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Arte contemporanea in Puglia, gli artisti e gli spazi espositivi raccontati in due libri di Cecilia Pavone

Una selezione di scritti, realizzati tra il 2007 e il 2023 dalla critica d’arte e giornalista professionista, raccolti in due volumi editi da Milella

Pubblicati da Milella Edizioni i libri “Poiesis – scritti d’arte contemporanea” e “Puglia – artisti, luoghi e sperimentazioni nell’arte contemporanea” di Cecilia Pavone, critica d’arte, giornalista professionista e curatrice indipendente. Le due opere, disponibili nelle migliori librerie e ordinabili sulle piattaforme online, contengono una selezione di articoli e recensioni di mostre visitate prevalentemente in Puglia e in Emilia-Romagna, interviste ad artisti di livello nazionale ed internazionale, testi critici, saggi, relazioni redatte in occasione di presentazioni di mostre, incontri culturali, seminari. Gli scritti, realizzati tra il 2007 e il 2023, documentano “i primi 16 anni ininterrotti di impegno e amore per l’arte” dell’autrice e sono stati pubblicati su diverse riviste nazionali di arte contemporanea digitali e cartacee, su cataloghi e quotidiani.

Fil-rouge di entrambi i libri è l’esplorazione della “poiesis”, termine greco antico inteso dall’autrice nell’accezione di “atto creativo”. La creazione artistica, secondo Cecilia Pavone, attraversa indenne il tempo storico, al di là delle categorie a-priori spazio-temporali e caratterizza, fin dai primordi, l’intera storia dell’umanità. La ricerca storico-filosofica dell’autrice parte da quesiti aperti, problematici, data l’indefinibilità dell’arte, sottolineata da Duchamp: come è fatta la psychè di un artista? Quali sono i meccanismi mentali che spingono l’artista-creatore, l’artista-demiurgo a lasciare traccia di sé? Come ricorda Baudrillard nel Delitto perfetto: “L’artista, secondo Michaux, è colui che resiste con tutte le sue forze alla pulsione fondamentale di non lasciare tracce”. Da dove nasce l’ispirazione artistica? L’arte è rivoluzionaria o costituisce, in linea con la weltanschauung marxista, un’espressione sovrastrutturale di meri rapporti economici? Centrale risulta l’indagine sulla funzione dell’artista nell’indagine di Cecilia Pavone: “Le mie interviste rivolte agli artisti - spiega l’autrice - nascono in modo spontaneo per scandagliare il loro universo creativo e spirituale. Le mie domande articolate, frutto di studi sul loro operato, sulla loro esperienza e sui vari stili adottati, costituiscono degli strumenti di un telos specifico: conoscere in profondità la specificità e l’universalità dell’atto creativo generato dagli artisti”.

