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Al MAST a Bologna giovani talenti e fotografie storiche in due mostre a ingresso gratuito

Inaugura

Mercoledì, 7 Ottobre, 2020 - 18:30

Presso

MAST
Via Speranza 42, Bologna

A cura di

Urs Stahel (Mast Photography Grant) e Luce Lebart (Inventions)

Partecipa

Per MAST FOUNDATION FOR PHOTOGRAPHY GRANT ON INDUSTRY AND WORK 2020: Mast Chloe Dewe Mathews, Alinka Echeverría, Maxime Guyon, Aapo Huhta e Pablo López Luz

Fino a

Domenica, 3 Gennaio, 2021 - 19:00

Al MAST a Bologna giovani talenti e fotografie storiche in due mostre a ingresso gratuito

Comunicato

Hanno da poco inaugurato al MAST a Bologna le due nuove mostre della stagione autunnale 2020, la mostra del MAST FOUNDATION FOR PHOTOGRAPHY GRANT ON INDUSTRY AND WORK 2020, a cura di Urs Stahel, esposizione dei lavori dei 5 finalisti della sesta edizione del concorso biennale internazionale per giovani fotografi promosso da Fondazione MAST, e l’esposizione INVENTIONS a cura di Luce Lebart, selezione di fotografie d'archivio, prodotte tra le due guerre mondiali, delle invenzioni più brillanti e geniali provenienti dalle collezioni dell'Archive of Modern Conflict di Londra e dagli Archives nationales francesi.

Vincitrice dell’edizione di quest’anno del Mast Photography Grant è Alinka Echeverría (Città del Messico, 1981) con il progetto Apparent Femininity, che indaga alcune immagini di femminilità guardando al ruolo svolto dalle donne agli albori dell’industria del cinema e della programmazione informatica.  

Insieme al lavoro di Echeverrìa sono esposti in mostra i lavori fotografici degli altri 4 finalisti, giovani fotografi selezionati tra quarantasette candidati provenienti da tutto il mondo, che hanno sviluppato un progetto originale e inedito per la Fondazione MAST:

Chloe Dewe Mathews - mostra i danni ambientali delle coltivazioni intensive nei polytunnel, le strutture in plastica che ricoprono quattrocento chilometri quadrati di superficie terrestre per consentire di produrre ortaggi tutto l’anno;

Maxime Guyon - usa il mezzo fotografico al massimo delle sue potenzialità per restituirci gli aspetti tecnologici e le alte prestazioni degli aerei;

Aapo Huhta esplora il mondo dell’Intelligenza Artificiale e mostra come “la macchina“ legga in modo eticamente sospetto le immagini, sollevando dubbi sulle modalità di implementazione dei software;

Pablo López Luz fotografa le vetrine dei negozi di abbigliamento in America Latina, che resistono all’omologazione imposta dall’industria globale della moda e porta la riflessione sul paesaggio urbano quale luogo privilegiato per cogliere le trasformazioni sociali e culturali.

Ogni due anni la Fondazione MAST, attraverso il MAST Photography Grant on Industry and Work, offre a giovani fotografi l’opportunità di confrontarsi con le problematiche legate al mondo dell’industria e della tecnica, con i sistemi del lavoro e del capitale, con le invenzioni, gli sviluppi e l’universo della produzione. I progetti selezionati per questa sesta edizione sono diversi tra loro, ma legati dall’attualità dei temi affrontati e dalla molteplicità dei mezzi di rappresentazione scelti.

Nato nel 2007 per sostenere la ricerca sull’immagine dell’industria e del lavoro e dare voce ai talenti emergenti, il MAST Photography Grant on Industry and Work, promosso da Fondazione MAST, consente ai giovani fotografi che vincono la borsa di studio di sviluppare un progetto su industria e lavoro e di realizzare una mostra accompagnata da un catalogo. Nel tempo il concorso ha contribuito alla creazione di una raccolta fotografica di artisti contemporanei che ora fanno parte della storica e articolata collezione di fotografia industriale della Fondazione MAST, curata da Urs Stahel.

 

La mostra Inventions curata da Luce Lebart rappresenta la molteplicità delle invenzioni presenti nell'archivio di Jules-Louis Breton, a capo del Sous-secrétariat d’État aux inventions in Francia, che vanno dagli oggetti usati per sopravvivere in tempi di crisi ai dispositivi per godere di una migliore qualità della vita in periodo di pace. Pur essendo prodotte senza intenzioni artistiche, le immagini hanno innegabili qualità estetiche e possiedono quello che si può definire uno stile fotografico, paragonabile a quello di un autore, benché non siano mai firmate. Come spiega la curatrice e storica della fotografia Lebart “si tratta di un archivio visivo che colpisce per la sua fantasia, gli accenti umoristici e la libertà nello svelare i codici dell’oggettività fotografica. L’elemento comico è tanto più inatteso in quanto si inserisce in un contesto industriale e scientifico. Come al cinema, queste scene fotografiche ci raccontano delle storie”.

 

Le mostre, aperte fino al 3 gennaio, sono a ingresso gratuito, con prenotazione obbligatoria.

www.mast.org

 

 

  

 

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