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L'arte? Il rave party delle coscienze!

L'arte? Il rave party delle coscienze!

Le rappresentazioni artistiche sono sempre reali, mettono sempre a fuoco aspetti della "nostra" realtà e della complessità del Sé.

Le arti visive (o maggiori), sono la nostra percezione del mondo in forma plastica, nella sua complessità e totalità, il concetto intuitivo che abbiamo di noi.

Cosa ci serve per leggere e interpretare la grammatica dell'arte?

Conoscere le premesse personali dell'artista, ma anche le letture del suo lavoro da parte di chi ne interpreta i contenuti, a questo necessita conoscere le premesse simboliche e semiotiche dell'arte, attraverso lo studio della sua storia linguistica umanamente interconnessa.

Attenzione: non sempre l'intermediazione di un linguaggio o di una ricerca artistica, da parte di "addetti ai lavori" preposti, avvicina all'arte, l'interpretazione e la lettura sintetica dell'arte, è sempre nello sguardo e nella cultura dell'osservatore, che riflette e filtra quella dell'artista.

Quello dell'acque linguistiche dell'arte, è un fondo marino torbido e impuro: linguaggi e ricerche artistiche non saranno mai puri e immacolati, le acque della ricerca artistica, sono da sempre inquinate dalla concupiscenza del bene comune.

Siamo tutti contagiati dal male del linguaggio artistico comune, l'arte è il rave party della nostra coscienza: più si è artisti affermati e stimati professionisti di settore, più si diviene uomini e artisti qualunque che incarnano la moltitudine.

L'artista da un lato affronta la svalutazione di chi è impossibilitato a toccare con mano e comprendere il suo lavoro, dall'altro è costretto a muoversi tra greggi e pascoli che è costretto a rappresentare, quasi come fosse un cane da guardia a disposizione del padrone, la sua unicità e la sua individualità diventano naturalmente strumenti del consenso (politico o di mercato).

In questo millennio le ricerche linguistiche dell'arte, attraversano la loro fase d'adattamento sociale più delicata, la digitalizzazione sta omologando la grammatica e lo stile degli artisti, le singole ricerche artistiche sono al limite del consenso sociale, fanno fatica a essere comprese anche in famiglia, il pozzo dello studio e della ricerca individuale pare essere stato avvelenato dall'algoritmo del pensiero connettivo unico, che alimenta il consenso virale e digitale.