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La vita difficile dei fiori, Ezia Mitolo espone al Museo Nuova Era di Bari

Prosegue fino al 25 ottobre – negli spazi del Museo Nuova Era di Bari - la personale di Ezia Mitolo.  La curatrice Crisitina Principale descrive così il concept della mostra e l’opera dell’artista barese:

La vita difficile dei fiori, l’arte fragile del vivere colta in un percorso visivo dirompente e delicato, in cui il sentire dell’artista Ezia Mitolo si esprime nelle sue multiformi eccellenti espressioni. Una mostra che si avvale dell’arte preziosa del “racconto” attraverso installazioni che abbracciano fotografia, disegno e scultura, opere di concetto legate in tutti gli aspetti al sentimento che le ha create. L’invito rivolto al pubblico è di addentrarsi con cura in un regno in cui è sovrana la dimensione lirica della quotidianità, una riscrittura della realtà dei giorni, esplicita e implicita, esteriore e interiore, che tutti ci riguarda. Vi è in ogni episodio della vasta produzione di Ezia Mitolo un’alternanza tra il pugno e la carezza, a descrivere una condizione universale che emancipa le opere dall’autrice. Quella dei fiori, nella serie che dà titolo al percorso, è la condizione eletta a metafora di questo rapporto tra durezza VS delicatezza, quella esemplare che meglio rende la repentina instabilità dell’essere, stimolando un dolcissimo rispetto e l’attesa di nuovi germogli. Le storie dei fiori sono “raccolte” con scatti fotografici e testimoniate dal 2010 ad oggi seguendo il ritmo dell’empatia che hanno di volta in volta suggerito, ognuna nella propria singolarità. Proposte in una accurata selezione, le immagini struggenti che Mitolo ha individuato si presentano come vànitas seicentesche ambientate nella nostra contemporaneità urbana. Si tratta del frutto di commozioni istantanee che l’interiorità riconosce nell’alternarsi degli stati d’animo, nel salire e scendere i gradini della vita. Ebbene, guardando agli ambienti della galleria come a un corpo senziente si è immaginato di erigere la scala che porta all’interrato quale elemento simbolico che conduce al ventre di emozioni nascoste. Ecco infatti che vede la luce in questa occasione barese un lavoro inedito e unico nel genere, Un mondo fatto a scale, nel quale moduli ottenuti con tecnica mista su tela compongono i livelli, appunto, di una scalinata.

Una ziqqurat in cui il fulcro del lavoro, nella progressione degli step, è il corpo inteso qui come misura dei cambiamenti, come groviglio di percezioni, memoria e pulsioni profonde che gli strumenti dell’arte aiutano a illuminare. La riflessione parte dal corpo dell’artista, che non vuole rendersi protagonista assoluto ma punto di connessione, avvinghiato da disegni – fortemente riconoscibili del suo tratto – e altre propaggini materiche; figura del proprio riflesso intimo talvolta deformato e aggredito, proprio come accade anche nel superbo intervento E adesso sciogliti, laddove l’immagine del viso dell’artista è bagnato, corroso, lentamente cancellato dall’azione di un acido distillato da una sacca scultorea che gradatamente gocciolando viene a ribadire l’inesorabilità di certi processi dell’animo, quando per rinascere serve prima annullarsi. Quest’ultima opera del 2003, è riproposta per l’occasione con un nuovo self-portrait dell’artista scattato quest’anno. E qui emerge un altro elemento caratteristico, passione e ricerca per la Mitolo: il bianco; ottenuto per cancellazione o giustapposto, colore della cera di molte sue sculture, che di certo resta,

assieme alla terracotta, strumento d’elezione. Questi materiali sono l’anima di forme adunche e prensili (ricorrenti e identificative come ne I nidi) che germogliano dai mattoni dell’installazione Ho come un’impressione – suo recente progetto dell’estate 2017 che compendia l’esperienza di una residenza d’artista; comprende inoltre testimonianze audio e fotografiche di suggestiva sensibilità e ci svela una serie di memorabili carte “impressionate”. In queste la Mitolo “disegna” con l’argilla nuda e cruda, impressa e trascinata sui fogli, fino a lasciare un’impronta fugace, tattile, tridimensionale del suo gesto sulla superficie.

Incorniciate, come nel cuore i ricordi, le carte protuberanti sono il risultato estetico di impressioni, propriamente suggestioni delle cose del mondo, che prendono il tempo di una fotografia interiore.

I suoi volumi a tratti penetranti e spaventosi, diversamente lisci e leggeri, contengono un soffio vitale. La prorompenza emotiva, altrimenti impalpabile, si realizza con concretezza materica in ogni autonoma figurazione e in diversi contesti narrativi, suggerendo il contrasto tra grave-lieve che conduce la lettura di questa mostra.

Posto che un contenuto, vissuto nel suo pulsante valore simbolico, non può che essere comunicato gradualmente, ci muoviamo tra stanze distinte e comunicanti, tra stadi della consapevolezza, tra bi- e tri-dimensionalità, tra segno e aggetto, con tutto il portato di intensità che genera il guardare alla vita dalle fessure meno evidenti. (Cristina Principale)

 

 

Bari // fino al 25 ottobre

La vita difficile dei fiori - Ezia Mitolo

A cura di Cristina Principale

Museo Nuova Era

Strada dei Gesuiti, 13 – Bari

080 5061158 – 333 4462929

www.museonuovaera.com

museonuovaera@alice.it

http://www.eziamitolo.it/intro.html