Il primo libro, “Poeisis – scritti d’arte contemporanea” contiene un saggio filosofico introduttivo di Cecilia Pavone sulla funzione dell’artista, dell’arte contemporanea e del critico d’arte nella “modernità liquida”. L’opera si apre con una prefazione di Antonio Basile, già professore di Antropologia all’Accademia di Belle Arti di Lecce, e si snoda in otto capitoli tematici: il primo, “Alla scoperta dell’archè”, raccoglie scritti dedicati agli artisti ispirati da uno o più elementi archetipici della cosmogonia greca, tra i quali figurano Giulio De Mitri, Iginio Iurilli, Fernando De Filippi, Robert Smithson, Luigi Ghirri. Il secondo, “Sulla via del sacro”, si apre con la lettura poetica dedicata al cantautore e filosofo Franco Battiato, spaziando sulla poiesis di Bruno Ceccobelli ed Epeo; il terzo capitolo è dedicato alle “Pioniere dell’arte”, alle donne artiste che hanno lasciato un segno nell’arte contemporanea, tra le quali Frida Khalo, Lisetta Carmi, Mirella Bentivoglio, ORLAN, Daniela Perego, Liliana Ebalginelli. Il quarto capitolo verte sul “Mediterraneo, culla della poiesis e archetipo del Sé” e agli artisti che lo hanno rappresentato in chiave contemporanea, in modo poetico ed evocativo, tra i quali vi sono Pino Pascali, il “seduttore dell’Arte Povera”, Giulio De Mitri ed Iginio Iurilli. Il quinto capitolo si intitola “L’arte come impegno civile e politico” e raccoglie scritti su autori che hanno contribuito, con il loro impegno civile e politico, appunto, a sviluppare il pensiero critico, innovando il panorama culturale contemporaneo, in primis Pier Paolo Pasolini, Mario Lodi e Massimo Sestini. La crisi ecologica costituisce, invece, il fulcro tematico del sesto capitolo, “L’inverno epocale: riflessioni sulla questione ecologica. New Media Art, Land Art e Arte Pubblica”, che contiene scritti su Piero Gilardi, Justin Hofman, Bianco-Valente, Andreco e Francesco Zavattari. Il settimo capitolo verte invece sulle “Pietre miliari tra Avanguardie e neoavanguardie”, con recensioni su mostre di artisti appartenenti alle Avanguardie storiche e alle neoavanguardie, tra i quali de Chirico, il gallerista Fabio Sargentini, gli esponenti dell’Arte Povera: da Pino Pascali a Mario Merz, da Jannis Kounellis ad Eliseo Mattiacci. Non mancano articoli su mostre dedicate a Mario Schifano e alla Pop Art in Italia, annoverato - insieme a Franco Angeli, Tano Festa e Giosetta Fioroni – tra gli esponenti della Scuola di Piazza del Popolo. Diversi scritti vertono, inoltre, sulle retrospettive dedicate alla sperimentazione, confluita nell’arte analitica, di Winfred Gaul, che in Italia ha individuato il suo punto di riferimento culturale nello storico dell’arte Filiberto Menna. Altre recensioni riguardano la poetica del segno di Ettore Sordini e lìiperrealismo pittorico di Luciano Ventrone, definito da Federico Zeri il “Caravaggio del XXI secolo”, su Gio Ponti, Lamberto Pignotti ed Eugenio Barba, fondatore dell’Odin Teatret. L’ottavo e ultimo capitolo è dedicato alle gallerie di Bologna, frequentate dall’autrice tra il 2007 e il 2011 e agli artisti più significativi di cui si è occupata in questo periodo: da Candida Höfer a Richard Nonas, da Studio Azzurro a Robert Gligorov, solo per citarne alcuni.

Il secondo libro, “Puglia – artisti, luoghi e sperimentazioni nell’arte contemporanea”, comprende scritti redatti da Cecilia Pavone tra il 2011- 2023, tra articoli, recensioni di mostre, testi critici, interviste rivolte ad artisti e operatori culturali pugliesi, ma anche ad autori italiani e stranieri che hanno esposto nel territorio. L’opera si focalizza su numerose realtà, spazi espositivi, iniziative, progetti sviluppati in Puglia negli ultimi 13 anni e costituisce, per questo, una traccia di documento storico per la ricostruzione di una parte della storia dell’arte contemporanea pugliese. La ricerca dell’autrice parte da interrogativi aperti e riflessioni sul modo in cui l’arte contemporanea si è innestata al genius loci della Puglia, al suo folklore, alle sue radici epico-mitiche, alla sua identità culturale e sul rapporto tra arte contemporanea e territorio, nel contesto generale della “società liquida” divenuta ormai “postmediale” che, come analizza Bauman, espropria definitivamente l’individuo dalla sfera pubblica, annientando anche la dimensione glocal. L’opera, che  contiene la prefazione di Salvatore Luperto, critico d’arte e co-fondatore del MACMa, il Museo di Arte Contemporanea di Matino e attualmente direttore artistico del Museo "Pietro Cavoti" di Galatina, si snoda in tre capitoli tematici. Il primo, “L’arte contemporanea in Puglia: generazioni di artisti a confronto”, si dirama in due paragrafi, dedicati rispettivamente ai maestri dell’arte contemporanea pugliese e agli artisti che appartengono alle generazioni più recenti. Tra i maestri di cui Cecilia Pavone si è occupata vi sono: Antonio Verri, Franco Dellerba, Romano Sambati, Eugenio Barba, Ezechiele Leandro, Giovanni Valentini, Vincenzo Balsamo, Pino Pascali, Giulio De Mitri, Iginio Iurilli, Mauro Castellani, Carlo Garzia, Miki Carone, Tarshito.  Il paragrafo dedicato agli artisti pugliesi appartenenti alle generazioni più recenti comprende, poi, scritti dedicati a Gianluca Russo, Flavio De Marco, Ezia Mitolo, Giuseppe Ciracì, Massimo Ruiu. Numerose sono le recensioni e le interviste che mirano ad approfondire la poiesis di artisti quali: Monica Casalino, Giovanni Carpignano, Francesco Cuna, Daniele D'Acquisto, il duo Eva Hide, Matteo Fato, Raffaele Fiorella, Fabrizio Fontana, Michele Giangrande, Michele Guido, Luigi Massari, Pierpaolo Miccolis, Dario Molinaro, Luigi Presicce, Silvia Recchia, Carlo Michele Schirinzi, oltre a Gianni D'Urso e Francesco Strabone per il collettivo leccese Kunstschau.

