, auspicando la nostra partecipazione al culto, saremmo portati a ritenerlo un perfetto romantico post litteram, discepolo ideale di Caspar David Friedrich”.

Vi.P.

 

Per approfondire “Cartoline dalla Valcamonica” e i suoi protagonisti vedi la pagina: https://www.zamenhofart.it/vi-p-gallery-virgilio-patarini-arte-contemporanea/artisti-mostra-cartoline-dalla-valcamonica/

 

Per approfondire la mostra “Anteprima mostre 2019” e i suoi protagonisti vedi la pagina: https://www.zamenhofart.it/artisti-2018-2019/

 

Per approfondire in generale l’attività della Vi.P. Gallery e di Zamenhof Art vedi il sito: https://www.zamenhofart.it/

 

La Vi.P. Gallery è in via Nazionale, 35, a Niardo (BS), cioè a metà della Valcamonica, pochi km prima del principale sito archeologico dei Graffiti Camuni e pochi km dopo i principali siti archeologici di epoca romana di Cividate Camuno, collocata lungo la vecchia statale che risale la Valle dal Lago d'Iseo verso Ponte di Legno e il Passo del Tonale, tra Breno e il bivio per Losine.

A un'ora e mezza circa di auto da Milano. Con ampio parcheggio privato davanti.
Per chi arriva da Milano, Bergamo o Brescia: all’uscita Breno Nord della superstrada SS42 proseguire sulla vecchia statale verso nord in direzione Capo di Ponte per 1000 m: la Vi.P. Gallery è sulla destra, difronte al distributore. 
Su Google Map cerca “Vi.P. Gallery - Virgilio Patarini Arte Contemporanea”

Comunicato Stampa

Alla Vi.P. Gallery “Cartoline dalla Valcamonica” e altre due mostre

 

La Vi.P. Gallery compie tre mesi di vita e festeggia con tre grandi mostre, all’insegna di un’arte glocal e prêt-à-porter. Questi i “numeri” dell’evento: 3 mostre, 5 sale, 1 giardino e 100 opere

 

Tra le montagne della Valcamonica, a tre mesi esatti dalla sua apertura (lo scorso 22 settembre),  la “Vi.P. Gallery – Virgilio Patarini Arte Contemporaneasabato 22 dicembre 2018, alle ore 16,00, “alza la posta” e sfruttando i suoi grandi spazi inaugura ben tre mostre, tutte e tre dedicate ad artisti italiani emergenti, per un totale di 100 opere esposte, molte delle quali di grande formato, distribuite nelle sue cinque sale e nel grande giardino, tra quadri, sculture, fotografie e installazioni. E uno straordinario paesaggio alpino su cui si affacciano le grandi finestre, tra la Concarena e Pizzo Badile, con l’Adamello e lo Stelvio sullo sfondo a fare da cornice.

 

Queste le tre mostre:

 

  1.  “Cartoline dalla Valcamonica” che riunisce nel salone blu, nella saletta argento e nel giardino della Vi.P. Gallery circa quaranta opere  tra quadri, sculture, installazioni e oggetti di design di quattro artisti “camuni”: Arturo Belfiore Mondoni, Danilo Curcelli, Moreno Marzaroli e il padrone di casa Virgilio Patarini.

 

  1. Anteprima mostre 2019: Venezia/Roma/Milano”: nello spazio e nella saletta gialli, una sintesi delle 7 mostre tra collettive e doppie-triple personali che Zamenhof Art allestirà tra marzo e giugno 2019 a Milano, Venezia e Roma in tre centralissime gallerie come lo Spazio E sul Naviglio Grande a Milano, la Galleria ItinerArte, accanto alle Gallerie dell’Accademia a Venezia, e la Muef Art Gallery a Roma, in una traversa di via Merulana, tra il Colosseo e il Teatro Brancaccio. In questa mostra alla Vi.P. Gallery una o due opere ciascuno di Alberto Besson, Marian Comotti, Daniela Doni, Fausta Dossi, Gaetano Ciao, Paola Gamba, Michelle Hold; e di Walter Bernardi, Giorgio Carluccio, Valentina Carrera, Vito Carta, Malli Ferraris, Luisa Ghezzi, Paolo Lo Giudice, Franco Maruotti, Aldo Mastrorilli, Sergio Merghetti, Virgilio Patarini, Gabriele Perissinotto, Michele Recluta, Maria Luisa Ritorno, Ivo Stazio, Marica Zorkic. Catalogo Zamenhof Art.

 

  1. Nella sala rossa una selezione di opere di alcuni degli “Artisti in permanenza” della Vi.P. Gallery: Stefano Accorsi, Simone Azzurrini, Valentina Carrera, Fabio Cuman, Fausta Dossi, Gaetano Fiore, Emilio Gualandris, Paolo Lo Giudice, Ezio Mazzella, Aghim Muka, Giuseppe Orsenigo, Moreno Panozzo, Luigi Profeta, Maria Luisa Ritorno, Edoardo Stramacchia e altri

 

Tutte e tre le mostre sono a ingresso libero e saranno visitabili ogni venerdì, sabato e domenica, dalle 11 alle 19, fino al 15 febbraio 2019

 

Focus su

cartoline dalla valcamonica

Opere di Arturo Belfiore Mondoni, Danilo Curcelli, Moreno Marzaroli e Virgilio Patarini

 

Diciamolo subito e apertamente: il titolo è una burla, un gioco. Un ironico rovesciamento.

In questa mostra gli unici quadri che vagamente potrebbero far pensare ad una cartolina sono tre di Curcelli. E anche in questo caso in senso molto lato. Per il resto siamo semmai agli antipodi di quello che comunemente si potrebbe intendere per “cartolina”, cioè rassicuranti scorci di idilliaci paesaggi, oppure castelli che svettano circondati da borghi medioevali, antichi ruderi archeologici di età romana, o rocce istoriate da graffiti neolitici... tutti soggetti che non mancano nelle vere e proprie canoniche “cartoline dalla Valcamonica” che chiunque potrebbe ricevere da turisti di passaggio in questa valle bresciana che va dal lago d’Iseo al Passo del Tonale, così carica di storia e ricca di suggestivi paesaggi naturali.

Già. Ma quelli che ci inviano queste inedite e spiazzanti “cartoline dalla Valcamonica” non sono un drappello di turisti di passaggio affascinati dalla storia o dalla bellezza dei luoghi, ma quattro artisti nati o vissuti in questo territorio, e questa storia e questa bellezza non ce l’hanno solo negli occhi o nel cuore, ma nelle ossa o nel DNA.

E allora la faccenda cambia.

Allora spedire “cartoline dalla Valcamonica” significa spedire un pezzo di sè, raccontare, scrivere, “rappresentare” un pezzo della propria esistenza, filtrandola naturalmente attraverso la propria cultura, la propria sensibilità, la propria visione del mondo.

Poi se queste “cartoline” sui generis andiamo a leggerle con attenzione magari scopriamo che qualche legame profondo con la Valcamonica ce l’hanno: un legame più ancestrale che epidermico, più noumenico che fenomenico.

Della Valcamonica infatti affiora una rappresentazione della sua essenza materiale e spirituale, non agiografica nè stereotipata: della Valle dei Camuni si manifesta il “nous”, il “noumeno”, ovvero il pensiero che sta dietro l’apparenza, al di sotto del “fenomeno”.

E così le pietre e il ferro delle sculture e degli oggetti di Arturo Belfiore Mondoni ci raccontano il fiume che scorre e che quelle pietre leviga nei secoli, ma anche il lavoro di tanti minatori e fonditori camuni che dagli albori della civiltà, letteralmente dall’età del ferro, fondono e forgiano i metalli estratti dalle viscere delle montagne. E in opere di grande sintesi formale e raffinata eleganza contemporanea troviamo un efficace compendio della natura da una parte e del lavoro dell’uomo dall’altra, e di come entrambi abbiano trasformato e “forgiato” la Valle nello scorrere dei secoli.

E il maledetto vizio che i Camuni hanno, dalla notte dei tempi, di incidere segni e simboli sulla pietra si trasforma nei quadri di Marzaroli e in quelli di Patarini in un proliferare di scritte o di simboli che muta il senso del dipingere e riporta l’oggetto quadro da decorativo elemento di arredo a valenze più ancestrali e rituali, forse persino catartiche. In Marzaroli attraverso un ‘estetica di matrice pop levigata, controllata e (apparentemente) razionale. In Patarini secondo i dettami di un’Arte Povera o di un Nouveau Realisme rivisitati: più selvaggi e (appa-rentemente) irrazionali.

Quanto a Curcelli infine, basterà ricordare quello che ha scritto di lui Vittorio Sgarbi, per capire come il suo dipingere abbia più a che fare col “Sublime” dei Romantici che con il souvenir di qualche turista contemporaneo di passaggio sulle rive dell’Oglio. Scrive Sgarbi: “Quale natura è contemplata nelle pitture di Curcelli, umanistica o romantica, mediterranea o nordica? A vedere certi suoi paesaggi invernali o primaverili, dipinti con calligrafica perizia tecnica (...), paesaggi rigorosamente privi di presenza umana che distoglierebbero dall’immersione mistica nella totalità dell’elemento di natura in cui l’autore si lascia coinvolgere, come un druido, un sacerdote silvano farebbe nei confronti del suo dio panico, auspicando la nostra partecipazione al culto, saremmo portati a ritenerlo un perfetto romantico post litteram, discepolo ideale di Caspar David Friedrich”.

Vi.P.

 

Per approfondire “Cartoline dalla Valcamonica” e i suoi protagonisti vedi la pagina: https://www.zamenhofart.it/vi-p-gallery-virgilio-patarini-arte-contemporanea/artisti-mostra-cartoline-dalla-valcamonica/

 

Per approfondire la mostra “Anteprima mostre 2019” e i suoi protagonisti vedi la pagina: https://www.zamenhofart.it/artisti-2018-2019/

 

Per approfondire in generale l’attività della Vi.P. Gallery e di Zamenhof Art vedi il sito: https://www.zamenhofart.it/

 

La Vi.P. Gallery è in via Nazionale, 35, a Niardo (BS), cioè a metà della Valcamonica, pochi km prima del principale sito archeologico dei Graffiti Camuni e pochi km dopo i principali siti archeologici di epoca romana di Cividate Camuno, collocata lungo la vecchia statale che risale la Valle dal Lago d'Iseo verso Ponte di Legno e il Passo del Tonale, tra Breno e il bivio per Losine.

A un'ora e mezza circa di auto da Milano. Con ampio parcheggio privato davanti.
Per chi arriva da Milano, Bergamo o Brescia: all’uscita Breno Nord della superstrada SS42 proseguire sulla vecchia statale verso nord in direzione Capo di Ponte per 1000 m: la Vi.P. Gallery è sulla destra, difronte al distributore. 
Su Google Map cerca “Vi.P. Gallery - Virgilio Patarini Arte Contemporanea”a

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