Gli spazi istituzionali, le gallerie, i progetti dedicati all’arte contemporanea in Puglia e le interviste ad alcuni operatori culturali, sono al centro del secondo capitolo, “Sperimentazioni e innovazioni nel panorama dell’arte contemporanea pugliese dal 2012 al 2022: i luoghi, i progetti, gli operatori culturali”, che si apre con una serie di scritti riguardanti le attività della Fondazione Museo “Pino Pascali”, in particolare il Premio Pascali ed i suoi protagonisti. Ampi scritti sono poi dedicati ad altri spazi dell’arte contemporanea pugliese, tra i quali la Pinacoteca Metropolitana “Corrado Giaquinto” di Bari, il CRAC Puglia, Centro di Ricerca Arte Contemporanea di Taranto, diretto dall’artista e operatore culturale Giulio De Mitri, il MArTA, Museo Archeologico Nazionale di Taranto, il MUST, Museo storico di Lecce aperto nel 2012, la galleria ARTPOETRY, diretta da Salvatore Luperto, focalizzata sulla ricerca verbovisiva. Una peculiare sperimentazione in Puglia, un originale innesto tra arte contemporanea e folklore salentino è rappresentato dalla Fòcara di Novoli, che Cecilia Pavone ha seguito in quasi tutte le edizioni, contrassegnate dalle opere di artisti del calibro di Mimmo Paladino, Hidetoshi Nagasawa, Regina Josè Galindo, Gianfranco Baruchello e Daniel Buren. Particolarmente emozionante, per l’autrice, l’incontro con Jannis Kounellis, protagonista della Fòcara edizione 2015, sfociato in un’intervista presente in questo capitolo.  Oltre ai documenti su importanti manifestazioni culturali dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, vi è un’ampia sezione di recensioni su una costellazione di progetti di arte contemporanea e attività di gallerie private che hanno caratterizzato, anche per brevi periodi, la storia culturale del territorio pugliese. Tra i progetti ancora esistenti ricordiamo: Bitume Photofest, l’Apulia Land Art Festival, Kunstschau, il Festival del Cinema Europeo, Ramdom.

Il terzo e ultimo capitolo, “La Puglia come contesto espositivo per artisti contemporanei italiani e stranieri”, comprende diverse interviste e recensioni che indagano la poiesis di diversi artisti non pugliesi di livello nazionale ed internazionale che hanno scelto la Puglia come contesto espositivo. Tra questi figurano: Federico Gori, Michele Sambin, pioniere della tecnica del video loop, Oliviero Toscani, Kengiro Azuma, Omar Galliani e Vanni Cuoghi. Tra gli artisti appartenenti alle generazioni più recenti figurano, infine, Andy dei Bluvertigo, Massimo Pasca ed Emilio Vavarella.